Decreto crescita: sconti fiscali fino al 93% per far ritornare gli italiani che se ne sono fuggiti a lavorare all’estero, ma non solo.
Parliamo di regime fiscale agevolato, per far rientrare e attirare in Italia il cosiddetto “capitale umano”.
L’Italia entra così in competizione fiscale con altri paesi, proponendo riduzioni dell’Irpef dal 64 al 93%.
Di questo nuovo regime fiscale, approvato dal Parlamento con il Decreto Crescita (D1 34/2019, convertito dalla legge 58) ne possono beneficiare:
- per i ricercatori e docenti che rimpatriano, aumentano e si allungano gli incentivi, considerando il forte gap salariale con l’estero e la precaria stabilità normativa offerta.
- Sconti fiscali anche per i pensionati. L’Italia segue l’esempio del Portogallo, dove si sono trasferiti molti pensionati italiani attirati da una tassazione minore.
- Gli sportivi professionisti stranieri e non che sono stati all’estero per almeno due anni, pagheranno l’Irpef sul 50% del reddito lordo per cinque anni a patto che rimangano in Italia almeno due. Questo risparmio si riflette anche sulle società sportive che a parità di costo potranno far guadagnare di più il professionista versando anche lo 0,5% al settore giovanile.
- Per chi avvia un’impresa in Italia è prevista una riduzione dell’imponibile tassato dal 30 al 50% , con la possibile proroga di altri cinque anni dopo i primi cinque.
- Per chi si trasferisce al Sud l’imponibile sarà ridotto del 10%.
- Gli stranieri ad alto reddito che si trasferiscono in Italia, hanno una tassa fissa di 100mila euro, più 25mila euro per ogni componente della famiglia. Agevolazioni inoltre per i visti riservati a chi decide di investire in Italia e anche la tassazione delle successioni agevolata.
Una gara a sconti fiscali quindi, per far tornare i “cervelli in fuga” e per far scegliere l’Italia non solo come luogo di vacanza, ma anche come paese dove vivere ed avviare la propria impresa.
Le critiche a questo nuovo decreto crescita, che va ad ampliare il precedente varato nel 2017 dal Governo Renzi, arrivano da chi vede il rischio che l’Italia diventi luogo di turismo fiscale.
Mentre è sostenuto anche dall’Aire ( Anagrafe italiani residenti estero) che nel 2018 è arrivata a 5,3 milioni di iscritti.
Attenzione però, gli italiani che lavoravano all’estero e che hanno scelto di rientrare prima del 1°luglio, non beneficeranno degli sconti fiscali del nuovo decreto crescita.
Gli sconti potenziati non valgono nemmeno per chi è tornato negli anni scorsi ed ha beneficiato del decreto crescita 2017. Questa falla, per Valentini ( animatore della community Gruppo Controesodo, che raccoglie circa 900 rimpatriati) ha bloccato molti rientri dal Regno Unito legati alla Brexit ed aumenterà il rischio che molti manager e ricercatori, finito il bonus se ne ritornino all’estero.
Di 8-9.000 che ne hanno beneficiato si stima che almeno il 25% lascerà nuovamente l’Italia conclusi i cinque anni di agevolazioni, se non si corre ai ripari.
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