L’antefatto del salvataggio di Banca Etruria
L’ex presidente di Banca Etruria Rosi afferma che i commissari inviati dal Ministero dell’Economia che hanno guidato il salvataggio di Banca Etruria hanno operato una svalutazione dei crediti deteriorati all’87%, portando le perdite a 1,1 miliardi di euro e determinando un buco di 416 milioni di euro nel bilancio. Queste perdite però, afferma Rosi, sarebbero virtuali e non effettive.
All’inizio di febbraio il Tribunale fallimentare di Arezzo ha sancito l’insolvenza di Banca Etruria e ora i magistrati sono autorizzati ad indagare per bancarotta fraudolenta. Si spera quindi che si proceda contro chi ha amministrato la banca nel biennio 2013-2015, compreso il padre del Ministro Maria Elena Boschi, Pier Luigi Boschi.
La questione della svalutazione dei crediti e i precedenti
Fin dall’inizio della vicenda riguardante il salvataggio di Banca Etruria è sembrato strano lo sconto di oltre l’80% del valore dei crediti in sofferenza. Una svalutazione vista come eccessiva, caso quasi unico e anomalo nella prassi bancaria. L’esproprio delle obbligazioni subordinate, delle azioni e la confisca della banca sono una conseguenza dello sconto.
L’opinione pubblica si è interrogata intorno a questa manovra e alcuni l’hanno giudicata come l’ennesima imposizione dell’Unione Europea, la quale avrebbe considerato lecito questo sconto in base ad una precedente operazione di cessione di crediti problematici che è avvenuto allo stesso prezzo. Sorge il dubbio che si sia presa a riferimento una normale operazione di mercato dove il prezzo si sia formato in base alle normali contrattazioni.
Il precedente sarebbe una sola operazione da trecento milioni di euro, ma visto che in Italia i crediti in sofferenza ammontano a centinaia e centinaia di miliardi, è avventato dare valore statistico ad una singola operazione. L’aspetto curioso però è che l’operazione sarebbe stata effettuata dalla stessa Banca Etruria, capitanata da Commissari nominati dalla Banca d’Italia.
Quindi i crediti della vecchia Banca Etruria sono stati valutati sulla base di un precedente realizzato pochi giorni prima dalla Banca stessa. Come mai un precedente del genere è stato considerato attendibile? Nel caso in cui si scopra che l’operazione è illecita, su chi ricadrà la responsabilità ? Solo sui commissari della vecchia Banca Etruria?
I rischi dell’operazione di svalutazione
Il fatto rischia di passare per un episodio marginale e minore, niente di più che un fenomeno provinciale, ma la realtà è che questa strana svalutazione sembra essere diventata il parametro per valutare i crediti problematici di tutte le banche italiane. Il rischio è che molte banche italiane diventino il terreno della speculazione senza regole, per poi passare di mano a prezzi in saldo.
Più volte si è detto che le valutazioni di fine novembre erano provvisorie e che quelle ufficiali le faranno degli esperti indipendenti. Ormai però il danno è fatto, e chi ne paga le spese sono sempre i risparmiatori e più in generale il sistema economico e bancario che perde di credibilità e attrattiva. La questione più importante da risolvere, oltre ad esigere chiarezza e trasparenza sulla confisca di Banca Etruria e tutte le questioni annesse dei crediti in sofferenza, è restituire il maltolto a tutti i risparmiatori senza distinzioni.
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