Con la sentenza n. 14058/2020, la Suprema Corte interviene nuovamente sui controlli fiscali che puntano sulle indagini condotte su spese e conti correnti dei professionisti, per accertarne la possibile evasione fiscale.
Controlli fiscali sui conti correnti
Il Fisco ormai può accedere ai conti correnti dei cittadini per poter velocizzare i propri accertamenti analitico-presuntivi, quei controlli cioè che si basano sulla contestazione di movimentazioni bancarie che il contribuente non riesce poi a giustificare in maniera compiuta.
Cosa significa?
Significa che è il contribuente che, a fronte di una contestazione del Fisco basata sul proprio conto corrente, deve dimostrare in maniera analitica che l’operazione bancaria oggetto di indagine è estranea all’accusa di evasione.
In pratica se il Fisco ti convoca perché ha individuato un movimento sospetto sul tuo conto, incrociando tutti gli altri dati sul tuo reddito e sul tuo patrimonio, sarai tu a dover dimostrare che quell’entrata deriva da attività lecite e giustificabili con tutte le prove del caso.
La Commissione tributaria del Lazio, con la sentenza n. 1300/2020, afferma che il professionista chiamato a rispondere di movimenti sospetti deve allegare prove non generiche, ma analitiche, circostanziate e specifiche.
Controlli fiscali sulle spese
Ma non ci sono soltanto i conti correnti. Il reddito determinato tramite le presunzioni, riguarda anche determinate spese. Ecco alcuni esempi:
- reddito degli odontoiatri determinato anche sulla base del notevole consumo di guanti monouso, che giustificherebbero incassi non dichiarati;
- avvocati che a fronte di un numero esiguo di fatture, hanno presentato un quantitativo non giustificabile di ricorsi civili e amministrativi (25 fatture in un anno a fronte di 200 ricorsi);
- commercialisti che pur avendo un numero esiguo di clienti, trasmettono telematicamente un numero spropositato di pratiche.
Il succo del discorso è che ormai i dati in possesso dell’amministrazione finanziaria, sono talmente tanti che un’indagine basata sull’incrocio di dette informazioni può far emergere più facilmente che in passato le pratiche evasive.
Controlli fiscali: conti correnti nel mirino delle EntrateClick To TweetControlli fiscali: attenzione alle rate del mutuo
Anche la rata del mutuo potrebbe mettere in allerta l’Agenzia delle Entrate.
La Cassazione, con la sentenza n. 15896/2020, conferma la possibilità per il Fisco di far scattare l’accertamento nel caso in cui le rate del mutuo risultino essere sproporzionate rispetto ai redditi dichiarati.
Basti pensare a chi, per mantenere il proprio tenore di vita non avendo entrate a sufficienza, si fa aiutare dai propri familiari con alcune spese, da quella alimentare alle rette scolastiche, passando per le bollette o gli acquisti di capi di abbigliamento. Ecco che in questo modo le rate del mutuo potrebbero apparire incompatibili con lo stipendio.
Ecco perché è molto importante documentare sempre tutto, anche gli aiuti e i regali in denaro della famiglia, possibilmente facendo passare il tutto attraverso strumenti tracciabili come i bonifici. In questo modo si può sempre giustificare in maniera analitica il proprio tenore di vita.
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Marcello Lavigna
Questo modo di procedere è tipico dei paesi dove l’evasione fiscale è consentita e incoraggiata esclusivamente per importi a sei zeri e più.
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