Fuorigioco: la 26esima giornata di Serie A
Il Napoli ha steccato perché in una giornata nera ha incontrato sia la sfortuna (due traverse) che un’Atalanta stellare pronta a dimostrare di domenica in domenica di non essere un fenomeno estemporaneo. La cessione di Gagliardini non ha spostato di un millimetro le ambizioni di Gasperini che trova i gol (e lo spettacolo) pure con i difensori.
In chiave salvezza il Palermo ha ritrovato il gioco, ma non ha lasciato la sfortuna (1-1 al 90′ dopo una grande prova); il circo di Zemanlandia ha già effettuato una sosta e ha perso malamente a Verona, mentre il Crotone ha tirato i remi in barca con il Cagliari dopo essere andato in vantaggio. La metà della classifica continua a produrre partite noiose e inutili (Genoa-Bologna) e continua ad annullare l’appeal della Serie A.
Il secondo gol di Mattia Caldara
Non vogliamo dirvi per l’ennesima volta quanto è forte l’Atalanta di quest’anno (prova del nove superata). Non vogliamo nemmeno parlare troppo di Mattia Caldara, protagonista inaspettato della notte napoletana. Di lui vogliamo isolare solo un gesto tecnico, un azione: il secondo gol.
La testimonianza pratica di essere di fronte ad un talento mostruoso. Avvertenze: difficilmente troverete l’azione completa su Youtube, perché nelle sintesi televisive tagliano spesso le cose migliori.  L’azione del secondo gol parte dalla difesa dei bergamaschi: Caldara stoppa con prepotenza un avversario, supera con un sombrero un altro uomo, lancia Spinazzola sulla sinistra e lo accompagna centralmente.
Corre come un forsennato e basta la corsa, un semplice movimento del corpo, per spiegare a Spinazzola quanto sia importante restituirgli quel pallone. Detto, fatto: Caldara arriva stanchissimo, ma non quanto basta per impedirgli di colpire e battere Reina. Ha messo la firma su un’opera d’arte del calcio, da lui costruita e manovrata: l’azione perfetta del difensore perfetto.
https://www.youtube.com/watch?v=57xc8fvkdlY
Bonnie e Max
A proposito di Bonucci. Leo è tornato in campo contro l’Empoli, ha amministrato la difesa e ha lasciato intendere un disgelo con Allegri. In settimana se ne sono dette tante, ma sta di fatto che la Juventus si è comportata da grande società . Alla vigilia di una partita fondamentale per la stagione hanno tagliato fuori uno dei giocatori più rappresentativi. Le regole valgono per tutti e tutti devono rispettarle.
Non sapremo mai cosa è successo in quello spogliatoio e non spetta neanche a noi saperlo. Sappiamo però che se la Juventus è una spanna avanti a tutti è perché ha sempre dimostrato di lavorare con delle regole e con dei principi che devono rispettare tutti. Dal primo all’ultimo. Ora resta da capire se la prossima stagione Bonucci e Allegri resteranno entrambi alla Juventus o se uno dei due seguirà altre strade.
Arriva il Derby di Coppa Italia
Archiviata questa giornata di campionato, la Tim Cup è pronta a recuperare un pizzico di fascino per ospitare una settimana molto intensa. Tornano di fronte Juventus e Napoli e torna il derby di Roma. Tutti vogliono alzare la coppa e qui nulla è scontato. Sarà curioso capire come le squadre affronteranno l’impegno: la Juventus ha speso turnover in campionato e probabilmente impiegherà tutte le sue forze migliori contro il team di Sarri (vedi le assenze premeditate di Buffon e Dybala contro l’Empoli).
Il Napoli d’altro canto ha bucato clamorosamente la sfida interna contro l’Atalanta  e la settimana prossima fa visita alla Roma di Spalletti. È difficile che lasci risorse fondamentali a Torino, dove potrebbe impiegare dall’inizio gente come Milik, Giaccherini e Rog.
Stesso dicasi ovviamente anche per la squadra di Spalletti che sta già fronteggiando l’impegno dell’Europa League e che aspetta i partenopei dopo aver sfidato anche l’Inter a San Siro. Potrebbe toccare a Totti rivestire un ruolo decisivo in una stracittadina. Sarà più sgombra la Lazio, che potrebbe effettuare qualche rotazione contro il Bologna e utilizzare le sue migliori frecce nel derby di coppa.
La storia non (si) cambia
Questa settimana dedichiamo un extra a Claudio Ranieri. Il suo esonero dal Leicester ha sconvolto tutti. La squadra è passata da un orgasmo collettivo a una lunga depressione che rischia di culminare con una clamorosa retrocessione. Le cose da dire sono tante. Si potrebbe dire che Ranieri avrebbe potuto lasciare da eroe a giugno o che avrebbe potuto vendere tutti gli artefici della meravigliosa stagione a peso d’oro (hanno dato via solo Kantè, l’unico che ha dimostrato effettivamente qualcosa).
Una cosa non si può dire: il Leicester non ha sbagliato a mandarlo via, perché la situazione era effettivamente diventata critica. Quando i calciatori tradiscono, c’è poco da fare. Ci vanno loro in campo e mai come questa volta sono loro i responsabili del tracollo. Ranieri tira i remi in barca, ma non è il perdente di questa storia. La storia del Leicester ci ha appassionato perché c’era lui in panchina. È lui che ha scritto la storia ed è di lui che ci ricorderemo tra tanti anni. Ci fosse stato un altro tecnico, forse non ci sarebbe piaciuta così tanto. Le cose cambiano col tempo, è vero. Ma la storia non si cancella.
E se c’è uno che ha scritto la storia e che conserverà sempre la simpatia di tutti, questo signore qui è Claudio Ranieri. Non i giocatori del Leicester, probabilmente destinati alla più goffa (e meritata!) delle retrocessioni. L’abitudine dei presidenti non cambia, ogni mondo è paese. È sempre la stessa storia, paga l’allenatore. Ma per una storia che non cambia, c’è una storia che non si cambia. È quella è stata scritta per l’eternità .
L’Italia futuribile è già pronta
C’è un’Italia che sta nascendo e Ventura può solo beneficiarne per avviare la restaurazione del post-Conte. Ha una squadra futuribile, ma piena di elementi già fatti e finiti per reggere alti livelli. L’Italia che sta nascendo è un Italia del futuro, ma anche del presente: Caldara-Rugani è la coppia centrale che sta prendendo piede a suon di minuti e prestazioni eccellenti. Gagliardini sarà presto il nuovo metronomo della Nazionale e Belotti è pronto a prendersi le chiavi dell’attacco.
Senza dimenticarci di Gabbiadini che da quando è in Inghilterra buca le porte con una facilità clamorosa (due gol allo United + uno annullato ingiustamente). Questi sono i giocatori già pronti, ma ce ne sono tanti altri ascrivibili alla lista del futuro: Spinazzola, Chiesa, Conti, Berardi, Pellegrini e tanti tanti altri. Unire questi giocatori a quelli entrati nel pieno della maturità potrebbe essere la ricetta giusta per creare un’Italia frizzante e libidinosa. Come Ventura.
Un ufo a San Siro
La Roma avrebbe voluto dare un segnale importante al campionato. Non fa in tempo a darlo alla Juventus, ma a tutte le altre sì. Forse il vero segnale lo dà all’Europa, perché con giocatori come Fazio, Dzeko e soprattutto Nainggolan sarebbe un delitto non puntare all’Europa League. Fatto sta che la Roma gioca una partita che è una prova di forza, e lo capisci anche dalle situazione più discusse della partita. Difficile dire se sul secondo e sul terzo gol ci siano dei falli, ciò che è certo è che è tale la forza fisica dei giocatori giallorossi che sembrano sovrastare avversari anche ben piazzati come Gagliardini e D’Ambrosio. Il vero ufo è Nainggolan, che segna due reti incredibili: la prima di potenza e balistica, la seconda di prepotenza facendo 50 metri di campo. Al di là delle polemiche nerazzurre è la vittoria della fisicità contro un’impostazione un po’ leggera dell’Inter.
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