Ottava salvaguardia in arrivo nel “pacchetto pensioni”
Il cosiddetto “pacchetto pensioni“, l’insieme di provvedimenti decisi dal governo per riformare il sistema previdenziale, conterrà anche nuove misure di salvaguardia per gli esodati.
In particolare conterrà l’attesa ottava salvaguardia, che va ad aggiungersi agli interventi realizzati negli scorsi anni a tutela dei lavoratori che si sono ritrovati in un limbo tra mondo del lavoro e pensione a seguito dell’entrata in vigore della riforma Fornero. I lavoratori che attendono da mesi l’adozione dell’ottava salvaguardia sono circa 32.000.
Secondo quanto dichiarato dal ministro del lavoro Poletti, non verranno stanziate risorse aggiuntive per coprire le spese necessarie al nuovo provvedimento. Al contrario, le risorse necessarie a finanziare le misure di sostegno previste per gli esodati saranno recuperate dal Fondo Esodati appositamente costituito nel 2012. Il fondo, come ha ricordato il presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano, ha avuto stanziamenti per più di 11 miliardi e mezzo di euro, da destinare per l’adozione di misure capaci di risolvere la spinosa questione dei lavoratori esodati.
Ottava salvaguardia: 32.000 esodati potranno andare in pensione
Le precedenti misure di salvaguardia hanno permesso a oltre 120.000 esodati di ricevere l’atteso assegno pensionistico. Al momento, rimangono fuori 32.000 persone che, con l’adozione dell’ottava salvaguardia, dovrebbero poter andare regolarmente in pensione.
Il provvedimento è stato chiesto ripetutamente da politici e sindacati e ora la situazione sembrerebbe a un punto di svolta. Con la discussione e l’approvazione delle leggi di Stabilità e di Bilancio si avranno numeri certi, ma il ministro Poletti ha più volte rassicurato i lavoratori che si trovano ancora nella scomoda posizione di esodati: l’ottava salvaguardia ci sarà e, a meno di sorprese dell’ultim’ora, sarà l’ultima.
L’ottava salvaguardia riguarderà tutti gli attuali esodati, compresi quelli in mobilità , chi è uscito dal servizio e chi è stato autorizzato alla prosecuzione volontaria. In pratica, il sistema di tutela darà  la possibilità a chi aveva maturato i requisiti per lasciare il lavoro prima del 2011, cioè prima che entrasse in vigore la riforma Fornero, di andare in pensione con i vecchi criteri.
Ottava Salvaguardia: i problemi dell’INPS
Se la situazione sembra sotto controllo c’è da dire che, qualche mese fa, gli esodati si trovavano a fornteggiare altri problemi. Come se non bastasse aver perso lavoro e pensione nelle maglie di una riforma controversa come la Legge Fornero, l’INPS aggiunse il danno alla beffa sulla pensione esodati. Spostando all’anno successivo l’erogazione di questo contributo, fece scattare la tassazione separata sui ratei accumulati nell’anno precedente.
I ratei altro non sono che pagamenti che spetterebbero nel corso di un anno, ad esempio il 2016, ma vengono versati nell’anno successivo, ad esempio il 2017. In sostanza si tratta di assegni che arrivano in ritardo e, purtroppo, a cavallo tra due annate fiscali per coloro che fanno domanda negli ultimi mesi dell’anno.
Se questo meccanismo è solitamente favorevole al contribuente, per gli esodati risulta svantaggioso in quanto impedisce agli stessi, non ricevendo un reddito, la deduzione dei contributi volontari, o il riscatto degli anni di laurea, dall’imponibile della dichiarazione dei redditi.
Ottava Salvaguardia e tassazione separata
“L’imposta si applica in maniera separata sugli emolumenti arretrati per prestazioni di lavoro dipendente (compresi i redditi da pensione) riferibili ad anni precedenti, percepiti per effetto di leggi, di contratti collettivi, di sentenze o di atti amministrativi sopravvenuti o per altre cause non dipendenti dalla volontà delle parti”
Ecco cosa recita, in maniera chiara, l’articolo 17, comma b, del TUIR (Testo Unico delle imposte sui redditi). L’INPS, che eroga il reddito, non può spostare all’anno successivo questo tipo di contributi perché si andranno a modificare i valori di tassazione ordinaria previsti nell’anno in corso. Ma sta succedendo.
In passato questo tipo di azioni non ha mai destato polemiche, perché favorevole ai contribuenti che vedevano applicata una tassazione di vantaggio rispetto a quella ordinaria. Nel caso degli esodati, in attesa di pensione, la tassazione separata diventa un grave danno, poiché non potendo produrre la dichiarazione dei redditi (dal momento che detti redditi vengono appunto tassati separatamente), non possono dedurre gli importi consistenti versati all’INPS sotto forma di contributi previdenziali volontari o per riscattare gli anni di laurea.
Il problema come detto riguarda coloro che hanno fatto domanda negli ultimi quattro mesi dell’anno, poiché l’INPS eroga gli assegni in ritardo e quindi i primi versamenti avvengono dopo febbraio dell’anno successivo, ben oltre quindi il periodo di conguaglio fiscale.
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