Bevande zuccherate e snack dolci nel mirino del nuovo Governo. È lo stesso Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a definire “praticabile” l’ipotesi di inserire nella Legge di Bilancio, attesa per il 15 ottobre 2019, un sovrapprezzo su merendine e bibite zuccherate in modo da disincentivarne il consumo.
Tassa sulle merendine a scuola
L’idea è del ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fieramonti, che vorrebbe utilizzare il gettito ottenuto per finanziare scuola, attività utili e stili di vita sani.
Si tratterebbe di una tassa con un duplice obbiettivo:
- ridurre i consumi di alimenti dannosi, soprattutto per i più piccoli;
- fare cassa, dal momento che si prospetta una manovra difficile da chiudere poiché occorrerà scongiurare l’aumento IVA.
Non sono tardate le polemiche, con Assobibe (Associazione Italiana Industria Bevande Analcoliche) che stima un calo delle vendite del 30%, con il rischio di perdere 10 mila posti di lavoro.
Ma anche all’interno del Governo stesso ci sono delle voci contrarie al provvedimento, come quella del ministro degli Esteri, Luigi DI Maio, che dichiara:
Fermi tutti. Noi abbiamo come obiettivo quello di abbassare le tasse, non di aumentarle. È totalmente sbagliato scatenare un dibattito ogni giorno per parlare di nuovi balzelli.
La partita è ancora aperta e non è possibile quantificare l’effetto della tassa sulle casse dello Stato, non conoscendo i termini in cui potrebbe essere applicata. Ma si può dare un’occhiata ai casi esteri.
Tassa sulle merendine: utile oppure no? Click To TweetTassa merendine e bibite: come funziona negli altri Paesi
Nel mondo, a vari livelli, esiste già la cosiddetta sugar tax o health tax, con l’obiettivo comune di favorire uno stile di vita più sano per i cittadini. Vediamo alcuni esempi:
- Gran Bretagna. Già operativa la Soft drinks industry levy (Sdil), con un ricarico del prezzo di 20 centesimi di euro al litro se nelle bibite la presenza di zucchero si attesta tra 5 e 8 grammi per 100 millilitri, salendo a 27 centesimi se i livelli di zucchero superano gli 8 grammi. Allo studio anche un incremento del 20% sul prezzo degli snack dolci.
- Francia. Sul prezzo delle bevande zuccherate è previsto un ricarico che va dai 4,5 centesimi per le bibite con il 4% di zuccheri, che sale a 23,5 cent nel caso gli zuccheri raggiungano il 15%.
- Norvegia. La tassa è pari a 49 centesimi per litro, e si tratta di una tassa quasi centenaria poiché esiste fin dal 1922. Ma c’è una conseguenza: spesso i cittadini si recano in Svezia a fare scorta di queste bevande.
- Ungheria. Dal 2011 esiste una tassa del 4% su bibite e prodotti confezionati con elevata presenza di zucchero o sale (non solo dolci, dunque), incassando 219 milioni di euro in 4 anni reinvestiti nel sistema sanitario.
- Emirati Arabi. Si tassano del 50% le bevande analcoliche e del 100% (dunque il prezzo raddoppia) per i cosiddetti energy drink.
Laddove le iniziative hanno avuto particolare successo, come in Ungheria, si è riscontrato un doppio effetto:
- i consumatori hanno iniziato ad adottare stili di vita più sani, riducendo il consumo di cibi e bevande dannosi;
- le aziende produttrici hanno rivisto le proprie ricette riducendo il peso degli ingredienti dannosi.
Chiudiamo con la Danimarca ha invece deciso di abolire la tassa perché come per i norvegesi, anche i danesi ormai andavano in Svezia o in Germania a comprare le bevande zuccherine per aggirare la sovrattassa.
Non solo, la Danimarca a fronte di un incasso di 60 milioni di euro annui dalla tassa, ne perdeva 40 milioni in termini di IVA evasa a causa del mercato nero delle bibite. Il che, come in molte altre questioni legate al Fisco, fa pensare che occorrerebbe una riflessione a livello sovranazionale sul tema.
Luigi
Dato che le merendine lo zucchero ecc ecc , sono veleni io sono molto contento che metti mi una tassa e spero che sia alta , così a scuola.si tornerà con panini e crekers , così anche le.gradi distribuzioni inizieranno a patire.
Perché non iniziamo a.dare il miele al posto di zucchero si nostri figli ?
Questo e un esempio così anche le nostre amiche api avranno un futuro migliore
Ben
Ma quale obiettivo comune di favorire uno stile di vita più sano per i cittadini, qui è solo questione di continuare a depredare il popolo. Inoltre, può darsi che in Ungheria sia diminuito il consumo di prodotti zuccherati, ma credo che sia stato sostituito col consumo di prodotti alcoolic, altro che benefici per la salute
scardaci carmelo
Ma come si spiega che, considerando i benefici ottenuti (salute e utilizzo di ingredienti meno nocivi) negli altri Stati europei, solo quì in Italia ci sono soltanto aspetti negativi, come ad esempio la perdita di 10000 posti di lavoro!!!!
Dobbiamo sempre essere gli ultimi in merito alle iniziative utili per la salute pubblica? Continuiamo ad avere la vista corta e a non vedere ed a intuire i provvedimenti lungimiranti; può essere l’inizio per la prevenzione all’obesità, che tutti sanno essere un costo sociale non indifferente e sempre in crescita.
Angelo Amendola
A leggere sembra che entrambe le controparti abbiano ragioni valide. Siamo in Europa e la risposta si potrebbe trovare stabilendo tasse comuni su questi prodotti, senza meno nocivi per la salute, specie quella dei più piccoli. Anche perché in Italia qualsiasi iniziativa venga presa viene subito criticata e messa da parte.Ma che paese siamo?