Con la fase 2 che conoscerà un ulteriore “avanzamento” a partire dal 18 maggio, si vanno definendo ancora di più le linee per quanto riguarda il lavoro agile, detto anche smart working. Se per alcune aziende, negozi ecc… si torna ad alzare le saracinesche e avere personale sul luogo di lavoro, in tanti altri casi il Governo, con il cosiddetto Decreto Rilancio ha definito come dovrà essere gestito il lavoro fuori dall’ufficio in questa fase 2 che entra ancora più nel vivo.
Vediamo le novità.
Lavoro agile per i genitori dipendenti privati nella fase 2
L’articolo 96 del decreto, che ha come cappello proprio “lavoro agile”, prova a dare delle risposte a tutti quei genitori che, in questo periodo di lockdown causa Coronavirus, hanno avuto serie difficoltà nel gestire i propri figli lontani da scuola e al contempo lavorare.
Il decreto dice che, fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica, i dipendenti del settore privato che abbiano almeno un figlio minore di 14 anni, hanno diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile, e questo anche se non ci sono accordi individuali tra azienda e lavoratore.
Tutto ciò però a una condizione: nel nucleo familiare non ci deve essere un altro genitore che sia beneficiario di strumenti di sostegno al reddito al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa o un genitore non lavoratore.
Per chi è dunque genitore, con queste caratteristiche, è previsto lo smart working. Sempre appunto che tale tipologia di lavoro possa essere svolto attraverso strumenti informatici, forniti dal datore di lavoro o che ha a disposizione il lavoratore.
Per tutto questo periodo di emergenza da Covid-19, ai datori di lavoro del settore privato spetta comunicare al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in via telematica, “i nominativi dei lavoratori e la data di cessazione della prestazione di lavoro in modalità agile, ricorrendo alla documentazione resa disponibile sul sito del Ministero del lavoro e delle politiche sociali” così come si legge nel decreto.
Lavoro agile e fase 2 per il personale delle Pubbliche Amministrazioni
Il Decreto Rilancio, nella sezione III, articolo 241, fornisce anche delucidazioni per quanto riguarda i dipendenti pubblici, considerando le esigenze della riapertura progressiva nonché completa dei vari uffici, sia in supporto ai cittadini che alle stesse imprese.
Ecco perché, gli uffici dovranno organizzare, così si legge:
“il lavoro dei propri dipendenti e l’erogazione dei servizi attraverso la flessibilità dell’orario di lavoro, rivedendone l’articolazione giornaliera e settimanale, introducendo modalità di interlocuzione programmata, anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza con l’utenza”.
Altre modalità di organizzazione possono essere individuate con decreti del Ministero della pubblica amministrazione.
Ovviamente, le amministrazioni devono assicurare che tutto il lavoro venga svolto in assoluta sicurezza. Resta dunque l’obbligo di mantenere il distanziamento sociale e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuali.
Lavoro agile e scuola
Parlando sempre di pubblica amministrazione, cosa prevede la fase 2 per quanto riguarda la scuola?
Il Ministero dell’Istruzione con la nota n. 682 del 15 maggio ha chiarito che nelle scuole, per quanto riguarda il personale, si proseguirà con il lavoro agile anche se, come si legge: “Resta ferma, per i Dirigenti Scolastici, la possibilità di usufruire della presenza del personale in sede limi
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