Il Governo ha annunciato di voler recuperare 7 miliardi di euro con la lotta all’evasione e uno dei settori su cui ha deciso di concentrarsi è quello del lavoro domestico, cioè colf e badanti. L’idea allo studio del Governo, per combattere il lavoro nero in questo settore, consiste nel rendere le famiglie stesse dei sostituti di imposta.
I sostituti di imposta sono dei soggetti che trattengono le imposte dal compenso che versano a dipendenti e lavoratori, per poi versarle allo stato mediante modello F24. Esattamente come avviene già per il versamento dei contributi previdenziali.
In base a quanto reso noto con la “relazione annuale sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale” allegata alla nota di aggiornamento al DEF (Documento di Economia e Finanza), il 22,8% del lavoro domestico risulta irregolare e dunque invisibile al Fisco. Mentre quasi il 10% dei collaboratori domestici dichiarerebbe all’Erario un reddito più basso di quello percepito realmente. In sostanza, l’evasione riguarda il 33% circa dell’intero settore. Da qui l’idea di coinvolgere i datori di lavoro nei versamenti IRPEF mediante le trattenute.
Le proteste di Assindatcolf
Si registra l’immediata levata di scudi di Assindatcolf, l’associazione dei datori di lavoro dei collaboratori domestici, che in una nota dichiara:
Sarebbe intollerabile fare ‘cassa’ a spese delle famiglie che già oggi, in mancanza di adeguate leve fiscali e di un welfare efficiente, sono costrette a farsi carico di tutto il peso dell’assistenza, anche e soprattutto economico. Un onere destinato a crescere qualora il datore di lavoro domestico fosse reso sostituto di imposta poiché, oltre al versamento contributivo e alla retribuzione netta concordata con il lavoratore, la famiglia dovrebbe farsi carico di versare anche l’IRPEF per il proprio dipendente.
Ricordiamo che i sostituti di imposta non sono soltanto tenuti a versare le trattenute IRPEF mensilmente, ma devono poi produrre ogni anno la Certificazione Unica da trasmettere all’Agenzia delle Entrate e al dipendente e il relativo modello 770 riepilogativo delle trattenute operate a tutti i dipendenti e collaboratori. In sostanza il fai da te sarebbe sconsigliabile e occorrerebbe rivolgersi al commercialista.
non capisco come pensino di favorire la lotta all’evasione in tal modo: avere una colf in regola vuol dire già doversi affidare a un CAF per i calcoli, con la relativa spesa; ci sono anche sistemi online ma bisogna avere già una discreta conoscenza del sistema per non fare errori. Quanto più semplice è mantenere tutto in nero! Tanto più che le COLF spesso non vogliono LORO essere messe in regola. Ed essendo molto complicato assumere regolarmente è più facile cedere che convincerle. SEMPLIFICARE SEMPLIFICARE SEMPLIFICARE e DEDURRE DEDURRE DEDURRE (dalle tasse): così si fa la lotta all’evasione! Se una famiglia recupera il 50% di quanto spende quello che ne deriva non è solo una persona in più che paga le tasse, ma una di meno che magari ha l’esenzione del ticket sanitario, che ha agevolazioni scolastiche e che non paga questo o quello perché incapiente; e magari una in meno che ha il reddito di cittadinanza: questo vale per tutti, compresi gli artigiani che vengono casa a fare i lavori in nero! Se chi paga ha vantaggi che superano quelli di pagare in nero il problema si risolve e EMERGE TUTTO!
sono d’accordissimo con te..io ho la colf in regola e grazie a dio faccio tutto io senza andare dal caaf perchè ho grande dimestichezza con l’informatica. la mia consuocera invece, poveretta, deve fare ricorso al caf sempre per la busta paga e la liquidazione. e la poveretta ha una pensione molto piccola. ma necessita della colf perchè è ammalata e non ha nessun figlio che va ad aiutarla, perchè devono lavorare. tutto questo i signori politici non lo sanno.
Buongiorno Alberto,
non sono d’accordo con la sua teoria in quanto è giusto che tutti si paghi l’IRPEF il datore di lavoro retribuirà la colf/badante al netto della ritenuta. Io personalmente ho sempre elaborato dichiarazioni redditi alle colf/badanti in quanto la legge non esonera dall’obbligo suddetto, chi non adempie è perchè sa di non essere visibile al fisco ma non per questo deve evadere, troppo comodo “assumere” lavoratrici in nero pagandole inoltre una minima retribuzione: E’ ora di finirla con questo lavoro in nero perchè si tolgono benefici a chi ha la sfortuna di essere assunto regolarmente non avendo il requisito per l’esenzione del ticket sanitario, agevolazioni scolastiche,ecc, inoltre se la colf non vuole la regolarità del rapporto di lavoro troppo comodo, pazienza, la famiglia si troverà altra colf, il mondo delle famiglie che hanno dipendenti in nero sa quanta evasione fanno! consideri l’esborso delle agevolazioni che sono a carico naturalmente di chi invece paga le tasse per agevolare lavoratori in nero e lavoratori fannulloni. A mio avviso si dovrebbero togliere tanti ammortizzatori sociali si avrebbe nuovamente sicuramente le tase verrebbero distribuite e soprattutto almeno un po di dignità!
Naturalmente la tassa è solo per chi mette in regola le collaboratrici o le badanti, non tocca chi lavora, e sono la maggior parte, in nero.
Se invece permettesse di segnalare ANONIMAMENTE tutte le badanti ma soprattutto le colf che lavorano in nero, avrebbe maggiori entrate, dalle multe, e maggiori entrate dalla regolarizzazione di tutte quelle che lavorano in nero.
Ma il governo sa che la maggior parte dei pensionati longevi sono donne?
Sa che la maggiorparte delle donne pensionare godono di pensione minima quindi con Irpef 0?
Sanno che é con assegno di accompagnamento che riescono ad avere la assistenza di una colf o badante,cosa a cui invece dovrebbe pensare L’istituzione pubblica?
Sa che spesso i figli sono coloro che,quali caregiver,che ancora non godono di nessun aiuto ne bonus,sono coloro che ‘integrano ECONOMICAMENTE i costi’?
Sanno che per i figli non è possibile detrarre ne dedurre queste integrazioni xché il genitore ‘Non risulta a carico ‘ xché nucleo famigliare a se stante e quindi, Non convivente,non é questo PAGARE IN NERO CIO CHE LO STATO DIVREBBE GARANTIRE ai suoi cittadini e dico SUOI visto che sono QUESTI E SOLO QUESTI CITTADINI ANZIANI CHE HANNO “FATTO,RICOSTRUITO” L’ITALIA..
poveri cittadini. oltre a dover assistere un malato, oltre a sborsare i soldi per la badante, oltre a correre a destra e manca per dottori e usl, adesso devono versare anche le tasse e quindi servirsi di un commercialista, con aggravio di costi. commento: cari politici, della vita reale dei cittadini non conoscete una mazza. la badante non è un lusso per i soli ricchi. andate a quel paese..e sono stata educata perchè verrebbe da dirvene quattro in maniera popolare, senza filzi di bon ton.
Il problema è che le badanti non pagano l’IRPEF.
Quante delle badanti che avete regolarmente assunto, e per le quali avete pagato trimestralmente i contributi INPS, hanno pagato le tasse?
Di quelle che sono transitate da casa mia (diverse) e nel vicinato NESSUNA!
Certo, sarebbe necessario semplificare la procedura, magari introducendo una flat-tax in funzione della categoria della badante.
E’ però ingiusto che, a fronte di un esborso di circa 15.000 €/anno per una categoria DS, il disabile non autosufficiente possa detrarsi solo 2.000 €/anno dalla propria denuncia dei redditi e il lavoratore (badante) possa non pagare le tasse (IRPEF, e non le paga) pur vivendo ed usufruendo dei servizi presenti sul territorio.
Anche perché le badanti sono tante, circa 2 milioni, e se la metà di coloro che devono pagasse le tasse lo facesse, il gettito sarebbe consistente: diverse centinaia di migliaia di euro!
E, soprattutto, si introdurrebbe un elemento di giustizia