È sempre bello parlare di tecnologia e ancora è più bello farlo potendo citare se stessi ed usando la fantasia. Oggi non voglio parlare di qualcosa che già c’è o scrivere una recensione per un prodotto riguardante il mondo dell’hi-tech, no no, oggi voglio parlare di domani. Di domani in base a quello che c’è oggi.
Sappiamo tutti infatti che la tecnologia si evolve ad un’altissima velocità, ad una rapidità sconcertante che ci impedisce di seguirla, di capirla. Questo fenomeno ha un nome, ovvero “Singolarità tecnologica”. Una singolarità tecnologica è un punto, previsto nello sviluppo di una civilizzazione, dove il progresso tecnologico accelera oltre la capacità di comprendere e prevedere degli esseri umani moderni.
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iWatch, Google Glass e realtà aumentata: le nuove tecnologie di domani http://bit.ly/13hIBTn via @6sicuro
Di fatto si tratta del punto in cui quello che ci accade attorno supera la capacità di capire quello che ci accade attorno. Beh, direi che ci siamo, no? Tutto cambia così in fretta che nessuno capisce tutto, che molti capiscono poco e che quasi tutti non capiscono nulla. Non fraintendete, non penso che siamo tutti scemi, ma penso che la quantità delle cose da sapere sia tanto elevata da essere di fatto “inimparabile”. Tutto troppo approfondito. Tutto troppo specializzato.
Morale: le cose cambiano in una direzione che nemmeno siamo in grado di immaginare, pur essendoci già i segnali di quello che sarà. Si tratta di cercare di individuare i segnali e di capire l’evoluzione.
Non sono un genio o un astrologo o uno scienziato, ma sono semplicemente uno che ha la fortuna di essere a contatto con decine (se non centinaia di persone al giorno) e che per mestiere si deve mantenere informato quindi che ha e, di conseguenza, una visione d’insieme che potrebbe essere interessante leggere o ascoltare.
Quali sono le tecnologie che tra pochi anni saranno il nostro quotidiano?
Ricordate che fino al 2007 l’iPhone non esisteva, e che quindi non occorrono 1000 anni per vere evoluzioni tecnologiche che ci cambiano radicalmente la vita. Cerchiamo di vedere nei prossimi anni come cambieranno le nostre abitudini insieme alle cose che abbiamo intorno.
Google Glass
Di questi dispositivi abbiamo già parlato in un articolo precedente. Project Glass è un programma di ricerca e sviluppo di Google Inc. con l’obiettivo di sviluppare un paio di occhiali dotati di realtà aumentata. Il prodotto sarà disponibile per gli sviluppatori di Google I/O negli Stati Uniti a inizio 2013 mentre per i consumatori è prevista una versione nel 2014.
Si tratta di occhiali che ci mettono in contatto diretto con Google Plus, il social network di Mountain View e che ci permettono di interagire con tutte le persone che fanno parte dell’ecosistema Google.
Di fatto un salto nella prossima tecnologia.
La realtà aumentata
Grazie a dispositivi come Google Glass e similari (anche Apple sta studiando un sistema di occhiali per la realtà aumentata).
La realtà aumentata consiste nel sovrapporre alla realtà percepita dal soggetto una realtà virtuale generata dal computer. La percezione del mondo dell’utilizzatore viene “aumentata” da oggetti virtuali che forniscono informazioni supplementari sull’ambiente reale. Un esempio abbastanza noto di questo tipo di applicazioni è in campo militare, dove ad esempio al pilota che osserva il terreno vengono fornite, sovrapposte al terreno reale, informazioni digitali quali la classificazione dei mezzi militari presenti in amici/nemici.
Pensate ad esempio di vagare in auto e di vedere sovrapposti agli oggetti che vedete dal parabrezza, delle informazioni aggiuntive, proiettate sul parabrezza stesso.
O pensate, ad esempio, di inquadrare qualcosa con la fotocamera del cellulare ed avere info su quello che vedete. Che so, i prezzi dei piatti al ristorante, o delle camere per gli alberghi.
Senza bisogno di nulla se non di un device. Questa è la realtà aumentata: avere più informazioni di quelle che ci darebbero i nostri sensi, su quello che i nostri sensi percepiscono come reale.
iWatch e orologi multi uso
Gli orologi sono ormai diventati uno status, qualcosa che indossiamo perché di moda o per abitudine, non per utilità. Ormai tutti abbiamo telefoni che ci informano su tutto, costantemente, figuriamoci se non ci fanno sapere nulla dell’ora in cui stiamo vivendo. Proprio per questo a Cupertino, gli ingeneri di Apple sembra stanno pensando di unire l’orologio con lo smartphone.
Apple sta preparando un orologio con display da 1,5 pollici in grado di collegarsi agli altri dispositivi del gruppo tramite Bluetooth. Particolare che lascia intendere che iWatch non nascerà per cannibalizzare gli altri prodotti della Mela, ma per rendere “indossabili” alcune delle loro caratteristiche. Possiamo quindi immaginare di interrogare Siri avvicinando il viso al polso e di ottenere nell’immediato una risposta sullo schermo dell’iPhone o di ricevere sull’orologio la notifica di un sms o di una chiamata in arrivo sul melafonino. O ancora, perché no, di farci guidare passo passo dalle mappe di Apple in un’inedita versione da polso.
Non un orologio, non un telefono, ma la fusione di due oggetti di uso comunissimo. L’Internet delle cose.
Smarthings
Trattasi di oggetti che già oggi esistono, vivono e ci circondano, ma che spesso (anzi mai) comunicano tra loro ed interagiscono per facilitare la nostra vita.
Oggetti della nostra vita quotidiana che diventano intelligenti (o furbi) in modo da renderli più versatili, più organizzati. Quello che gli esperti chiamano Internet of Things o Machine-to-Machine (M2M). In pratica si tratta della possibilità di mettere in connessione le cose che ci circondano, tra loro e con noi. Le applicazioni sono virtualmente infinite in un mondo in cui gli oggetti possono interagire tra loro collegandosi ad internet e ottenendo un indirizzo web.
Quello a cui tutti possiamo pensare subito è un frigorifero che comunica alla lista della spesa condivisa dello smartphone, condivisa tra tutti i famigliari, quali sono i prodotti che stanno finendo o che sono finiti.
Altre cose molto interessanti possono essere il Project Fiona, ovvero una macchina per giocare in formato tablet, potente e portatile dotato di controller rimovibili e un hardware sufficiente per far girare anche i titoli più moderni, e le nano-tecnologie abbinate alla medicina: macchine microscopiche in grado di curare le malattie agendo direttamente sulla malattia stessa, in modo fisico.
Difficile, anzi difficilissimo dire dove queste cose ci spingeranno, anche perché il bello di queste straordinarie tecnologie è, che una volta nate, generano applicazioni virtualmente infinite.
Quando nacquero gli SMS la gente, me compreso, diceva: ma chi mai si metterà a scrivere dei messaggi di testo? Sappiamo com’è andata a finire.
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