Crediti deteriorati un termine tecnico per definire delle inadempienze probabili da parte dei debitori nei confronti delle banche. Uno dei principali elementi che hanno portato alla crisi di molti istituti negli ultimi anni, rendendoli meno sicuri e costringendo consigli d’amministrazione e istituzioni a interventi di emergenza.
Crediti deteriorati: cosa sono
I crediti deteriorati (chiamati anche NPL ovvero Non Performing Loans) sono crediti a carico delle banche (mutui, finanziamenti, prestiti) che i debitori non sono più in grado di ripagare, anche solo in parte. Semplificando il concetto si tratta di crediti che le banche rischiano di non veder onorati e quindi con una riscossione incerta sia per tempi che per ammontare. Di per sé gli istituti operano per bilanciare questi rischi, così da non trovarsi in situazioni pericolose, ma, come accaduto ultimamente, quando tali crediti raggiungono una certa rilevanza possono portare in forte crisi la banca che li possiede, innescando situazioni limite.
Questo tipo di crediti crediti possono essere classificati in:
- Sofferenze;
- Inadempienze probabili;
- Esposizioni scadute e/o sconfinate;
- Crediti forborne.
La centrale rischi e i fondi Atlante 1 e Fondo Atlante 2
Per la loro pericolosità a livello sistemico, la Banca d’Italia, responsabile di salvaguardare il comparto bancario nazionale, ha creato la Centrale Rischi, un archivio nel quale vengono inserite le posizioni debitorie di ogni soggetto nei confronti di tutti gli intermediari. Ciò permette, al fine dell’erogazione di possibili crediti, di valutare la posizione globale di rischio e la solvibilità dei clienti. Un processo che limita la concessione di crediti a realtà a rischio.
Altra salvaguardia dai rischi dei crediti deteriorati è la nascita nel 2016 il Fondo Atlante e Fondo Atlante 2, creati per limitare l’impatto negativo della rilevante mole di NPL detenuti dagli istituti. Lo scopo dei fondi è stato sostenere la ricapitalizzazione e rilevare i crediti in sofferenza.
La necessità di ridurre gli NPL
È facile comprendere quanto sia necessario e vitale per gli istituti ridurre al minimo la presenza nei propri conti di questo tipo di crediti. Un missione non certo facile, ma che procede in tutta Europa e che vede l’Italia come uno dei paesi più esposti.
Come emerge dalla terza relazione della Commissione europea sui progressi diriduzione degli NPL, l’Italia ha ancora un livello di crediti deteriorati tre volte maggiore di quello dell’intera Unione europea. Peggio del bel paese ci sono solo Grecia, Cipro e Portogallo.
La riduzione procede comunque ad un ritmo spedito secondo la Commissione e sono evidenti i progressi fatti. Resta comunque forte attenzione sull’Italia, a cui viene richiesto uno sforzo maggiore per riportare la situazione a livelli di maggiore sicurezza.
Unicredit cede portafoglio di crediti deteriorati
Unicredit ha chiuso un un accordo con una affiliata di Fortress Investment Group Llc per la cessione pro-soluto di un portafoglio di crediti in sofferenza derivanti da clienti del segmento piccole e medie imprese italiane.
Un insieme del valore di circa 675 milioni di Euro al 31 Marzo 2018, contenente crediti esclusivamente derivanti da contratti di finanziamento regolati dal diritto italiano. Un’attività che va nella direzione di una costante riduzione da parte della banca delle proprie esposizioni deteriorate.
Intesa San Paolo e Intrum
Sulla falsa riga va letto anche la partnership tra Intesa Sanpaolo e Intrum focalizzato sui crediti deteriorati.Parte dell’accordo prevede la costituzione di una piattaforma di servicingdetenuta al 51% da Intrum e al 49% da Intesa Sanpaolo e la cessione e cartolarizzazione di un portafoglio di crediti in sofferenza in capo al gruppo Intesa Sanpaolo.
Ciò porterà una plusvalenza di circa 400 milioni di euro dopo le imposte nel conto economico consolidato del gruppo Intesa Sanpaolo nel quarto trimestre 2018, migliorandone ulteriormente salute e stabilità.
BPM pronta a cedere 7,8 Miliardi di Euro di crediti deteriorati
Anche BPM, come ultimo passo della fusione con Banco Popolare, si appresta ad effettuare una cessione di NPL pari a circa 7,8 Miliardi di Euro, con l’obiettivo dichiarato di continuare il proprio riassetto.
Un’iniziativa che dovrebbe portare ad un netto incremento del CET1 e, conseguentemente, ad una maggiore sicurezza per il mercato.
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