Il lavoro, si sa, può essere molto logorante e in tanti casi portare a un livello di esaurimento emotivo e fisico dal quale è difficile emergere. La sindrome del burnout è spesso causata dal tipo di lavoro che si fa e da fattori strutturali e organizzativi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce il burnout come un “fenomeno occupazionale” derivante da uno stress cronico mal gestito, ma specifica che non si tratta di una malattia o di una condizione medica.
Non essendo una malattia, non dà diritto a un indennizzo, ma se la sindrome causa una malattia, come una nevrosi, uno stato depressivo, ansioso o una psicosi, in questo caso, potrà essere indennizzato.
Burnout: il significato
È con questa parola che si indica, genericamente, una sindrome di esaurimento emotivo – e di conseguenza anche fisico – che può essere considerato un tipo di stress lavorativo.
A dare la primissima definizione di burnout furono Maslach e Leiter, due psicologi che negli anni ’70 iniziarono a osservare il fenomeno all’interno di un reparto di igiene mentale: gli operatori sanitari, costretti ogni giorno a un grande sforzo psicologico e fisico per assistere i malati, presentavano i sintomi del problema.
Sintomi della sindrome del burnout secondo l’OMS
Una sindrome potrebbe essere la spia di più malattie. I medici parlano di sindrome quando si è ancora alle fasi iniziali e non si è riusciti a raccogliere tutti gli elementi per fare la diagnosi o quando pensano che ai sintomi già accertati, ne possano seguire di nuovi. Aspettano dunque l’eventuale insorgenza di altri segnali per avere un quadro ancora più dettagliato.
L’OMS ha individuato le 3 caratteristiche principali per diagnosticare la sindrome da burnout:
- senso di esaurimento o debolezza a livello energetico
- aumento dell’isolamento dal proprio lavoro con sentimenti negativi
- insorgenza di cinismo e ridotta efficacia dal punto di vista professionale
“Il burnout”, dice l’agenzia speciale dell’Onu per la salute – “è inclusa nell’11/a revisione dell’International Classification of Diseases (ICD-11) come un fenomeno occupazionale (stress da lavoro). Non è classificata come una condizione medica”.
Le professioni colpite da burnout
Come fare a capire se sei a rischio burnout? Intanto devi sapere che si tratta di uno stress emotivo cronico e persistente e che ha delle fasi e sintomi ben precisi. Colpisce in particolare le cosiddette helping professions, cioè coloro che svolgono professioni di aiuto, come medici, infermieri, operatori sanitari, psicologi, educatori, ma anche fisioterapisti, insegnanti, vigili del fuoco e forze armate. Insomma, tutti lavoratori che hanno in comune il contatto con il pubblico e la finalità del proprio lavoro: aiutare gli altri.
Stress che si verifica quando l’interazione tra il lavoratore e la sua utenza è continua, costante e comporta da parte del lavoratore un impegno molto intenso non solo dal punto di vista professionale ma anche e soprattutto umano.
Pensaci: ci sono lavori in cui basta “andarsene a casa” per dimenticare quello che è successo durante il giorno e staccarsi. Nel caso delle professioni di aiuto, per le quali si ha a che fare con i problemi delle persone, di salute ma anche personali, con la malattia e con la morte, il coinvolgimento emotivo può essere così forte, così intenso da non andare più via, anzi “essere portato a casa” e creare nel lavoratore uno stress continuo.
Test Burnout
È possibile valutare il proprio esaurimento emotivo lavorativo tramite il test burnout. Il questionario consiste in 25 domande che aiutano a studiare i tre aspetti di cui si compone il burnout: esaurimento emotivo, depersonalizzazione, realizzazione personale.
Le quattro fasi del burnout
Appartieni a una di queste professioni e ultimamente ti sembra di essere sotto stress? La sindrome del burnout si manifesta seguendo queste quattro fasi:
- Entusiasmo idealistico: ti porta a scegliere lavori assistenziali e a esserne felici.
- Stagnazione: i carichi di lavoro e lo stress iniziano a farti capire che il tuo non è un lavoro semplice e di solo aiuto agli altri, ma si porta dietro strascichi pesanti e genera tanto stress. L’entusiasmo comincia a diminuire e gli ideali, contaminati dalle attività pratiche di ogni giorno, i ritmi e i carichi di lavoro eccessivi, quasi vengono meno;
- Frustrazione: chi è affetto da burnout si sente inutile, inadeguato, insoddisfatto. Ma non basta: è allo stesso tempo pieno di lavoro e raramente apprezzato per quello che fa. In questa terza fase il lavoratore vorrebbe scappare e a volte lo fa, nel senso che cerca di non andare al lavoro mettendosi in malattia, di non stare con i colleghi o può avere atteggiamenti aggressivi con loro o con se stesso;
- Apatia: l’entusiasmo e l’interesse iniziale non ci sono quasi più. Al suo posto arriva l’apatia che porta all’indifferenza.
Le cause dello stress
- fattori legati alla persona: come la situazione familiare, le aspettative professionali, l’incapacità di gestire situazioni stressanti, l’alta emotività;
- fattori relazionali: ossia dovuti all’utenza: il rapporto con malati terminali per esempio, nel caso di medici, infermieri e in generale malati terminali o con i genitori dei propri studenti o con i colleghi in un ambiente particolarmente carico di invidia e negatività;
- fattori oggettivi organizzativi e professionali: l’esempio di cui sopra però è figlio di una cattiva organizzazione e infatti spesso il burnout è dovuto a condizioni ambientali sfavorevoli che non aiutano il lavoratore nello svolgimento del proprio compito come appunto ambiente sfavorevole, turni e orari stressanti, routine burocratica e – cosa tutt’altro che da trascurare – retribuzione inferiore a quello che è il carico di lavoro.
I sintomi del burnout
I sintomi possono essere di diversi tipi:
- Sintomi aspecifici: difficili da collegare a un tipo di malattia o sindrome particolare. Stanchezza ed esaurimento (tutti, chi più o chi meno, li abbiamo), insonnia, nervosismo, mancanza di voglia di vivere, incapacità di stare fermi.
- Sintomi somatici: gastrointestinali, ulcera, tensione muscolare, cefalee muscolo-tensive, vertigini, tachicardia, manifestazioni cutanee (acne, dermatite, eczema) ma anche allergie improvvise, asma, disturbi sessuali, mancanza di appetito ecc…
- Sintomi psicologici: rabbia e aggressività immotivate, depressione, scarsa autostima, incapacità di alzarsi dal letto per andare al lavoro, senso di colpa, sensazione di fallimento, difficoltà a relazionarsi con gli altri e con gli utenti, continuo dare addosso ai colleghi ma anche agli utenti.
Purtroppo non finisce qui, si possono verificare tendenze autodistruttive con abuso di alcol, droghe, psicofarmaci e fumo con gravi conseguenze fisiche e psicologiche.
mauro
io penso di essere vittima di stress da lavoro ,troppo egoismo da parte del datore di lavoro ,capisco le tasse da pagare , capisco che tutto ha un costo ma se decidi di avere degli operai sai che devi pagarli e che loro comunque hanno la loro vita e i loro problemi non possono vivere solo per il lavoro e non possono arrivare a casa la sera distrutti sia emotivamente che fisicamente,….non ho nulla da aggiungere ,grazie
Giovanni Bizzaro
Ciao,
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Giovanni Bizzaro
Ciao Alessio,
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Anna
Queste problematiche le hanno anche chi è al contatto con il pubblico. Non parlo di un piccolo negozio ma di esercizi commerciali che devono servire dalle 1.000 persone in su. Senza nulla togliere al personale sanitario e le forze dell’ordine. Questi settori commerciali hanno orari con turni che per giorni non riesci a vedere i familiari, costretti al sorriso anche quando si è ingiuriati dal cliente senza ragione. Di questo settore non si parla mai
roberto
sempre stato anche dagli 80 anche nello stato e la polizia si stato —-infatti lo stesso è cessato nel 2002 come lavoro usurante nel tempo motivazione .troppe notti -scorte anticriminine -umiliazione in servizio -anche se uno faceva il servizio per bene —-pensionato stato ex polfer arezzo dal 2002
lo stesso può richiedere il risarcimento danni a livello morale -e altro -arruolato da militate nel 1978 -con le stellette -e abet frequentato il 59 corso allievi stato polizia -a peschiera del garda -verona -tu fail tuo lavoro e non va bene mai nulla ma questo succede che io sappia in tutti i settori attendo risposta per iscritto -l’umiliazione è brutta -molto brutta anche perchè se uno crede in quello che fa -saluti -da arezzo ,li 02 -06-19 -ore 13,54-fine -poi si mettono anche i datori di lavoro per farsi vedere bene dfonte ai superiori -risposta per iscritto -fine -signor roberto pensionato -strano mondo -fine -sempre in peggio -fine –