Certificazione unica: cosa cambia
Rispetto alla vecchia certificazione dei compensi, ci sono delle novità : i dati fiscali, infatti, non saranno più comunicati mediante il modello 770 e la scadenza non è più fissata al 31 luglio ma è anticipata di quattro mesi. Ed è proprio questo spostamento di data a destare preoccupazioni, dal momento che coinciderà con quella dei conguagli fiscali o dell’autoliquidazione INAIL.
Si prospettano quindi forti ritardi nelle pratiche e, per questo motivo, è bene premunirsi e presentarsi con tutta la documentazione necessaria in modo tale da non perdere tempo prezioso. I documenti necessari, infatti, cambiano rispetto a quelli richiesti lo scorso anno.
Se il sostituto d’imposta nel 2015 doveva indicare le ritenute e i redditi, da quest’anno si dovrà presentare il conguaglio fiscale, i dati relativi ai redditi di altri soggetti e quelli che riguardano il TFR.
Sanzioni
Ulteriore questione è quella riguardante le sanzioni che verranno applicate in caso di omessa, tardiva o errata dichiarazione. È infatti prevista una sanzione pari a 100 euro per ogni certificazione, con un tetto massimo pari a 50mila euro.
In caso ci si rendesse conto che la certificazione unica presenta delle informazioni errate, ci sarà una finestra di 5 giorni di tempo per correggerla, rinviarla correttamente e non incorrere in sanzioni. Nel caso in cui tale certificazione venisse rinviata entro 60 giorni, la sanzione è ridotta ad un terzo e sarà pari a 33,33 euro. Passati i 60 giorni verrà applicata la sanzione intera di 100 euro.
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