Dopo la notizia del pessimi risultati di Apple nel primo trimestre del 2016, le azioni del gruppo hanno subito un ribasso del 7%. Tra gli investitori in perdita anche la Banca centrale svizzera.
Crollo Apple
Per la prima volta dal 2003 la società guidata da Tim Cook deve fare i conti con un calo dei ricavi nel primo trimestre di quest’anno. L’evento è di grande importanza perché riguarda tanti attori presenti sul mercato: quando si parla di società così famose i contraccolpi nelle loro quotazioni colpiscono tanti investitori, quindi anche le tasche delle banche. Parliamo infatti di una delle più grandi e influenti società del mondo.
Le perdite della Banca centrale svizzera
La Banca centrale svizzera ha perso 80 milioni di dollari dopo che sono stati diffusi i dati sul calo dei ricavi e il titolo ha perso il 7% in borsa e ha aperto in calo la seduta di Wall Street. La notizia ha creato disappunto alla Swiss National Bank, che dal 2014 è uno dei maggiori azionisti Apple. Nel corso del 2015 ha raddoppiato la quota di partecipazione fino ad arrivare a possedere 10,4 milioni di azioni per un valore totale di circa un miliardo di dollari. Di certo un investimento di successo nel 2014 quando la Apple ha visto aumentare i guadagni del 38%, ma al tempo la Swiss National Bank possedeva la metà delle azioni che possiede oggi.
La Banca centrale svizzera afferma che siccome adottano un approccio passivo negli investimenti, replicando gli indici di mercato di economie emergenti e avanzate, non commentano i risultati dei loro investimenti. Altre società hanno subito delle perdite: infatti proprio perché le azioni Apple sono un ottimo asset nel quale investire, vengono scelte da istituzioni e ad esempio sono state preferite da 163 fondi speculativi, come Vanguard Group, BlackRock.
I cambiamenti nel consiglio di amministrazione
Qualche mese fa Apple ha comunicato inoltre che terrà maggiormente in conto la voce degli investitori (almeno di quelli che possiedono quote superiori al 3%) per la scelta dei membri del consiglio di amministrazione. In pratica Apple permetterà a un azionista o a un gruppo di venti azionisti, in possesso di almeno il 3% di azioni ordinarie della società da almeno tre anni, di presentare delle nomine per i consiglieri di amministrazione, a patto che rispettino i requisiti fissi imposti dalla società .
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