La casse di tante regioni d’Italia sono in rosso, non ci sono capitali da investire nel pubblico e in particolare nelle infrastrutture. Si taglia su tutto e si finisce con il restare a piedi.
È successo a Napoli ieri mattina, ma la situazione dei mezzi pubblici urbani ed extraurbani è critica in tutta la penisola. L’Anm aveva annunciato i possibili disservizi, ma la realtà è stata peggiore degli avvertimenti. L’azienda, che fino al 2009 circolava per le strade del capoluogo con più di 600 mezzi, non riesce a coprire gli stipendi degli impiegati, la manutenzione delle vetture, ma soprattutto l’acquisto del carburante per tutti i mezzi.
Ieri nessuna corsa è stata garantita, pochi i bus in giro per la città e la situazione è migliorata solo nel tardi pomeriggio. È iniziata subito la caccia al colpevole, saltando da una bandiera all’altra, senza proporre una soluzione alla problematica.
Una situazione critica annunciata da tempo, a ottobre quando molti scuolabus erano fermi avevamo proposto delle soluzioni economiche per accompagnare i ragazzi a scuola, tanto che l’Autorità di garanzia sugli scioperi nei servi pubblici essenziali nel mese di dicembre aveva richiesto all’Asstra (associazione delle aziende di trasporto) notizie sulla solidità patrimoniali delle aziende di trasporto pubblico campane.
Dati che non sono mai arrivati nelle mani del Garante, che ieri ha ammonito l’Anm per aver prodotto una sospensione grave del diritto alla mobilità degli utenti. Le cose in Campania si complicheranno dal primo febbraio quando, potenzialmente, la Sita Spa smetterà di effettuare trasporti.
Mentre Napoli è paralizzata, le cose non vanno meglio nelle altre regione. La Regione Lazio deve 42 milioni di euro alla Roma Tpl Scarl che, con 35 milioni di chilometri vettura, affianca l’Atac nella gestione del trasporto urbano. I dipendenti della società , che hanno visto ridotta la loro busta paga nel giro di pochissimo tempo, hanno dato via a una protesta silenziosa (almeno per la stampa) rallentando/diminuendo il servizio offerto alla Capitale.
Protesta che potrebbe sfociare in uno sciopero continuativo, lasciando nei depositi un bus su tre. La società avverte, tramite le parole del direttore generale, che non ha più capitale e che la situazione potrebbe precipitare nel breve periodo andando essenzialmente sui cittadini della cintura periferica dove i bus sono essenziali per la mobilità .
Sembra impossibile trovare una soluzione concreta, ma allora come fa Tallin (Estonia) a garantire il trasporto pubblico gratis per tutti i residenti?
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