Secondo visioni pessimistiche del prossimo futuro, se l’Italia non dovesse migliorare la sua situazione economica nel breve tempo, al momento della scadenza del mandato di Mario Draghi, previsto per il 2019, non ci saranno dubbi sulla sua sostituzione alla presidenza della BCE. E chi più di uno stratega tedesco può prendere le redini della situazione?
La Bundesbank, il cui governatore è tra i candidati alla presidenza della BCE, è la banca che allo stato attuale prende le decisioni in ambito europeo. Infatti, è l’istituto, assieme ad altri tedeschi, che ha proposto la fine del trattamento fiscale privilegiato sul debito, i cui interessi possono essere detratti dalle imposte, a differenza delle erogazioni di capitale.
La BCE parla tedesco
L’eventualità di una presidenza tedesca comporterebbe quindi una presa di posizione basata sull’austerità e sull’intenzione di fissare i tetti di detenzione di titoli di stato da parte delle banche. Questo comporterebbe una svendita di titoli con conseguente crollo dei prezzi e ricorso al bail-in, in altre parole al salvataggio interno da parte di quelle banche scarsamente patrimonializzate.
Nella visione pessimistica del mondo delle banche future, l’Italia si opporrà al bail-in per evitare un crollo della fiducia negli istituti da parte dei risparmiatori; ma l’Europa, non preoccupata di questo aspetto, farà scattare il meccanismo per cui sarà lo Stato stesso a mettere mani ai soldi pubblici per evitare che vengano toccati i fondi dei risparmiatori.
Debito pubblico in aumento per le banche italiane
Nel far questo l’Italia, le cui casse sono già prosciugate da qualche tempo, aumenterà il suo debito pubblico, richiedendo l’intervento d’investitori stranieri interessati, si spera, ai titoli del Tesoro.
Le banche italiane non dovranno sottoporsi al tanto temuto commissariamento della BCE ma avverranno dei controlli serrati da parte della Banca Europea e questo comporterà una ristrettezza dei crediti ai consumatori. Infatti, le Banche non potranno più permettersi di dare crediti che potrebbero rivelarsi rischiosi, e tenderà a mantenere ben saldo il proprio capitale.
Situazione attuale
Al momento però, la quantità di bond governativi del nostro sistema bancario rappresenta quasi l’11% degli attivi, una percentuale tripla rispetto a quella registrata dalle banche tedesche. È evidente quindi come i titoli bancari italiani siano stati penalizzati profondamente in borsa negli ultimi anni, man mano che lo spread BTp-Bund lievitava, innescando un circolo vizioso tra bilanci dello stato e quelli degli istituti. Il legame tra le banche italiane e il Tesoro si è consolidato proprio con la crisi, consentendo un versamento di liquidità di portata enorme nelle banche dell’Eurozona. Tutta questa liquidità però è stata tradotta in titoli di stato anziché andare in sostegno alle famiglie e alle imprese.
L’apocalisse nel futuro delle banche
Nella visione catastrofica ipotizzata, con l’inserimento di un presidente tedesco a capo della Banca Centrale Europea, si avranno delle ristrettezze non indifferenti che comporteranno difficoltà per chi possiede titoli di stato, con conseguente necessità di pescare dalle tasche dei risparmiatori, i capitali utili a far fronte ai debiti. Lo Stato dalla sua sarà costretto a svendere i titoli e farsi carico del recupero dei soldi tramite l’utilizzo dei soldi pubblici, favorendo un aumento del debito pubblico.
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