Ti trovi male nel tuo posto di lavoro o magari sono mesi che continui a lavorare ma non ricevi stipendio. O ancora sei sottoposto a vessazioni da parte dei capi o dei colleghi che riesci a malapena a sopportare.
Oppure la situazione non è così drammatica, ma hai ottenuto una di quelle proposte di lavoro che non si può proprio rifiutare. Ottimo, ma ti hanno detto che ti vogliono entro pochi giorni.
Tutte situazioni che ti possono portare a dare le dimissioni senza preavviso come è invece previsto dalla legge. Ma è possibile dimetterti senza comunicarlo per tempo? In quali casi si può fare? E cosa succede? Scopriamolo in questo articolo.
Cosa si intende per dimissioni
Ogni rapporto di lavoro può essere interrotto e questo può accadere o per decisione dell’azienda che procede al licenziamento o perché il contratto è “scaduto” oppure perché a un certo punto il lavoratore decide di dimettersi.
Dare le dimissioni è infatti quello che fa un dipendente quando comunica al proprio datore di lavoro che entro un determinato tempo abbandonerà il proprio incarico.
Cos’è il preavviso
Il preavviso, infatti, non è altro che “l’avvisare per tempo” da parte del lavoratore della decisione che ha preso. Questo “per tempo” non viene ovviamente stabilito dal lavoratore, ma è una durata variabile che dipende dal livello di inquadramento che ha (per i manager, per farti un esempio, i tempi sono molto diversi), dall’anzianità e anche dal CCNL, ossia dal contratto di categoria.
In linea generale, il periodo di preavviso viene calcolato in modo da consentire all’azienda di trovare un sostituto e di poter effettuare quello che viene definito “passaggio di consegne” da un dipendente all’altro. Ecco perché, sempre in base al contratto, può andare da un minimo di 15 giorni fino a 120.
Anche per presentare la lettera di dimissioni – che sotto vedremo nel dettaglio – c’è un termine di tempo, in genere dal 1° del mese fino al 16esimo giorno (cosa che, se si ha un CCNL di riferimento è chiaramente indicata).
Ci sono però dei casi in cui è possibile rassegnare le dimissioni senza rispettare i tempi previsti e che, per l’appunto, prevedono che tale gesto abbia effetto immediato. Ossia dal momento in cui lo comunichi all’azienda non sei tenuto a rispettare nessun termine. Vediamo quali sono.
Dimissioni senza preavviso per giusta causa
Come dicevamo, ci sono dei casi in cui il lavoratore può dare le dimissioni con giusta causa e senza quindi considerare il periodo di preavviso.
Ecco quando è possibile:
- accordi collettivi di esodo
- mancato versamento dello stipendio o ritardo
- procedure di licenziamento collettivo
- mancato versamento dei contributi previdenziali da parte dell’azienda
- mobbing (anche se poi è da provare)
- molestie sessuali da parte del datore di lavoro
- quando il datore di lavoro pretende dal dipendente che questo compia atti o condotte illecite
- modificazioni particolarmente peggiorative delle mansioni, tranne nei casi di demansionamento previsti dall’azienda
- gravidanza: la donna che è incinta può dimettersi senza dare preavviso entro il primo anno di vita del bambino
- padre lavoratore che fruisce del congedo di paternità, per tutta la sua durata, e fino a un anno di età del bambino
Sono casi, questi, in cui ci si può dimettere senza rispettare i tempi e si ottiene anche l’indennità sostitutiva del preavviso. Diversa è invece la situazione per quanto riguarda le dimissioni senza preavviso per matrimonio. Ci si può dimettere sempre per giusta causa nel periodo che intercorre dalla data delle pubblicazioni sino a un anno dalla data del matrimonio, ma non si ottiene nessuna indennità.
Ma se invece non rientri in nessuna di queste situazioni e non ne puoi proprio più di andare in quel posto di lavoro o se invece hai ottenuto un’offerta cui non vuoi proprio rinunciare, che fare?
Dimissioni senza preavviso: come fare? Click To TweetCosa succede al lavoratore che si dimette senza preavviso
Non concedere all’azienda il periodo di preavviso previsto dal contratto e andarsene dunque dall’oggi al domani, legittima il datore di lavoro a trattenere dalla busta paga un importo che è pari a quello che il lavoratore avrebbe percepito se avesse rispettato i termini previsti.
Per capirci meglio: se hai un mese di preavviso da dare prima di licenziarti e non lo rispetti, l’azienda è tenuta a trattenertelo dallo stipendio. Questa trattenuta sarà visibile nel cedolino relativo all’ultimo mese di lavoro, che è poi lo stesso dove potrai vedere le ferie che non hai goduto e che ti saranno liquidate, i permessi non goduti e maturati fino a quel momento, tredicesima e quattordicesima.
Questa “trattenuta” dipende dal fatto che non hai dato il giusto tempo all’azienda di trovare un sostituto, pertanto se sei in un periodo di difficoltà economica, anche se non ce la fai più a stare dentro l’azienda, considera questo aspetto.
Se invece hai ricevuto una nuova proposta e la nuova azienda ti fa pressione affinché tu vada dall’altra parte il prima possibile, fai presente i tuoi obblighi e quanto “perderai” nell’andartene prima del tempo previsto: in molti casi le aziende nuove, pur di avere il dipendente, tendono a “risarcire” della mancata indennità di preavviso.
Ci sono poi dei casi in cui azienda e lavoratore possono giungere a un accordo, pertanto, se il rapporto con il tuo datore di lavoro è sempre stato buono, puoi preannunciare le tue intenzioni al tuo capo o al responsabile delle risorse umane e potrebbe succedere che l’azienda o non abbia bisogno del periodo di preavviso o che magari ti chieda di fare giusto qualche giorno in più, ma non ti trattenga nulla dallo stipendio.
Dimissioni senza preavviso con contratto a tempo determinato
Cosa succede se invece hai un contratto a tempo determinato? Ti ricordiamo che tale tipo di contratto, almeno sulla carta, viene fatto in occasioni di picchi di lavoro o quando sorge l’esigenza di assumere qualcuno per un certo periodo e per una specifico ruolo che magari non è previsto nell’assetto aziendale.
Ecco perché se ti dimetti e non c’è una giusta causa, la situazione non è semplicissima. Infatti per tale tipologia di contratto non è previsto né il preavviso né un recesso anticipato, questo perché se una persona viene assunta per picchi di lavoro, che un lavoratore se ne vada via, potrebbe arrecare numerosi danni.
Presentare, pertanto, delle dimissioni senza giusta causa e senza il dovuto preavviso è un’inosservanza del contratto e il tuo datore di lavoro ha il diritto di chiederti una sorta di “risarcimento” del danno che si concretizza appunto in una trattenuta nella busta paga.
Di quanto sia, è difficile saperlo, a volte può corrispondere al numero di mesi che mancano alla conclusione del contratto, altre volte si può tenere in considerazione quanto fatto da lavoratore. In alcuni casi, azienda e lavoratore possono accordarsi.
Il consiglio è di parlarne sempre per tempo con datore di lavoro, capo o con chi gestisce le risorse umane in modo da potere affrontare ogni cosa con la dovuta calma.
Dimissioni senza preavviso: come presentarle
Detto questo, se vuoi rassegnare le tue dimissioni come devi fare? Sappi che, a differenza di come avveniva in passato, la lettera di dimissioni viene presentata in modo telematico secondo la procedura prevista dal Ministero del lavoro
Per farlo, è necessario essere in possesso del PIN INPS dispositivo o delle credenziali SPID.
Per portare avanti questa procedura, puoi agire tu stesso, collegandoti al sito, oppure rivolgerti a un patronato che ti aiuterà a evitare qualsiasi tipo di errore.
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