Presto le multe arriveranno con un messaggio di posta elettronica. La stessa cosa accadrà con le cartelle esattoriali e con tutte le altre comunicazioni riguardanti tasse, imposte e atti pubblici. È la rivoluzione digitale targata Madia.
Domicilio digitale:Â accelera la digitalizzazione della PA
Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto correttivo della riforma Madia che dà il via libera alla creazione del domicilio digitale: ognuno di noi avrà un indirizzo digitale sul quale saranno recapitate tutte le comunicazioni della PA.
Il decreto correttivo del Codice dell’amministrazione digitale ora passerà all’esame delle commissioni parlamentari e poi tornerà in mano al Governo per l’approvazione definitiva. L’approvazione del decreto e quindi la nascita del domicilio digitale avverrà entro fine anno, ma il sistema diventerà operativo a partire dal 2019.
Da subito, i cittadini potranno indicare il proprio domicilio digitale, comunicando:
- il proprio indirizzo di posta elettronica certificata;
- un altro indirizzo digitale che rispetti i requisiti di sicurezza stabiliti dalla UE.
L’elenco degli indirizzi dei cittadini sarà liberamente consultabile e conterrà anche l’elenco degli indirizzi PEC già esistenti di imprese e amministrazioni pubbliche (contenuti rispettivamente nell’INI-PEC e dell’IndicePA).
Attraverso il nuovo sistema non solo si potranno ricevere direttamente comunicazioni della PA, ma si potranno scambiare comunicazioni aventi valore legale anche tra privati.
Multe in digitale: addio alla raccomandata
Possiamo dirlo: la temibile raccomandata verde andrà in pensione. I tempi in cui non si ritirava o si cercava di sfuggire al postino stanno per terminare.
Con il Domicilio Digitale la multa verrà recapitata tramite PEC, un sistema in grado di attestare quando il destinatario riceve la comunicazione e se il messaggio è arrivato integro. È probabile che nel breve periodo i dispositivi di rilevazione di velocità potranno elevare la sanzione all’istante per poi spedirla immediatamente all’automobilista colto in flagrante.
Questo comporta due importanti novità : i casi di prescrizione delle multe caleranno notevolmente e il famoso limite dei 90 giorni per vedersi recapitare a casa il verbale sparirà .
Come risparmiare quindi? Dando per assodato che il metodo infallibile per non pagare sanzioni alla guida è quello di rispettare sempre il Codice della Strada, si può avere uno sconto del 30% se la multa viene pagata entro 5 giorni.
Con il domicilio digitale risparmi per 250 milioni di euro
La PA comunicherà con i cittadini solo attraverso il nuovo canale. Questo significa l’azzeramento della posta cartacea proveniente dagli enti locali e dalle amministrazioni statali. Non bisognerà più rispondere al citofono per ritirare le raccomandate oppure sbirciare nella buca delle lettere per trovare i bollettini per il pagamento delle tasse locali o gli avvisi della PA. Tutte le comunicazioni saranno trasferite su una piattaforma digitale, con un risparmio di tempo di costi, sia per i cittadini sia per lo Stato.
Digitalizzare l’invio di multe, cartelle esattoriali, notifiche e atti farà risparmiare alle casse pubbliche più di 250 milioni di euro, tra costi diretti e costi indiretti. La creazione dell’infrastruttura tecnica e la gestione del sistema informatico costeranno invece 200.000 euro per il biennio 2018-2019.
Lo stesso decreto correttivo che ha introdotto il domicilio digitale ha istituito la figura del difensore civico per il digitale, che avrà il compito di gestire le segnalazioni dei cittadini riguardanti le presunte violazioni del Codice dell’amministrazione digitale.
Vincenzo Panicola
Cosa faranno particolarmente gli anziani (e parte della popolazione) che non hanno mai utilizzato un computer?
Ugo
Dall’articolo non evinco con certezza che questa novità sia obbligatoria. Leggo infatti “da subito i cittadini potranno indicare…” e il potranno ha il sapore della libera scelta.
Nel caso invece di obbligo effettivo siamo certi che sia costituzionale imporre un domicilio fiscale elettronico e di conseguenza l’obbligo di avere una connessione internet? Sarebbe come essere obbligati ad avere un telefono e/o un cellulare.
Il fatto che io occasionalmente possa commentare queste pagine non implica che abbia una mia connessione permanente
Spero si possa avviare una campagna di obiezione.
Franco Romani
Io avevo la prima PEC dei tempi di Brunetta, ora credo non ci sia più. Potrei conoscere tyutti i passi da intrapprendere per la nuova PEC? Grazie
Paolillo
L’idea é molto apprezzata, soprattutto da me che da anni uso solo il digitale.
Peccato che sia la solita utopia, per 2 fondamentali ragioni, anzi 3:
– Siamo in Italia e siamo italiani… con tutto ciò che ne consegue;
– La sola Agenzia delle Entrate ci ha messo “solo” un anno e 2 mesi a rispondermi a 1 richiesta (PEC), seguita da 4 solleciti ed altre due comunicazioni correttive (tutte PEC) per inviarmi il Codice Fiscale nuovo e corretto;
– Esistevano GIA’ gli indirizzi PEC gratuiti per tutti i cittadini (in quanto era un DIRITTO per tutti), ma magicamagicamente hanno deciso di metterli a pagamento!
In questo caso, succederà che chi, come me, già lo paga, diverrà contattabile, per gli altri, la solita latitanza!
In più aggiungerei: ma perché il mio indirizzo PEC dovrebbe essere su un elenco “pubblico”??? Come per i numeri di telefono, non dovrebbe! Soprattutto se me lo devo pagare!
Giulio Antognini
Sono curioso di sapere se questo farà calare quelle odiose (e ingiustificatamente alte) “spese di notifica”…scommetto di no!
Marco
E chi non possiede un computer… E quindi niente posta pec… Come fa a sapere dell’arrivo della multa?