I soci hanno dato il via libera all’aumento di capitale da 13 miliardi per Unicredit, uno dei più ingenti del settore. Era nell’aria da mesi la necessità di ricapitalizzare, necessità acuita dai non brillanti risultati degli stress test di luglio e che pareva ormai vitale per il futuro dell’Istituto.
Aumento di capitali per Unicredit
Un’assemblea straordinaria dei soci ha confermato il progetto con il 99,63% del capitale a favore. Alla votazione ha partecipato esattamente il 52,07% del capitale Unicredit, mentre non si sono segnalate modifiche rilevanti tra gli azionisti del gruppo. L’operazione prenderà  il via entro il primo trimestre (con il 13 febbraio come possibile data), subordinata  al completamento di tutti gli adempimenti necessari.
L’assemblea ha inoltre deliberato il raggruppamento delle azioni dell’istituto con un rapporto di una a dieci – un raggruppamento effettuatocon ogni probabilità entro il 23 gennaio.
Un aumento di capitale enorme e che porterà ad uno sconto sul prezzo delle nuove azioni non indifferente (si parla del 30%-40%). Rumors che non hanno aiutato il titolo in borsa portandolo ad un netto calo.
Se la parte straordinaria dell’assemblea è stata concentrata sul tema ricapitalizzazione, la parte ordinaria ha avuto ad oggetto le nomine del gruppo, le quali hanno ottenuto ampia approvazione.
Unicredit, la questione esuberi
Tema caldo per Unicredit sono anche le contrattazione con i sindacati per i previsti esuberi previsti dal piano industriale. Le ultime notizie confermano i primi rumors: l’istituto punta alla riduzione del personale sia tramite piani di pensionamento, poi valutando l’utilizzo del fondo di solidarietà .
Nel periodo 2015/2019 sono stati calcolati esuberi per circa 9.400 posizioni full time equivalente in Italia, di cui 5.600 già citati nel precedente Piano strategico 2018. Le richieste dei sindacati si concentrano soprattutto sul tema della volontarietà delle uscite.
Unicredit: il taglio agli stipendi
I probabili cali di stipendio dovrebbero invece interessare solo i vertici dell’istituto. Giuseppe Vita, presidente del Cda di UniCredit, ha dichiarato che ridurrà del 40% il suo stipendio annuo a partire dal 1° gennaio 2017.
Decisione che va nella direzione di quanto già comunicato a dicembre da Mustier, il quale aveva comunicato la volontà di tagliare sempre del 40% la propria remunerazione. Riduzione in egual misura anche per Vincenzo Calandra Bonaura, Luca Cordero di Montezemolo e Fabrizio Palenzona, i vice-presidenti di Unicredit.
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