Le ultime notizie provenienti dalla Germania sembrano proprio dimostrare che il problema banche non sia esclusivamente italiano. 630 milioni di dollari, ecco a quanto ammonta l’ultima multa pagata da Deutsche Bank per l’accusa di riciclaggio di denaro sporco in Russia. Una cifra considerevole che pare non metta la parola fine sui guai della banca tedesca (negli ultimi anni i guai giudiziari sono costati alla società oltre 13 miliardi).
Che la situazione non fosse semplice era chiaro da tempo, ma a preoccupare l’ambiente è il susseguirsi di sanzioni, sanzioni che iniziano a pesare sulla reputazione e sui conti del colosso bancario.
Deutsche Bank, una pioggia di sanzioni
Alla presentazione sui conti 2016 di questi giorni gli investitori hanno potuto comprendere meglio il rischio legale tutt’oggi pendente sul gruppo e, soprattutto, l’ancora aperta questione derivati. La banca tedesca è infatti stata protagonista di gran parte dei più recenti scandali finanziari: sono ben 8 miliardi i dollari pagati per provare a chiudere definitivamente questa brutta pagina e cambiare rotta.
Una multa, quella della vertenza russa, che poteva costare molto di più. Deutsche Bank aveva infatti accantonato un miliardo, per una situazione pericolosa per stessa ammissione  del CEO John Cryan. L’accusa mossa dalle autorità britanniche (Fsa) e Usa (Sec) è di aver “ripulito” 10 miliardi di dollari in rubli provenienti da clienti discutibili, soliti acquistare azioni in rubli per poi rivenderle tramite la filiale londinese del gruppo.
La faccenda “russa” segue i 95 milioni di dollari versati alle autorità Usa per sanare una frode fiscale che poteva costare sino al doppio. A metà Gennaio il patteggiamento con il dipartimento di Giustizia Usa riguardo una multa di 7,2 miliardi di euro utile a chiudere una vertenza riguardante la vendita di titoli legati a mutui subprime. Anche qui la richiesta iniziale era ben più pressante: 14 miliardi.
Deutsche Bank e la crisi
Non è certo una novità il ruolo primario che la banca tedesca ha rivestito, più o meno direttamente, nello scoppio della crisi finanziaria che ancora segna il mercato globale. Lo stesso Procuratore Generale Usa Loretta Lynch lo aveva ammesso pubblicamente «Deutsche Bank ha contribuito direttamente e intenzionalmente alla crisi finanziaria» a cui avevano fatto seguito le parole di Cryan «la nostra condotta in materia, dal 2005 al 2007, è risultata inaccettabile».
Molto di ciò trova terreno fertile nell’atteggiamento spesso spregiudicato applicato dall’Istituto tedesco. Un esempio è il caso di Fannie Mae e Freddie Mac, in cui Deutsche Bank è stata accusata di aver applicato metodi scorretti per vendere obbligazioni garantite da mutui. Per questo il gruppo aveva versato 1,9 miliardi. Se non bastasse erano arrivate accuse anche per affari svolti con Paesi soggetti a embarghi (multa pari a 1,45 miliardi) e per aver manipolato i tassi Euribor e Libor (patteggiamento con Usa e Gran Bretagna per  3,75 miliardi).
Un susseguirsi di sanzioni che potrebbe non essere finito. Sono ancora molte le indagini aperte sulla banca, tanto che girano nel mercato voci riguardanti 7.800 possibili pendenze legali pronte a colpire duramente i conti di deutsche Bank.
Possibili tagli di personale per Deutsche Bank
Multe che non hanno certo giovato ai conti dell’Istituto e che devono dunque essere ripianati anche tramite tagli dei costi. Le forbici di John Cryan sono da tempo concentrate sulla forza lavoro tanto che ultime indiscrezioni palesano importanti tagli nella divisione trading. Una risposta agli ultimi risultati trimestrali inferiori alle aspettative degli analisti.
Pare che la riduzione di personale arriverà ad un netto 17% a livello globale nella divisione azionaria e ad un 6% nella divisione reddito fisso. Notizie che fanno eco Nel 2015 ai primi, storici, tagli di 9.000 dipendenti avvenuti nel 2015.
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