Bolsonaro ha prima sminuito gli incendi come prassi comune in questo periodo dell’anno e poi ha accusato le organizzazioni non governative, che si occupano della protezione della natura, di appiccarli per vendicarsi del taglio dei finanziamenti pubblici nei loro confronti. Ora, ha deciso di inviare l’esercito nella regione, probabilmente a fargli cambiare idea, oltre alle contestazioni interne, è stata la pressione internazionale e la paura di eventuali sanzioni. Infatti, il problema degli incendi nella foresta amazzonica saranno discussi nel prossimo G7, per volere del presidente francese Emmanuel Macron.
Amazzonia, incendi e Bolsonaro
L’Amazzonia è la più grande foresta pluviale al mondo, con una superficie totale di circa 5,5 milioni di chilometri quadrati. Produce il 20% dell’ossigeno del pianeta, assorbe dall’atmosfera 2 miliardi di tonnellate di anidride carbonica e influenza, con il suo ecosistema, le correnti oceaniche, la temperatura del pianeta e gli eventi atmosferici. Ecco perché le immagini di questi giorni stanno facendo il giro del mondo e tutti si stanno mobilitando in merito.
Incendi
Gli incendi in Amazzonia ci sono ogni anno e sono un problema noto. Non sono quasi mai spontanei, ma appiccati dall’uomo per svariate ragioni. Il loro sviluppo è monitorato dai satelliti della NASA, dal programma Copernicus dell’Unione Europea e dall’Istituto nazionale di ricerche spaziali del Brasile (INPE).
Secondo i dati della NASA gli incendi avvenuti ad agosto 2019 nello stato di Amazonas (6.701) sono in aumento rispetto allo stesso mese nei tre anni precedenti e le emissioni di anidride carbonica prodotte dagli incendi non erano così alte da 16 anni. Questi incendi sono di natura dolosa, non dipendono dal cambiamento climatico ma potrebbero influenzare negativamente su quest’ultimo nel prossimo futuro.
Bolsonaro
Secondo gli ambientalisti le politiche di Bolsonaro avrebbero incoraggiato gli agricoltori e le società produttrici di legname ad intensificare le attività di deforestazione.
A inizio agosto, il presidente brasiliano ha anche licenziato il direttore dell’INPE, dopo averlo accusato di mentire sul disboscamento dell’Amazzonia (nel 2019 la foresta amazzonica è stata disboscata in misura maggiore rispetto ai tre anni precedenti).
Gli occhi del mondo sono puntati su di lui e ora dichiara “stiamo agendo per combattere la deforestazione illegale” “Siamo un governo di tolleranza zero contro la criminalità e il settore ambientale non è differente“.
Trump ha dichiarato di essere pronto a offrire aiuto al Brasile se sarà richiesto. L’Europa ha fatto sentire la sua voce e l’argomento sarà oggetto di discussione nel prossimo G7. Staremo a vedere cosa accadrà.
Incendi in Amazzonia: cosa sta succedendo?Click To TweetInquinamento da Fake News
Nell’era digitale assistiamo anche a una nuova forma di inquinamento di tipo informativo. Infatti, circolano informazioni e immagini inesatte, alcuni esempi:
- Tanti accostano gli incendi nell’Artico con quelli dell’Amazzonia. In realtà, non c’entrano proprio nulla. Gli incendi nell’Artico sono eventi straordinari per ampiezza e durata e possono essere collegati al cambiamento climatico. Gli incendi in Amazzonia sono di natura dolosa, non c’entrano nulla con il cambiamento climatico e statisticamente non sono un avvenimento eccezionale.
Questo nulla toglie all’enorme gravità e conseguenze ambientali di entrambe le situazioni. - Molti articoli hanno riportato erroneamente un aumento degli incendi in Amazzonia di oltre l’80% rispetto lo scorso anno. In realtà, il dato diffuso da INPE (74mila incendi da gennaio ad oggi) si riferiva all’intero Brasile e non solo all’Amazzonia. Nelle zone coperte dalle foreste si sono verificati 39.033 incendi, un numero alto ma che non può essere rilevato come record di incendi.
- Il fumo sopra San Paolo, la città più grande del Brasile, non era legato agli incendi nella foresta amazzonica, ma solo una coincidenza, molto probabilmente dipendeva dagli incendi (tanto per cambiare) in Paraguay.
Cosa fare per salvare l’ambiente?
A prescindere da quello che tu faccia, ci sarà sempre qualcuno pronto a lamentarsi e ad apostrofare il tuo impegno come inutile, ipocrita o inutilmente ipocrita. Oltre a spegnere gli incendi nelle foreste, dobbiamo spegnere anche un po’ gli animi e diradare la coltre di fumo intorno ad argomenti così importanti.
La tiritera è sempre la stessa. Partecipi con entusiasmo alla campagna Plastic Free? Qualche lamentone ti dirà che è solo un modo per anestetizzare la tua coscienza, farà arricchire qualche azienda e tu continuerai a inquinare in altri modi. Decidi di utilizzare quanto più possibile bici o mezzi pubblici? Qualche lamentone dirà che il tuo impegno è inutile, come il batter d’ali di una farfalla in mezzo a un uragano, inoltre, la tua bici ha gran parte delle componenti in plastica o peggio è elettrica, con batterie al litio che chissà come saranno smaltite. Pubblichi un post su Facebook in cui inviti i tuoi amici a preferire i detersivi biologici? Qualche lamentone farà notare come il giorno prima hai pubblicato il selfie in aereo, che certo inquina mica poco!
Alt! Fermiamo questa giostra perché non ci porta da nessuna parte. È vero, è difficile essere coerenti. Il nostro modo di vivere è così intriso di atteggiamenti inquinanti che sarà difficile essere completamente coerenti, ma da qualche parte bisogna pure iniziare. Farai attenzione a usare meno possibile la plastica, consumerai in maniera giudiziosa l’acqua ma forse utilizzerai l’auto, l’aereo e la lavastoviglie. Avrai comunque iniziato un processo di cambiamento.
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- Prendere coscienza
La prima cosa in assoluto da fare è prendere coscienza che madre natura è gravemente malata e la colpa è tua. Inutile addossare la responsabilità agli altri, saresti totalmente impotente e non potresti cambiare nulla.
Prendi coscienza del problema e delle tue responsabilità. Ogni tua azione ha una conseguenza sulla natura. Dal chiudere l’acqua mentre ti lavi i denti al voto per il partito politico con il miglior programma in merito alle questioni ambientali.
Bisogna avere uno spirito critico e costruttivo. Non hai alternative. Nessuno ha alternative. Le foreste bruciano.- Acquista premiando le società eco-friendly
Ogni volta che acquisti un prodotto devi domandarti quali conseguenze avrà per te, per gli altri e per l’ambiente. Scegli guardando le etichette e premia le aziende con soluzioni sostenibili. In questo modo influenzerai positivamente tutto il sistema. - Spostati in modo sostenibile
Il trasporto è un’importante fonte di inquinamento. Evita l’utilizzo dell’auto preferendo i tuoi bellissimi piedi oppure bici e mezzi pubblici. L’auto può essere in sharing e valuta motorizzazioni ibride o elettriche. - Ricicla
Ricicla non solo i regali di Natale! Rispetta le regole della raccolta differenziata e ricordati che ogni oggetto e materiale può essere recuperato e trasformato. Non ci credi? Prova a cercare su Google “riciclo creativo” o “oggetti di recupero” ne rimarrai felicemente sorpreso. - Ferma il colabrodo energetico
Le case sono dei veri e propri colabrodi energetici. Sprechiamo tantissima acqua e disperdiamo energia inutilmente per riscaldare o raffreddare i nostri ambienti. Utilizziamo la tecnologia e semmai sfruttiamo i bonus fiscali statali messi a disposizione ogni anno:- caldaie a bassi consumi
- infissi isolanti
- cappotti termici
- termostati e programmazione oraria
- Acquista premiando le società eco-friendly
- Prendere coscienza
- Influencer della Terra
Condividi, oltre alle tue bellissime foto del mare, la tua presa di coscienza! Pubblica informazioni, iniziative ed eventi dedicati alle tematiche ambientali. Parlane con i tuoi amici e colleghi, chiedi iniziative concrete sul clima e l’ambiente ai rappresentati politici. Diventa un influencer e brand ambassador della Terra! - #Plasticfree
Ormai lo sappiamo, la plastica è un problema, inquina mari, fiumi e laghi. Seguendo l’hashtag #plasticfree potrai ritrovare le varie iniziative dedicate alla sensibilizzazione e divulgazione di materiale per la lotta alla plastica.Almeno 240 le specie animali vittime dell’ingestione dei 100 milioni di tonnellate di plastica disperse ogni anno in natura. Il 40% del totale potrebbe essere evitato con il bando al monouso. Proprio in questa direzione va la Direttiva europea che dal 2021 metterà al bando tutti i prodotti di plastica monouso per i quali esistono alternative: posate, piatti, bastoncini cotonati, cannucce, mescolatori per bevande, aste dei palloncini, contenitori per cibo da asporto e tantissimi altri.Per i prodotti in plastica per i quali al momento non esistono alternative è richiesto agli Stati membri di mettere a punto piani nazionali per ridurre significativamente il loro utilizzo. Inoltre, entro il 2029 è fissato l’obiettivo di raccolta del 90% delle bottiglie di plastica che man mano saranno sostituite da bottiglie composte da materiali riciclati.MilanoPlasticFree è la campagna del Comune di Milano, in collaborazione con Legambiente, per promuovere gli esercizi commerciali milanesi che volontariamente decidono di ridurre l’uso degli imballaggi e della plastica usa e getta.Il Ministero dell’ambiente è Plastic Free ed ha realizzato un elenco per eliminare la plastica dalle nostre abitudini:
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- Non abbandonare la plastica
- Smaltire la plastica nella raccolta differenziata
- Eliminare l’uso di piatti e bicchieri di plastica monouso
- Usare una borraccia o una brocca di acqua di rubinetto
- Evitare dentifrici e scrub che possono contenere microplastiche
- Usare buste riutilizzabili per fare la spesa
- Evitare di acquistare alimenti avvolti in imballaggi di plastica
- Non usare pellicole di plastica per conservare il cibo, preferire contenitori riutilizzabili, meglio se in vetro
- Bandire, se possibile, le cannucce di plastica
- Privilegiare le fibre naturali rispetto a quelle artificiali
- Non pensare che la plastica monouso sia necessaria: non è vero!
- Educazione ambientale
L’educazione ambientale è uno strumento fondamentale per sensibilizzare tutti a una maggiore responsabilità e attenzione alle questioni ambientali e al buon governo del territorio. Il Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, ha pubblicato le linee guida per l’educazione ambientale -
- Tutela dell’acqua e del mare
- La tutela della biodiversità e della flora
- Alimentazione sostenibile
- Gestione dei rifiuti
- Tutela della biodiversità: servizi ecosistemici
- Green Economy: Green jobs e Green Talents
- La città sostenibile: inquinamento, consumo di suolo e rifiuti
- Adattamento ai cambiamenti climatici dissesto idrogeologico
- Lotta alle ecomafie
- Energia
Forse è troppo tardi. Forse non riusciremo a guarire un pianeta ferito mortalmente dal nostro scellerato comportamento. Abbiamo però l’obbligo morale di provarci, per dimostrare a noi stessi e alla storia che, alla fine, ci abbiamo almeno provato.
enrico
In Amazzonia , le multinazionali vogliono distruggere l´ultimo polmone della terra, questa gente meschina che ha fatto dei soldi l´unico scopo della loro vita stanno distruggendo la terra , tutti quanti vediamo le catastrofi causate dall´uomo, abbiamo inquinato perfino gli oceani con la plastica, tutti , chi doveva tutelarci (LE CLASSI POLITICHE) hanno miseramente fallito, presi dalle loro beghe politiche, hanno lasciato le fabbriche ad inquinare il mondo, sento degli idioti dire , andiamo sulla luna , su marte , ma che cazzo c´e sulla luna o su marte, solo desolazione, niente alberi, niente mare , niente pesci uccelli animali , solo desolazione e silenzio. Stiamo qua a dimenarci le dita senza concludere niente e assistendo alla lenta morte della terra , del pianeta ,non credo esista nell´universo razza piu stupida degli esseri umani , anche i primati ci sono superiori almeno loro non distruggono , l´´unica fonte di cibo che hanno , noi si, meritiamo l´´estinzione solo per l´ignoranza che abbiamo dimostrato verso questo mondo , che ci ha dato tutto e non abbiamo saputo capirlo. Le mie sono altrettante parole scritte al vento, assieme a migliaia e migliaia di altre persone che vorrebbero vivere in un mondo pulito senza l´´ossessione dei soldi,per fortuna il sipario della mia vita va verso la fine dei miei giorni e non vedró ,o almeno lo spero la morte di questo pianeta ,contaminato dall´ignoranza dell´essere umano..
Enrico Pelilli
Secondo me hai una visione assoluta dell’Uomo, come principe dell’universo.
In realtà contiamo molto meno di quello che qualcuno, con l’aiuto di media sempre ben condotti e pagati, vogliono farci credere.
Sulla Terra esistono grandi vulcani. Ogni tanto uno di questi si sveglia e, in pochi giorni, erutta nell’atmosfera una gran quantità di sostanze tossiche, che tutte le attività umane di un anno non sono in grado di produrre.
Ricordiamo sempre quelle affermazioni filosofiche che ci possono aiutare a rimanere nel giusto equilibrio.
La prima, di Anassimandro, risalente a più di 2000 anno a.c. recita: panta rei. Significa che tutto è destinato a mutare e a corrompersi. Così i giovani invecchiano e muoiono, il clima tende a mutare nei millenni (le ricordo che Annibale potette attraversare le Alpi con i suoi elefanti, perchè, a quei tempi, il clima in Europa era mediamente più caldo di circa due gradi) e che le glaciazioni, sulla terra avvennero molti ma molti anni prima che il primo uomo calcasse il pianeta.
La seconda è più recente e si rifà a Nietzsche, che guardando il firmamento, lì da un tempo incalcolabile, vedeva la comparsa del pianeta terra come un fatto recentissimo e, sulla terra la presenza umana, dal suo esordio alla sua estinzione, come un lampo in un cielo d’estate.
Se sapremo fare buon uso anche solo di queste due pillole di saggezza, sapremo sempre rimanere nel giusto e sapremo confrontarci con la consapevolezza che nessuno è proprietario della verità assoluta.
La saluto e le auguro giornate più serene.
marco lavigna
Visto l’atteggiamento incomprensibile del presidente francese Micron, mi chiedo quanto legno dell’Amazzonia viene importato dalla Francia ?
Qualcuno mi ha detto che il numero di migliaia di tonnellate di legno brasiliano che la Francia importa dall’Amazonia è 1500 volte superiore al numero di migranti africani che la Francia accoglie sul suo territorio.
Stefano
Sono pienamente d’ accordo e addolorato , il tuo post è veritiero per questo motivo ci preoccupa moltissimo. Grazie !
Daniele
Grazie, bellissimo articolo.
Daniele Di Fraia
Grazie Salvatore,
Sì bellissimo articolo. Io butto nel differenziato ogni centimetro quadrato di plastica ma sono come tutti noi, figlio di questi tempi. Attendo paziente il prossimo Diluvio, non vedo altra soluzione.
DDF
Anna Silvia
Condivido tutto e ti ringrazio per aver posto l’attenzione su questo argomento. Siamo solo all’inizio e dobbiamo impegnarci molto di più ✨
Chiara
Articolo molto costruttivo e non scontato. Grazie, ho apprezzato molto
Enrico Pelilli
La più grossa fake sull’Amazzonia è che sia una riserva di ossigeno per il pianeta! Sì, è vero che produce circa in 20% dell’ossigeno della terra, ma tutto questo ossigeno viene riusato in loco per l’equilibrio biologico della foresta.
L’importanza della foresta è altra: è la sede ove si produce una gran quantità di calore, che poi i venti spingono sella catena andina e danno origini a quelle nuvole che producono quella gran quantità di pioggia che rende fertili le terre americane e riempiono i fiumi, primo il Rio Delle Amazzoni, che sfociando nell’Atlantico, da origine alla famosa “Corrente del Golfo”, con gli effetti noti anche a noi Europei.
Ma allora, se non l’Amazzonia, dove arriva l’ossigeno al pianeta?
L’ossigeno al pianeta Terra arriva in prossimità dei poli, ove microorganismi che si nutrono di sostanze che si liberano dallo scioglimento dei ghiacciai, ne producono in gran quantità.
Poi sfatiamo anche il luogo comune che l’ossigeno sia sempre utile e più ce n’è e meglio è.
Una delle concause degli incendi è proprio la presenza dell’ossigeno. Ci furono ere passate, sulle Terra, che fu proprio l’abbondanza dell’ossigeno a creare immensi roghi, che portarono all’estinzione di diverse specie.
Tornando ai fuochi, è fisiologico che in Amazzonia (come anche da noi) nella stagione secca, sono più frequenti gli incendi, in alcuni casi conseguenza di fenomeni naturali, in altri causati dagli uomini, più per incuria (preterintenzionali) che voluti (dolosi).
Anche quest’anno ci sono in Amazzonia (come in Italia, Grecia ecc.), ma in un numero fisiologico.
Come al solito la fake sull’Amazzonia ha i soliti interessi economici-commerciali ed è stata “incendiata” dal re assoluto delle fake, il noto Macron, che ha, fra l’altro, pubblicato, a sostegno delle sue bufale, una fotografia degli anni passati.
Per il resto, convengo sul suo discorso, che mi pare di buon senso, ricordando, però, che solo il 7% dei rifiuti che produciamo sono plastiche e che quindi abbiamo l’obbligo di allargare la nostra attenzione, ricordandoci, comunque e sempre, di buttare l’acqua sporca preservando il bambino, che sarebbe il progresso tecnologico che ci concede di vivere meglio e più a lungo.
Jeanne Marie
Bravo Salvatore condivido ogni parola , bello e bravo dote rara
Ilaria Bartolucci
Grazie mille, articolo molto bello, equilibrato, con ottimi spunti di riflessione e di azione. Condivido senza dubbio e condivido. Ilaria