È previsto il carcere per chi non rispetta il decreto #iorestoacasa, uscendo con i sintomi o falsificando l’autocertificazione. Ecco i chiarimenti del governo sulla violazione delle norme sul coronavirus.
Vietato uscire, se si presentano sintomi influenzali e comunque con almeno 37,5 di febbre. Una regola importante che non va assolutamente trasgredita, anche perché oltre a mettere a rischio la salute pubblica, si incorre in grossi guai.
Molti pensano che sia una semplice multa, non è così, si rischia l’accusa di omicidio colposo con una pena minima di 21 anni di carcere.
Se sospetti di avere il coronavirus e non ti metti in quarantena, di fatto rischi una serie di imputazioni:
- violazione dei provvedimenti dell’autorità;
- processo per lesioni o tentate lesioni volontarie;
- omicidio doloso, nel caso si infettino dei soggetti anziani o a rischio causandone la morte.
Identiche imputazioni spettano a chi è entrato in contatto con soggetti positivi al tampone e ha continuato ad avere una vita sociale o a lavorare, senza avvisare le persone con cui è entrato in contatto.
Se sei positivo al tampone e non lo dici a nessuno, continuando ad avere contatti con altra gente, la tua posizione si aggrava. Si può arrivare all’accusa di omicidio volontario.
Falsa autocertificazione
La possibilità di spostarsi dalle proprie abitazioni, lo ricordiamo, riguarda esclusivamente:
- il lavoro, dovendo dimostrare che non è possibile fare smart working;
- motivi di salute, documentabili;
- stato di necessità, anch’esso da documentare.
Se le autocertificazioni dovessero risultare false, si rischia il reato di falsa attestazione a un pubblico ufficiale. La pena in questo caso va da uno a sei anni di reclusione.
Attenzione! La legge prevede anche l’arresto immediato se le forze dell’ordine verificano subito che la dichiarazione è falsa.
Posso segnalare chi trasgredisce le regole?
La risposta è sì, trattandosi di reati procedibili d’ufficio se le forze dell’ordine ne vengono a conoscenza devono attivarsi e procedere con le denunce.
Le segnalazioni vanno fatte ai pubblici ufficiali, e cioè:
- forze di polizia;
- forze armate;
- vigili del fuoco;
- vigili urbani;
- magistrati nell’esercizio delle loro funzioni;
- notai;
- medici ospedalieri.
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