Non guardare la classifica, nelle prime giornate non conta, dicono gli esperti. Poi gli dai una sbirciata di sbieco, e leggi “Juventus, Sampdoria, Genoa e Sassuolo”. Sono solo due giornate, pensi. E in fondo la Juventus è lì dove doveva essere. Il calcio ha la memoria corta e dimentica in fretta la falsa partenza dei bianconeri dello scorso campionato. Tutti tranne gli interisti, che per consolarsi non fanno altro che ripetere “Ma sì, in fondo anche la Juventus l’anno scorso aveva iniziato anche peggio. Hai visto mai“. E via a filosofeggiare sulle alchimie di De Boer, che per ora si è alzato dalla panchina soltanto per dire “Go Go Go”, ma il tempo è dalla sua parte (forse). Gli spunti della giornata sono tanti, ne scelgo 6, con gli occhi ancora abbagliati dai calzettoni gialli dell’Inter e dalla divisa verde scuro del Milan.
- Quel gran genio di Juric
Il Genoa, per ora capolista, ha trovato lo schema vincente. Subisce gol e poi ribalta le partite. È già successo con il Cagliari, ieri il bis con il Crotone. La verità è che i Grifoni hanno trovato un allenatore pratico, efficace, mediaticamente molto interessante. Le interiviste di Juric sono uno spasso: mai banale, mai accomodante con i giornalisti. Ha il piglio di un Mourinho balcanico, quindi più turbofolk. Eppure il contesto in cui opera è molto più simile all’idea di impianto di gioco del Barcellona. Juric era il vice di Gasperini, come Guardiola era un giocatore di Crujiff (gli dei del calcio mi perdonino). Preziosi, per una volta, ha scelto di cambiare portando continuità e innovazione. E un signor allenatore in Serie A - Galeotta la mano di Romagnoli
Cross al centro, scivolata maldestra e pallone che sta per finire in rete. Romagnoli prova a salvarsi dalla figuraccia con un gesto istintivo ricacciando via il pallone con una mano. Callejon non si fa pregare e appoggia in rete. Valeri, l’arbitro, ammonisce il difensore del Milan. Non ci sono interpretazioni di sorta, Valeri fa bene e applica il regolamento. Se non ci fosse stato Callejon sarebbe stato calcio di rigore ed espulsione. In questo caso, secondo il regolamento, l’arbitro è tenuto ad applicare il vantaggio immediato ed evidente, ed ammonire Romagnoli per comportamento anti-sportivo. - Banega e i suoi (nuovi) amici
Quando al decimo passaggio sbagliato da Medel, Banega ha alzato gli occhi al cielo, avrà pensato di essere capitato in un equivoco. Dicono che Joao Mario, in tribuna, sia stato pizzicato su Skyscanner a cercare il volo di ritorno per Lisbona. Ma Banega ha continuato a dare fiducia ai suoi compagni. Prima prendendo la mira per lanciare Santon che non capisce l’intuizione e parte con dieci secondi di ritardo. Poi fraseggiando con Kondogbia che gli tira pallonate sugli stinchi anziché appoggiargli la sfera come converrebbe ad un giocatore così. Il ragazzo ha classe e tocco, ed è la speranza interista di questo momento buio. Che ne sai, magari con un colpo di fortuna uno tra Joao Mario e Gabigol riesce persino a passargli un pallone.
Fuorigioco, 6 considerazioni sulla seconda giornata di seria A 2016/2017 http://bit.ly/2cozO1Y @6sicuro
- Berardi e la nazionale
Buonasera mister Ventura. Passi per Eder che si fa il mazzo e si sacrifica (poi non segna da anni ma va bene così, siamo gente generosa e quando non capiamo basta dirci “Fa un lavoro oscuro”), ma che senso ha convocare Pellè che ha deciso di andare a giocare in Cina? Non è che siamo tipi vendicativi, Pellè ci sta simpatico e ne imitiamo anche il taglio di capelli, ma non converrebbe voltare pagina? Tipo, uno come Berardi non sarebbe da inserire subito in nazionale? Credo che quattro stagioni con Di Francesco (signor allenatore anche lui) gli abbiano giovato abbastanza. Adesso è il momento di puntare sul ragazzo. Certo che mi darà ascolto. - Chi mal comincia
Di solito il primo candidato alla retrocessione. Ma io sarò magnanimo. Solo che il Crotone di Nicola mi convince davvero poco, e non per le qualità del suo allenatore che stimo dai tempi di Bari. Il problema è che la squadra che ha stupito in B andava rafforzata, non indebolita. Senza Budimir e senza stadio ho paura che i conti non tornino. Capitolo Empoli: due sconfitte immeritate. L’anno scorso si passò da Sarri a Giampaolo e andò bene. Sicuri che ci si possa ripetere passando da Giampaolo a Martusciello? Sul Bologna passo, sono sicuro che non sia quello dell’imbarcata di ieri sera. Il Pescara ha dei limiti ma una squadra viva e un allenatore interessante. Ne riparliamo tra qualche settimana. - Una punta per il Palermo
I rosanero, visti a San Siro, sono una squadra volenterosa ma incompleta. Un appello, un desiderio: riportate in Italia Balotelli. Magari ripartendo da dove tutto è iniziato (Mario arriva in Sicilia appena nato) si può scrivere una bella favola. Lo so, nessuno ci crede più, ma Balotelli è ancora giovane, ha bisogno della fiducia di una squadra senza troppe pressioni, ma con un pubblico importante. Con tutto il rispetto, a Verona (Chievo) e Sassuolo, rischia di intristirsi. A Palermo no. Già me lo immagino. Lui che parla bresciano, lui che torna a sorridere con il sole tra i denti. Sono un romantico, lo so. Ma questa storia non può finire così.
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