La Legge di bilancio 2019 ha introdotto una novità in materia pensionistica, un ricalcolo pensioni sulla base dell’inflazione, e c’è chi dovrà restituire una parte di quanto percepito nei primi tre mesi dell’anno.
Ricalcolo pensioni 2019: novità in Legge di bilancio
La Legge di bilancio 2019 prevede una revisione delle pensioni con adeguamento dei trattamenti pensionistici all’inflazione.
Vediamo le principali caratteristiche del ricalcolo:
- riguarda tutti gli assegni che superano di tre volte il minimo, dunque tutti i soggetti che percepiscono un assegno superiore ai 1.522 euro al mese;
- viene introdotto un contributo di solidarietà;
- sono stati ritoccati i meccanismi di adeguamento all’inflazione.
Questa misura, che vedrà una riduzione delle pensioni dei singoli da pochi centesimi fino al centinaio di euro, è stata introdotta per garantire allo Stato un risparmio di 3,6 miliardi di euro in tre anni (2019-2021) da destinare anche a Quota 100 (la possibilità di andare in pensione una volta raggiunti almeno 38 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica).
Rivalutazione pensioni 2019: istruzioni INPS
L’INPS con la circolare n. 44 del 22 marzo 2019 fornisce chiarimenti in merito a questo provvedimento. Nel dettaglio, l’INPS informa che, dato il trattamento minimo per il 2018 pari a 507,42 euro e l’indice di rivalutazione pari al +1,1%, sono state introdotte delle fasce di perequazione con aliquote decrescenti al crescere dell’importo in assegno:
- 100% (quindi con l’aumento dell’1,1%) per i soggetti che percepiscono un assegno di importo fino a tre volte il trattamento minimo INPS;
- 97% per i soggetti che percepiscono un assegno di importo superiore a tre volte il minimo e fino a quattro volte il trattamento minimo INPS;
- 77% per i soggetti che percepiscono un assegno di importo superiore a quattro volte il minimo e fino a cinque volte il trattamento minimo INPS;
- 52% per i soggetti che percepiscono un assegno di importo superiore a cinque volte il minimo e fino a sei volte il trattamento minimo INPS;
- 47% per i soggetti che percepiscono un assegno di importo superiore a sei volte il minimo e fino a otto volte il trattamento minimo INPS;
- 45% per i soggetti che percepiscono un assegno di importo superiore a otto volte il minimo e fino a nove volte il trattamento minimo INPS;
- 40% per i soggetti che percepiscono un assegno di importo superiore a nove volte il trattamento minimo.
INPS ricalcolo pensioni: riduzioni fascia per fascia
Di seguito la tabella di dettaglio delle fasce coinvolte in base agli indici di perequazione illustrati nel paragrafo precedente (TM indica il trattamento minimo):
*La fascia di garanzia viene applicata quando, una volta calcolato l’aumento perequato (dunque applicando le percentuali di perequazione), il risultato ottenuto è inferiore a quello riguardante la fascia precedente. Facciamo un esempio numerico se applichiamo a un assegno di 1.522,76 euro la perequazione prevista del 97%, otteniamo un assegno di 1.532,96 che però è inferiore all’importo massimo determinato nella fascia precedente con perequazione al 100%, pari a 1.539,00 euro. Dunque con la fascia di garanzia si tutela chi con la perequazione finirebbe al di sotto della fascia precedente.
Ricalcolo pensioni: conguaglio
Il conguaglio ammonterà in totale a circa 100 milioni di euro ed è necessario ad adeguare i pagamenti, già avvenuti nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2019, ai nuovi importi determinati con ricalcolo.
Al momento in cui si scrive, però, non è ancora dato di sapere in che termini avverrà detto conguaglio.
L’INPS afferma che:
nei mesi successivi l’Istituto comunicherà le modalità di recupero delle somme relative al periodo gennaio-marzo 2019.
Esempio conguaglio ricalcolo pensioni
Vediamo un esempio numerico di conguaglio:
- la tua pensione ammontava a 1.600 euro al mese nel 2018;
- aggiungendo la rivalutazione dell’1,1% fino a 1.522,26 euro (1.539,00 euro) e dello 0,99% per la differenza tra 1522,26 e 1.600,00 (78,51 euro), da gennaio a marzo hai percepito 1.617,51 euro al mese;
- con il ricalcolo pensioni, la tua rivalutazione per il 2019 è pari però all’1,067%, il che significa che ti spetta un assegno pari a 1.617,07 euro al mese (l’importo che ti verrà corrisposto dal mese di aprile);
- dovrai dunque restituire 0,44 euro al mese per tre mesi, per un totale di 1,32 euro.
Lascia un commento