La task force per la ripresa ha presentato il cosiddetto Piano Colao al Governo, che con un DPCM dovrà dire l’ultima parola sulle strategie messe a punto per la Fase 2.
Piano Colao per la Fase 2
Vittorio Colao, a capo della task force che sta supportando il Governo per disegnare la strategia di uscita dal lockdown, spiega fin da subito che la ripartenza potrà avvenire il 27 aprile o il 4 maggio ma che “sta alla politica decidere”.
Quello che è certo è che non si tratterà di un “liberi tutti” con conseguente ritorno alla vita che conducevamo fino al febbraio scorso.
La ripresa sarà graduale e ci sono ancora due criticità da valutare a livello centrale ma anche con gli enti locali:
- gestione dei trasporti;
- applicazione delle nuove misure.
Entrati in Fase 2, occorrerà comunque valutare costantemente tre aspetti:
- situazione epidemiologica, con rilevazione di anomalie e picchi (anche grazie al tracciamento dei contatti mediante app);
- situazione degli ospedali e disponibilità dei posti letto;
- disponibilità dei dispositivi di protezione.
Valutazioni che andranno fatte a livello locale e nel caso le tre condizioni non siano rispettate, quel territorio tornerebbe al blocco totale e alle misure restrittive della Fase 1.
Approfondisci il tema del tracciamento dei contatti con il nostro articolo Contact Tracing: come funziona l’app Immuni?
Documento tecnico INAIL Fase 2
Il Piano Colao è stato costruito attorno alla guida INAIL che ha classificato il rischio sulla base delle attività economiche.
L’INAIL ha preso in considerazione due coefficienti, rischio normale e rischio di aggregazione, e ha classificato in questo modo le attività sulla base dei codici ATECO ad oggi sospesi.
Vediamo la classificazione per colori individuata dall’INAIL, per attività ma anche per mansioni (dunque troverai delle mansioni in una classe di rischio diversa da quella delle attività presso cui vengono svolte).
Verde, rischio basso:
- agricoltura, silvicoltura e pesca;
- attività manifatturiere;
- fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata;
- fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione rifiuti e risanamento;
- costruzioni;
- commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli;
- trasporto e magazzinaggio;
- attività dei servizi di alloggio e ristorazione;
- servizi di informazione e comunicazione;
- attività finanziarie e assicurative;
- attività professionali, scientifiche e tecniche,
- amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria;
- altre attività di servizi.
Giallo, rischio medio-basso:
- istruzione;
- attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento;
- operatori ecologici;
- operai edili;
- cassieri.
Arancione, rischio medio-alto:
- manutentori;
- corrieri;
- addetti alle mense;
- camerieri;
- microbiologi;
- lavoratori dello spettacolo;
- interpreti;
- badanti.
Rosso, rischio alto:
- sanità e assistenza sociale;
- agenzie funebri;
- parrucchieri;
- farmacisti;
- forze dell’ordine;
- atleti professionisti.
Apertura anticipata al 27 aprile
Possibile la ripartenza anticipata per alcuni settori, che sarebbero a basso rischio di contagio, purché adottino protocolli di sicurezza:
- automotive;
- moda;
- componentistica.
I protocolli di sicurezza riguardano:
- turni scaglionati per entrata e uscita;
- postazioni di lavoro distanziate;
- misurazione della temperatura all’ingresso;
- dispositivi di protezione individuale adeguati.
Chi ricomincerà a lavorare dal 4 maggio?
Ritorneranno al lavoro quasi 3 milioni di soggetti. In realtà sarebbero più di 4 milioni, ma bisogna escludere 860mila persone in smartworking e 370mila “over 60”, che la task force vorrebbe tenere a casa. Ma sugli over 60 non c’è accordo ad oggi tra task force e Governo.
Di seguito le attività che ripartiranno il 4 maggio:
- settore manifatturiero e tessile;
- costruzioni;
- commercio all’ingrosso;
- laboratori e altre attività di ricerca.
Come detto per la riapertura occorreranno le precondizioni sanitarie sul territorio e l’adozione di “adeguati protocolli di sicurezza condivisi con parti sociali”.
Riaperture dell’11 maggio
La settimana successiva dovrebbero riaprire, a determinate condizioni:
.commercio al dettaglio, con obbligo di protezione individuali degli addetti alle vendite e di sanificazione dei prodotti per alcune categorie (come abbigliamento e calzature);
.parrucchieri e centri estetici, che nella gestione dei clienti e della sanificazione dovranno operare come gli studi medici, solo su appuntamento e con strumentazione sterile; il rapporto cliente-addetto dovrà sempre essere di uno a uno.
Riaperture del 18 maggio
Nella seconda metà di maggio, sarà il turno di bar e ristoranti che nel frattempo dovranno mettere in sicurezza i propri spazi e alcuni accorgimenti:
- privilegiare l’asporto;
- dotare il personale di mascherine e guanti;
- distanziamento, di almeno due metri, o divisori tra i tavoli.
Chi non riaprirà a maggio?
Purtroppo ci sono delle attività che non potranno ripartire affatto all’avvio della Fase 2:
- cinema;
- teatro;
- concerti;
- eventi sportivi.
Nessuna di queste attività ha ancora una data di possibile ripartenza poiché si tratta di attività di aggregazione con rischio elevatissimo.
Faranno eccezione i cinema all’aperto e i drive-in, poiché si può assicurare il distanziamento.
Piano Colao: spostamenti
Dal 4 maggio si dovrebbe tornare alla possibilità di spostamenti all’interno del Comune e tra Comuni della stessa Regione senza dove esibire autocertificazioni.
Non sarà tuttavia ancora possibile spostarsi da Regione a Regione, se non per gli ormai noti motivi lavorativi, sanitari o di necessità, da documentare con autocertificazione.
Sui mezzi del trasporto pubblico saranno limitati gli ingressi, probabilmente legati alla disponibilità dei posti a sedere e comunque distanziati. E sarà obbligatorio indossare la mascherina, come sul posto di lavoro.
Approfondisci il tema degli spostamenti in Fase 2 con il nostro articolo Fase 2: linee guida spostamenti tra comuni e regioni dal 4 maggio
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