Sono stati oggetto di polemica e controversia politica, ma adesso i voucher tornano sotto un’altra forma e non a caso vengono definiti nuovi voucher. Ma cosa è cambiato da quando sono stati aboliti? E soprattutto cosa cambierà per il lavoratore che viene contattato per lavori occasionali?
Vediamo di capire in cosa consistono i nuovi voucher che sono entrati in vigore dal 10 luglio.
Nuovi voucher: cosa sono
Addio ai vecchi voucher, da adesso in poi il lavoro occasionale sarà gestito in modo completamente diverso rispetto a prima e sostanzialmente in due modi:
- tramite il Libretto Famiglia (Lf) quando il datore di lavoro è una persona fisica, per esempio una famiglia che ha bisogno di assistenza domiciliare per i genitori anziani o di una babysitter;
- tramite il Contratto di prestazione occasionale (Cpo) – che non è proprio una novità nel modo del lavoro, ma in questo caso gli si dà una nuova connotazione – quando il datore di lavoro è un’impresa o un libero professionista.
Chi può usare i nuovi voucher e per quali lavori
Anche per quanto riguarda gli ambiti in cui i nuovi voucher verranno utilizzati, c’è da fare un’ulteriore distinzione:
Libretto famiglia
Come abbiamo detto, può usarlo una persona fisica che non eserciti attività professionale o imprenditoriale, almeno non per il lavoro che sta richiedendo. Nel dettaglio il libretto famiglia può essere usato per:
- lavori domestici
- lavori di giardinaggio, pulizia e manutenzione
- assistenza domiciliare a bambini e persone anziane, ammalate o con disabilitÃ
- ripetizioni private
Contratto di prestazione occasionale
In questo caso, i datori di lavoro possono essere aziende, liberi professionisti, lavoratori autonomi, associazioni, enti, fondazioni e altri enti di natura privata così come imprese del settore agricolo e istituzioni. Ovviamente, trattandosi di lavori che sono fuori dall’ambito domestico, le aziende useranno il contratto di prestazione occasionale per le varie esigenze lavorative. Con delle importanti limitazioni. Vediamo quali.
Nuovi voucher: chi non può usarli
I nuovi voucher non possono essere infatti utilizzati da:
- datori di lavoro che hanno più di 5 lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato
- da imprese che operano nell’edilizia o hanno attività di escavazione e le imprese nel settore delle miniere, cave e torbiere.
- da aziende per eseguire appalti di opere e servizi
- da datori di lavoro che, con la persona cui vorrebbero affidare una prestazione occasionale o anche un lavoro domestico, hanno avuto nei sei mesi precedenti un rapporto di lavoro subordinato o di lavoro coordinato e continuativo. Se, cioè, un datore di lavoro ti ha assunto a tempo determinato, il contratto si è concluso da qualche giorno, non potrà proporti subito i nuovi voucher ma dovrà aspettare almeno sei mesi.
Limiti di utilizzo
Non solo limiti da parte degli utilizzatori, ma anche di utilizzo. Nel dettaglio:
- ogni lavoratore, con riferimento alla totalità dei datori di lavoro, può ricevere un compenso massimo di 5mila euro lordi l’anno
- il limite è di 2500 euro per ogni datore di lavoro. Avere, quindi, un datore che ti paga 3mila euro lorde e l’altro 2mila non è possibile;
- limite di 5 mila euro anche per il datore di lavoro che appunto non può avere, rispetto alla totalità dei lavoratori, collaboratori pagati con i nuovi voucher che vadano oltre 5 mila euro. Che è poi anche il limite previsto per i collaboratori per chi ha una partita Iva con regime forfettario (in questo articolo troverai informazioni aggiornate al 2020, sul regime forfettario)
- la prestazione, in un anno solare (ossia dall’1 gennaio al 31 dicembre), non può durare più di 280 ore.
Nuovi voucher: cosa deve fare il datore di lavoro
Come si attivano i nuovi voucher? Ecco cosa deve fare il datore di lavoro per attivare i nuovi voucher.:
- registrarsi alla nuova piattaforma Inps
- versare una cifra – che varia a seconda di quante persone pensa di utilizzare con i nuovi voucher – che sarà il cosiddetto portafoglio elettronico con cui andrà a pagare il lavoratore, i contributi (ricordiamo che i voucher li hanno) e gli oneri di gestione
- comunicare l’avvio dell’attività lavorativa con due differenze: se si tratta di Libretto famiglia, potrà farlo anche dopo l’inizio o anche a conclusione dell’attività purché entro il 3 del mese successivo. Esempio: l’attività finisce il 27 luglio, deve comunicarlo entro il 3 agosto.
Se invece è una prestazione occasionale, la comunicazione va fatta almeno 60 minuti prima che inizi il tutto.
E se la prestazione non avviene? Nessun problema: può essere revocata entro 3 giorni. Ma se il lavoratore dichiara il contrario, cioè che è avvenuta, vale la sua parola.
Cosa deve fare il lavoratore
E il lavoratore? Anche lui deve registrarsi alla piattaforma Inps. Perché? Perché all’atto della registrazione dovrà fornire mail e numero di cellulare attraverso cui riceverà la comunicazione da parte dell’Inps che il datore di lavoro ha dichiarato l’inizio dell’attività lavorativa.
Inoltre: deciderà come ricevere il compenso. Addio ai cambi nei tabacchi o nelle banche: i voucher saranno “virtuali”, i lavoratori potranno infatti scegliere se farsi pagare con addebito su conto corrente (fornendo l’Iban), libretto postale, carta di credito, bonifico domiciliato presso gli uffici postali (per chi non ha un conto).
Nuovi voucher: il pagamento
Ok, tutto chiaro, ma come avviene il pagamento? Cosa cambia rispetto a prima? Anche qui ci sono delle importanti novità da tenere a mente e dovute differenze da fare.
Pagamento libretto famiglia
Il compenso minimo è di 10 euro all’ora così suddivise:
- 8 euro per chi effettua il lavoro
- 1,65 per la Gestione Separata Inps
- 0,25 assicurazione
- 0,10 oneri di gestione
Pagamento prestazione occasionale
La prestazione non può avere un compenso giornaliero al di sotto dei 36 euro, retribuzione minima per 4 ore di lavoro.
Nota bene: questo vale anche se lavori meno, ossia 3 ore, non puoi comunque essere pagato meno di 36 euro. Oltre le 4 ore il costo del voucher è di 12.29 euro di cui:
- compenso per il lavoratore 9 euro
- 2,97 vanno alla gestione separata Inps
- 0,32 all’assicurazione
- addizionale dell’1%Â per oneri di gestione.
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