Con la schiacciante vittoria elettorale dei Conservatori alle ultime elezioni Politiche, la Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, si fa imminente. Cosa accadrà a lavoratori, studenti e turisti italiani? E ai prodotti Made in Italy?
Diciamo innanzitutto che il 2020 sarà un anno di transizione con ancora libera circolazione di persone e merci, mentre le nuove regole scatteranno il 1° gennaio 2021.
Cosa cambia per i lavoratori italiani con la Brexit?
Innanzitutto vediamo cosa accade agli italiani che lavorano in UK già da tempo. Questi potranno regolarizzare la propria posizione presentando una domanda per ottenere la residenza permanente, il Settle Status. Ma devono vivere e lavorare in UK già da 5 anni, il periodo minimo di permanenza necessario per ottenere la regolarizzazione, unitamente ad un contratto di lavoro.
Chi si trova in UK da meno di 5 anni, invece, può richiedere il pre Settle Status. Si tratta di quello che potremmo definire permesso di soggiorno per motivi lavorativi, che essendo per sua natura temporaneo andrà rinnovato periodicamente.
I titolari della residenza permanente avranno diritto al trattamento sociale e sanitario riservato ai cittadini britannici, mentre il lavoratori con permesso di soggiorno non avranno l’assistenza sanitaria gratuita né alcun sussidio statale.
Se invece si intende espatriare nel Regno Unito, occorrerà avere in mano già una proposta di lavoro sapendo in partenza che saranno privilegiati i lavoratori maggiormente qualificati, come ricercatori, medici o ingegneri. Dunque non sarà semplice espatriare tentando attività come camerieri o lavapiatti.
Cosa cambia per gli studenti italiani con la Brexit?
Per gli studenti che vogliono frequentare le università britanniche, all’orizzonte una vera stangata.
Se oggi frequentare l’università nel Regno Unito costa mediamente 9.000 sterline l’anno, proprio come per i ragazzi inglesi, una volta ufficializzata la Brexit gli italiani passeranno allo status di studenti internazionali.
Questo significa che un ragazzo che volesse studiare Legge ad Oxford, dovrebbe sborsare 36.000 sterline l’anno. In molti non potranno più permetterselo.
UK fuori anche dal progetto Erasmus, che consente agli studenti europei di trascorrere di periodi di studio in università di altri paesi dell’Unione. Serviranno nuovi accordi per proseguire.
Conseguenze anche per gli istituti di ricerca delle università britanniche che utilizzano fondi UE per i propri progetti, fondi a cui non avranno più diritto.
Brexit: cosa cambia per gli italiani?Click To TweetCosa cambia per i turisti italiani con la Brexit?
Non basterà più la semplice carta di identità per toccare il suolo britannico. Dal 1° febbraio 2020 servirà un visto elettronico che va ottenuto almeno 3 giorni prima di partire.
Insomma si passa dalla carta di identità al passaporto biometrico, come per un viaggio in USA.
Ma come detto ci sarà un anno di transizione e dunque l’obbligo di visto scatterà a inizio 2021, in modo da gestire gradualmente il passaggio.
Il visto turistico consente una permanenza massima di 3 mesi, trascorsi quelli bisogna fare richiesta di un permesso di lavoro, con le regole che abbiamo visto nel paragrafo precedente.
Attenzione anche alla telefonia. Il recente provvedimento sul roaming europeo, che consente di applicare la medesima tariffa nel proprio Paese e in quelli dell’Unione, non avrà più alcun valore. Dunque sarà più costoso comunicare con l’Italia.
Il Made in Italy e la Brexit
Chiudiamo con le merci italiane, anch’esse coinvolte nell’uscita dell Regno Unito dall’UE.
Soltanto nel 2018, l’export italiano verso il Regno Unito ha raggiunto il valore di 24 miliardi di euro. Valore che potrebbe nei prossimi anni essere sottoposto a dazi doganali poiché non più in territorio di libera circolazione delle merci, oltre che delle persone.
Confartigianato ha stimato che i prezzi potrebbero crescere non poco a causa dei dazi, in particolare:
- 13% in più per i prodotti alimentari;
- 11% per moda e abbigliamento;
- 8,8% per gli autoveicoli.
Aumenti consistenti che potrebbero compromettere l’export italiano di alcuni settori in particolare come quello meccanico e quello vitivinicolo.
Michael
molta fantasia nulla di concreto. L’articolo dovrebbe parlare circa gli italiani in Inghilterra ma di fatto parla di ipotetiche conversazioni probabilmente anche inventate e comunque non sopportate neanche da un nome su i tre personaggi citati. Difatti non c’è nulla di concreto ti impedisca un italiano andare in Inghilterra. non vedo la ragione perché dovrei pubblicare un commento anonimo.
Salvatore Russo
Ciao Michael,
hai perfettamente ragione: non c’è nulla di concreto che impedisca a un italiano di andare in Inghilterra. Eppure c’è gente che ha paura delle conseguenze di questo referendum e se lo chiede. Quella conversazione non aumenta e diminuisce valore con dei nomi.
Tom
Cenn ancora iera nasc, u scev nzuranne (Cenn, il bambino doveva ancora nascere e già voleva sposarlo). E’ un proverbio pugliese che si riferisce a chi a parole vuole ipotecare il futuro. Come catastrofisti siete bravissimi, perché non aspettare che il bambino sia nato e cresciuto?
Salvatore Russo
Ciao Tom,
da pugliese lo conosco benissimo 🙂 e come sai vediamo il bicchiere sempre mezzo pieno.
In questo post ho raccolto quanto viene detto al momento. Ci sta che all’inizio vinca l’incertezza, ma spero (l’ho sottolineato nell’articolo) che prevalga il buon senso e la fiducia. La paura genera solo altra paura.
Benito Libero
tutti si interessano soltanto della brexit.
nessuno ancora si accorge delle infauste conseguenze per l’Europa riguardante la demenziale politica dei nostri governi inerente la invasione immigratoria. (in primis Italia e Germania)
Emilio
Ma rimanendo in campo assicurazioni auto, io ne avevo una ottima con la Admiral, compagnia inglese ma autorizzata all’esercizio RCA in Italia.
Ora tutte queste cose verranno ricontrattate bilateralmente? Oppure non cambia niente perché lo erano di già?
Salvatore Russo
Ciao Emilio,
esatto, saranno ricontrattate bilataralmente. Quindi potrebbero lasciare invariato la situazione attuale oppure apportare modifiche. Non c’è al momento nessuna certezza su quello che accadrà, quel che è certo è che non devi preoccupartene ora, sarà comunque un cambiamento che avverrà nella migliore delle ipotesi tra due anni.
Stefano
Se la compagnia con cui sei assicurato non ha l’autorizzazione per l’esercizio nel nostro paese significherebbe che la tua auto non sarebbe assicurata , non saresti in regola, ma penso che la tua assicurazione sia a marchio conte.it , facente parte del gruppo Admiral e autorizzata a operare in Italia
Fabiana
Articolo interessante che offre una panoramica sui vari scenari dopo il brexit.
L’ho letto volentieri, grazie!
MARC
Credo, da ignorante, che finalmente l’Inghilterra sia scesa in campo contro questa guerra (“finanziaria”?) librata dalla Germania per annettere il resto d’Europa …… qualcuno dirá, con memoria storica, che i tedeschi lo hanno per vizio.
Come tutte le guerre sempre ci saranno danni collaterali, ma la libertà di scelta e la sovranità del popolo e del territorio non sono, secondo me, derogabili.
Purtroppo molti politici italiani ed europei si sono venduti, o meglio hanno regalato, questi nostri pubblici e sacrosanti diritti per dei benefit a favore proprio o del partito …….. Spero che questo segnale dato dagli inglesi, i piú ignoranti e meno aculturati secondo questo articolo e YouGov, sia solo l’inizio di una necessaria rifondazione degli accordi di Maastricht.
Salvatore Russo
Ciao Marc,
abbiamo semplicemente riportato i dati di YouGov.
Tony
Questo significa”governare” ovvero dare il potere al popolo nel bene e nel male proprio come noi itagliani che facciamo decidere quel branco di parassiti superpagati dei nostri politici perchè noi popolo non contiamo niente
Julietta
Sono d’accordo con Marc e Tony.