Il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene è tra i vini bianchi italiani più famosi al mondo.
Sulla provenienza di questo vitigno italiano ci sono differenti teorie, alcune delle quali vedono nell’odierno vino Prosecco il mitico Pucino, che l’imperatrice Livia Augusta si faceva inviare a Roma nelle anfore di terracotta dal porto di Aquileia.
Quella più accreditata è legata però al paese di Prosecco, un comune del Carso triestino, dove veniva chiamato Glera.
Partendo dal paese di Prosecco, quasi quattro secoli fa, sarebbe arrivato nella Marca Trevigiana, trovando nei colli di Conegliano e Valdobbiadene, oggi patrimonio Unesco, la propria zona di elezione.
Il cammino del Prosecco proseguì fino ai colli Euganei, dove il vitigno prese il nome di Serprina.
Il successo riscosso negli anni dalla versione spumante, lo ha portato nel 2008 a produrre 57 milioni di bottiglie per un valore di 370 milioni di euro. Oggi ne vengono prodotte 550 milioni, di cui 460 sono Doc ma solo 90 milioni sono DOCG.
Nel 2008 il nome “Prosecco” era ancora solo il nome del vitigno, poteva quindi essere usato ovunque e da chiunque, nonostante i quindici Comuni della provincia di Treviso avessero ottenuto la DOC nel 1969.
Con lo scopo di tutelare questo vino bianco, il Consorzio di Tutela ha pensato di estendere la DOC a tutte le zone del Veneto e del Friuli Venezia Giulia in cui era autorizzata la coltivazione del vitigno, comprendendo la località Prosecco in provincia di Trieste, ottenendo così la tutela internazionale della Denominazione.
Per difendersi dalle imitazioni estere si creò un secondo problema, quello della produzione della prima area della DOC qualitativamente superiore rispetto alla zona estesa della nuova DOC così, nel 2009, gli è stata riconosciuta la DOCG, con la menzione di Superiore di Cartizze per la produzione di un’area di 107 ettari del comprensivo di Valdobbiadene, diventato il CRU di denominazione.
Il Prosecco DOCG di Conegliano e Valdobbiadene è molto più di un prodotto della terra: unisce la sapienza antica e la costante ricerca di qualità, è il risultato di un legame profondo tra vignaioli e territorio, tra fatica e bellezza, un legame che solo una lunga e faticata storia può generare.
Prosecco: caratteristiche organolettiche
È tra i vini bianchi italiani apprezzato per la sua fragranza fruttata, la rifermentazione in autoclave permette di mantenere intatti i profumi dell’uva glera: profumata di frutta, pera bianca, mela verde, albicocca e di fiori di rosa, glicine e acacia.
Il clima ideale e l’abilità di generazioni di viticoltori che hanno saputo “domare” colline che arrivano al 70% di pendenza coperte da vitigni autoctoni a bassa resa, danno un vino elegante, dal perlage raffinato, dal gusto rotondo e dai profumi complessi, adatto a tutto pasto, dall’aperitivo al dessert.
Delle diverse tipologie la più nota ed emblematica è lo Spumante, che a seconda del residuo zuccherino, si distingue anche in Brut, Extra Dry e Dry:
- Il Brut è vivace, profuma di agrumi e di note vegetali, è perfetto con pesce, verdure e primi strutturati.
- Extra Dry, adatto per l’aperitivo perché ha profumi intensi di frutta e un’acidità vivace, si sposa con condimenti vegetali, legumi, formaggi freschi e carni bianche.
- Dry esalta il gusto fruttato e floreale e si abbina con ricette piccanti o dolci a pasta secca.
La DOCG prevede anche la tipologia Extra Brut, con limitatissima presenza di zuccheri residui. Al contrario la maggiore presenza di zuccheri amplifica l’espressione aromatica del vitigno che produce:
- vini dal colore paglierino scarico, con tenui profumi floreali e fruttati.
- Sapore gradevolmente amarognolo e non molto di corpo nel tipo Secco, fruttato nei tipi Amabili e Dolce.
- In bocca il corpo è snello e leggero, con fresca acidità e buona armonia complessiva.
- La gradazione alcolica minima è di 10,5° ( anche per la tipologia Frizzante, mentre per la tipologia Spumante è di 11°).
Il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene è ottimo anche come vino fermo e può essere elaborato con quantità variabile di bollicine. La sua tradizione più antica, infatti, è di vino frizzante, non di spumante.
Per riconoscere il Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG: sulla bottiglia è riportato il nome della denominazione seguito da “Superiore” per lo spumante. Infine, è possibile trovare in etichetta la parola “Rive” che indica le pendici delle colline che caratterizzano il Conegliano Valdobbiadene spumante.
Dove nasce il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene
La terra di elezione è storicamente la provincia di Treviso, in particolar modo le colline che congiungono Conegliano e Valdobbiadene.
In questi terreni terrazzati e particolarmente scoscesi è frequente trovare piante che hanno anche un secolo di vita che convivono nello stesso vitigno con piante giovani. Appena fuori dell’abitato di Valdobbiadene si incontrano i vigneti che danno vita alla ristretta e celebre zona del Cartizze.
I 15 paesi della DOCG del Prosecco sono Conegliano, il capoluogo Valdobbiadene, Susegana, San Vendiamiano, Colle Umberto, Vittorio Veneto, Tarzo, Cison Valmarino, Follina,Miane, San Pietro di Feletto, Refrontolo, Pieve di Soligo, Fara di Soligo e Vidor.
Come abbinare il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene
Per stappare il Prosecco più adatto all’occasione bisogna considerare il grado di dolcezza.
È da servire fresco, è un vino facile, sobrio, dal sapore fruttati leggermente aromatico e per questo è più di un vino da pasto, va bene per un brindisi o per bagnare una breve pausa con stuzzichini.
Si adatta a quasi tutte le mensa e dà il meglio di sé con i piatti di pesce e crostacei, ma anche legumi, ortaggi, formaggi ed ottima base per fantastici Cocktail.
Antipasti con il Prosecco
Per gli antipasti e aperitivi è meglio scegliere un Extra Dry; da abbinare con i cichéti, tipici bocconcini veneti come crostini di polenta e baccalà mantecata, polenta anche al nero di seppia, fettina di pane e soppressa o con formaggi di malga come la Casatella trevigiana, Piave fresco, oppure con uovo sodo e acciuga, sarde in saòr, o pesciolini fritti, avanotti o pescetti di mare.
Primi piatti con il Prosecco
Per primi è secondi e meglio abbinare il Brut, più facile e versatile può reggere tutto il pasto. Primi piatti di mare o con verdure tipiche del veneto come il radicchio e l’asparago igp. Ma anche con piatti preparati con le castagne di Combai altra prelibatezza della Marca Gioiosa.
- Raviolo abbracciato con ripieno di sciopet ( carletti o spinacini) su crema di piselli;
- Risi e bisi; Risotto con radicchio trevigiano; Risotto con asparagi; Risotto con nero di seppia; Spaghetti con le vongole o con i frutti di mare.
Secondi piatti con il Prosecco
Per i piatti di crudo pesce è consigliabile abbinare l’Extra Brut; il gusto secco bilancia la dolcezza dei crostacei e conchiglie come capesante.
- Gnocchetti di polenta croccante con salsa di broccoli e asparagi bianchi- da abbinare con un DOCG Brut
- Avanotti fritti con polenta
- Trota ai ferri con polenta
- Baccalà alla vicentina
- Insalata di gamberi
- Spiedini di pesce ai ferri o fritti.
Dolci con il Prosecco
I dolci si abbinano bene al Cartizze e al Prosecco Dry che si abbina molto bene anche a piatti etnici leggermente piccanti.
I dolci tipici sono secchi, dolci poveri di materie prime del terra, farina gialla, uva appassita, burro, noci e nocciole, castagne:
- biscotti del Conegliano Valdobbiadene, impastato con tre farine e uva passa.
- Zaletti, tipici dolci di farina gialla di mais e uva passa da abbinare al Cartizze.
- Fregolotta, con mandorle e nocciole tritate grossolonamente con zucchero, uova e burro e una miscela di farina gialla e bianca.
- Busolà, biscotti molto dolci con impasto di farina gialla e uva passa ammorbidita nel vino.
- Macafame, un classico dolce di recupero di pane e polenta, mele e uvetta.
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