Il 15 maggio, il Presidente Trump, ha firmato un ordine esecutivo che concede al Governo Federale degli Stati Uniti d’America il potere di vietare alle società statunitensi di acquistare apparati di telecomunicazioni prodotti da realtà estere a fronte di possibili rischi per la sicurezza nazionale. Il ragionamento è: se uso per le mie comunicazioni apparecchi realizzati da un altro paese, questi potrebbero essere utilizzati per recuperare informazioni riservate.
Indovina chi è uno dei maggior produttori di infrastrutture di telecomunicazione nonché di smartphone? Esatto, proprio Huawei, che per questo è accusata da Trump di fare spionaggio per conto del governo cinese.
Google e Huawei: ritiro delle licenze Android
Huawei è il secondo produttore di smartphone più importante al mondo (dietro la coreana Samsung) e utilizza il sistema operativo Android sviluppato da Google. Di base, questo sistema operativo, è open source, cioè Google lo mette a disposizione di tutti gratuitamente ed è possibile modificarlo e adattarlo alle proprie esigenze.
Esiste anche una versione a pagamento di Android ed è quella che caratterizza gli smartphone più performanti, ci permette di avere una serie di update di sicurezza e preinstallate le numerose applicazioni di Google tra cui Gmail, Maps, YouTube e Chorme. Per ottenerla, ogni produttore, deve attivare una licenza concordata con Google.
Il bando del governo americano ha costretto Google a interrompere i rapporti commerciali con Huawei (con enormi conseguenze economiche) sospendendo la licenza Android che consentiva all’azienda cinese di vendere smartphone con i servizi di Google preinstallati.
Quali sono le conseguenze per gli utenti di Huawei?
Dopo solo 24 ore dal blocco di Android su Huawei, il Dipartimento del Commercio americano ha concesso una licenza temporanea di 90 giorni che permetterà a colosso cinese di acquistare beni americani per mantenere le reti e realizzare gli aggiornamenti per la sua linea di smartphone.
Insomma tutto potrebbe finire a “tarallucci e vino”. Ad ogni modo Google ha precisato a Reuters che “ci stiamo conformando all’ordine e stiamo valutando le ripercussioni. Per gli utenti dei nostri servizi, Google Play e le protezioni di sicurezza di Google Play Protect continueranno a funzionare sui dispositivi Huawei esistenti”.
Se hai uno smartphone Huawei stai tranquillo, sui telefoni già venduti (o in magazzino in tutto il mondo), Android è presente nella sua versione completa e potrà accedere ai servizi Google Play e scaricare gli aggiornamenti di sicurezza.
Se la situazione non si sbloccherà definitivamente, in futuro qualche problema potrebbe esserci. Infatti, è molto probabile che non sarà possibile eseguire l’aggiornamento alle nuove versioni di Android con conseguente incompatibilità con le edizioni più recenti di alcune applicazioni.
Huawei, piano B
Per quanto riguarda tutti i nuovi smartphone Huawei, ad esempio il P30 Pro, se la situazione non cambia, non sarà possibile riceverlo con Android 10 Q, presentato nel corso del Google I/O 2019 di qualche settimana fa, ma certamente con la versione open source. Google Play Store, invece, dovrebbe essere sostituito da Aptoide, azienda portoghese che ha già più di 900 mila applicazioni per Android e collabora con altri produttori cinesi, tra cui Oppo.
Insomma, Huawei potrebbe continuare a utilizzare Android, ma dovrà trovare un proprio sistema di aggiornamento, gestione della sicurezza e download delle applicazioni più famose di Google. Oppure, caso non da esludere, in futuro Huawei potrebbe utilizzare un proprio sistema operativo chiamato “Kirin Os”.
Vediamo cosa accadrà entro il 19 agosto. Se ci sono novità, ti aggiorniamo. Al momento, tranne leggere battute goliardiche sui social in merito a questa vicenda, non c’è nulla da fare.
Enzo Carrara
Si assiste a un PENOSO DECADIMENTO della leadership commerciale e tecnologica USA nel mondo. Ora si virera’ verso alternative diverse abbandonando gradualmente gli stati uniti non piu’ in grado di avere il controllo del mercato globale… ERA ORA !