Il periodo di crisi economica che ha colpito l’Europa ha sensibilmente alterato il sistema economico del nostro continente, con conseguenti danni per gli investitori e i normali contribuenti. Le stesse banche europee hanno dovuto far fronte a normative più stringenti e rischi più alti nell’adempimento dei propri compiti.
Banche europee: le difficoltà attuali
Attualmente la situazione sembra essere in parziale ripresa. Ad esempio SocGen, la seconda banca più importante della Francia per capitalizzazione, ha riportato utili inaspettati nel primo trimestre dell’anno, grazie all’andamento particolarmente positivo ottenuto dalla divisione retail e al taglio dei costi.
Questa opzione sta diventando un vero e proprio trend per Gran parte degli istituti bancari, che hanno iniziato a snellire gli organici, tagliare i costi e rivedere i piani industriali nel tentativo di far riprendere le banche europee allo stesso ritmo di prima con un relativo assestamento sul mercato e migliorando anche il problema occupazione che si è verificato anche nel settore bancario.
Tra i problemi maggiori ci sono stati sicuramente i tassi applicati dalle Banche Centrali, che si tramutavano in un continuo sali-scendi dei listini che facevano desistere gli investitori dal fare trading e dunque limitarsi a pagare le commissioni dei desk delle banche.
Quali sono le banche europee più in difficoltà ?
Pochi giorni fa due istituti particolarmente importanti d’Europa hanno mandato dei segnali d’allarme. In Germania Commerzbank ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 163 milioni di euro, meno della metà dei 388 milioni di euro ottenuti nello stesso periodo del 2015. Questa situazione sottolinea come vi sia stato ancora un deterioramento del contesto dei tassi di interesse e un rallentamento dell’attività dei clienti sui mercati più complessi. Ciò farà sì che, prevedibilmente, non sarà raggiunto l’utile netto che si è potuto registrare nel 2015.
La Ubs svizzera ha perso oltre il 7%, archiviando i primi tre mesi dell’anno con un utile netto di 707 milioni di franchi svizzeri (624 milioni di euro), 64% in meno rispetto allo stesso periodo di un anno fa, reso ancora più grave in un contesto di gravi shock nei mercati finanziari dalla forte contrazione dei ricavi di intermediazione. Insomma, fare utili quando i tassi si trovano ad un livello così basso, è quasi impossibile.
Come migliorare la situazione delle banche europee?
Secondo gli economisti più importanti, tra cui Mario Spreafico di Schroders, per risolvere la situazione delle banche europee è necessario provvedere ad un corposo taglio dei costi, proprio come ha fatto la francese SocGen, che ha già previsto anche un nuovo piano di sforbiciate.
Questa soluzione dovrebbe essere applicata anche per le banche italiane, ugualmente in sofferenza, considerato anche il fallimento di mercato dell’aumento di capitale della Popolare di Vicenza, sottoscritto quasi integralmente dal Fondo Atlante. Da sottolineare è anche il fatto che l’indice Bloomberg Europe 500 Banks and Financials, che individua il paniere delle azioni di istituzioni del mondo bancario-finanziario europeo, è in ribasso del 20% da inizio anno e non vi sono segnali sensibili di un miglioramento nel breve termine.
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