Smart Working (o lavoro agile) è un nuovo concetto di lavoro: non ci si reca più in un luogo prestabilito, ma si può fare ovunque.
Cos’è lo Smart Working e come funziona?
In principio era il telelavoro, ed era necessaria una connessione aziendale dedicata. Ma oggi con l’avvento del cloud computing e l’evoluzione di smatphone e tablet, tutto è diventato più semplice. Circa il 58% delle grandi aziende italiane ormai, sta sperimentando in qualche modo questa nuova modalità di lavoro (dati Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano).
Si stima che l’adozione diffusa di questa modalità di lavoro potrebbe portare notevoli vantaggi economici prima di tutto alle aziende, con una crescita dell’efficienza sul lavoro e minori costi di gestione del lavoro stesso. Ulteriori vantaggi riguardano la riduzione degli spostamenti per i lavoratori e il conseguente minor impatto ambientale.
Tutto questo però richiede un impianto normativo a tutela di lavoratori e aziende.
Le norme italiane sullo Smart Working
Le norme italiane sullo Smart Working, inserite nel “Jobs Act dei lavoratori autonomi“, definiscono il lavoro agile come una “modalità flessibile di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato allo scopo di incrementare la produttività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro“.
La norma precisa inoltre che:
- il lavoro agile è svolto in parte nella sede aziendale e in parte altrove, ma comunque entro l’orario di lavoro;
- il trattamento economico in caso di scelta del lavoro agile non deve subire una contrazione;
- l’accordo tra azienda e lavoratore deve avere obbligatoriamente la forma scritta, con la definizione dettagliata di mansioni e orari;
- l’azienda deve fornire al lavoratore l’informativa sulla sicurezza del lavoro;
- il lavoratore ha diritto ad una copertura assicurativa sugli infortuni sul luogo di lavoro anche in caso di lavoro agile.
Applicazione immediata dello Smart Working anche senza accordi lavoratori-azienda
Come detto per attivare il lavoro agile sono necessari degli accordi lavoratori-azienda e delle procedure relative all’informativa sulla sicurezza sul lavoro.
Ma ci sono delle eccezioni nei casi in cui si manifestano delle situazioni critiche che obbligano a chiedere ai dipendenti di lavorare da casa.
Come è già accaduto in occasione dell’alluvione di Torino e del crollo del Ponte Morandi a Genova, anche nei luoghi individuati come focolai dell’influenza da Coronavirus in Italia, si può partire immediatamente con lo Smart Working senza tutti gli adempimenti previsti dalla legge. A stabilirlo il decreto attuativo n. 6 del dl 23 febbraio 2020, recante misure urgenti sul Coronavirus.
Mariano Corso, responsabile dell’Osservatorio sullo Smart Working del Politecnico di Milano, spiega:
Già oggi le grandi multinazionali, gruppi come Unicredit e Generali stanno lavorando a pieno ritmo, nonostante gli uffici siano chiusi. Hanno percentuali di lavoratori attrezzati per il lavoro agile del 60-70%, e un’organizzazione corrispondente. Chi invece non è attrezzato avrà maggiori difficoltà, e magari se sarà costretto a organizzarsi nel giro di pochi giorni avrà anche un calo della produttività, che di regola con lo smart working invece sale anche del 15-20%, perché si lavora per obiettivi. Ma è comunque meglio che stare fermi, costringendo anche i lavoratori a farlo.
Qual è la differenza tra Smart Working e telelavoro?
No, Smart Working e telelavoro non sono la stessa cosa. Anzi, come vedremo il telelavoro è una parte dello Smart Working, che è un concetto molto più ampio. Veniamo alle definizioni:
- Smart Working, lavorare senza obblighi circa il luogo fisico in cui svolgere le proprie mansioni definite insieme al datore di lavoro.
- Telelavoro, lavorare da casa o da un altro luogo specifico e decentrato rispetto agli uffici dell’azienda in cui si è impiegato.
In pratica il telelavoro comporta modalità di lavoro del tutto simili a quelle che riguardano le attività in sede, inclusi gli orari e le linee di comunicazione che spesso sono dedicate e di proprietà dell’azienda, come pure gli strumenti come PC e smartphone.
Con lo Smart Working invece le attività vengono completamente slegate da un luogo fisico ben definito (il classico esempio è quello di chi afferma di lavorare dalla spiaggia in un luogo sperduto in mezzo all’Oceano) e dalle strutture aziendali. Si lavora con mezzi propri e collegamenti anche di terzi, si pensi al WiFi di un locale pubblico.
Le attività, inoltre, sono sempre più slegate dall’orario di permanenza davanti al PC (per fare un esempio) e sempre più orientate al raggiungimento degli obiettivi fissati in azienda.
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