La Cartolarizzazione dei crediti è un’operazione finanziaria per ottenere maggiore liquidità cedendo il rischio a degli investitori terzi. Per semplificare la comprensione, prenderò il classico esempio delle banche che hanno dei crediti deteriorati, cioè difficilmente esigibili. Decidono, quindi, di cederli e ricevere in cambio parte del credito.
CaCartolarizzazione dei crediti: in cosa consiste
cartolarizzazione dei crediti permette di “trasferire” il rischio di credito a degli investitori terzi.
Una azienda cede a titolo oneroso beni e/o attività, sia in modo singolo che in blocco, a dei soggetti terzi pubblici o privati, sotto forma di titoli. Gli acquirenti di questi titoli, al momento del rimborso – quindi in caso di risultato positivo della cessione – riceveranno la restituzione del capitale con anche annesse le rispettive cedole (necessarie per la riscossione degli interessi, fissi o variabili) degli interessi maturati.
Uno dei soggetti coinvolti maggiormente in questa operazione sono le società veicolo di cui abbiamo già parlato poco sopra. Esse sono identificabili come “società di cartolarizzazione”, ovvero società a cui lo Stato ha concesso di emettere dei titoli che incorporino i crediti ceduti. Queste ultime sono fondamentali, perché supportano le aziende nella creazione e nella vendita dei titoli cartolarizzati, oltre che nella pratica gestione del portafoglio clienti.
La loro specializzazione è proprio questa: realizzare una o più operazioni di cartolarizzazione, al fine di emettere strumenti finanziari negoziabili.
Cartolarizzazione dei crediti: cos'è e come funzionaClick To Tweet
Operazione cartolarOperazione cartolarizzazione dei crediti: come si svolge
iaria della securitization è riassumibile in quattro frasi effettive:
- Selezione di un portafoglio di attività intenti a produrre appunto liquidità
- Cessione da parte di un soggetto, appunto originator, dei crediti deteriorati o altre attività finanziarie negoziabili ad una società veicolo (Special purpose Vehicle)
- L’emissione dei titoli, con o senza rating (valutazione della solvibilità), da parte delle SVP, da collocarsi presso gli investitori qualificati
- Il pagamento dei titoli emessi sul mercato a seguito di esito positivo della cessione
L’esempio più comune di questa operazione finanziaria è quella della cartolarizzazione dei crediti deteriorati.
Vediamo cosa sono quindi questi crediti deteriorati.
Le banche si trovano spesso a far fronte a questa tipologia di crediti, definibili anche come crediti di difficile insolvenza o con una forte inadempienza degli obblighi di rimborso da parte del debitore.
Le cause dipendono dalle difficoltà finanziarie o dalla scadenza del limite di rimborso – ovvero 90 giorni – dovute per esempio alla perdita del lavoro. La banca non dovrebbe concedere troppi prestiti, perché sa benissimo che c’è un alto rischio di mancata restituzione, ma è anche vero che questa è una delle sue attività, quindi lo fa.
Il problema è che se la banca ha troppi crediti di cattiva qualità, non può fornire finanziamenti alle imprese, necessari per la creazione di posti di lavoro.
Quando ci sono troppe banche che si trovano in questa situazione, il problema non è più locale ma globale, e così ne risente l’economia.
In merito ai crediti deteriorati, la Legge n. 130 del 30 aprile 1999, ha introdotto nuove regole ufficiali alle banche e agli enti pubblici in merito alla trasformazione dei propri crediti deteriorati in obbligazioni da immettere sul mercato.
In sostanza, quello che questa legge obbliga a fare, al fine di non far trovare le banche in una condizione economica negativa per il paese, è di attuare misure di valutazione più severe rispetto alla solidità o meno dei titoli emessi e dei rischi dell’operazione, con conseguente e costante monitoraggio del titolo.
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