Cos’è la class action?
Con il termine class action si definisce un’azione legale collettiva, in cui più persone, tutte portatrici di interessi omogenei, agiscono contro il medesimo soggetto per ottenere tutela e il risarcimento del danno subito.
Figura utilizzata nel mondo anglosassone, la class action ha fatto formalmente il suo ingresso in Italia in tempi recenti, grazie al Decreto Legislativo n. 206 del 6.09.2005, conosciuto come Codice del Consumo. Questo codice, che tratta ovviamente di tutela del consumatore, prevede all’art. 140 bis proprio la class action (o, più italicamente, l’azione di classe) come arma per ottenere la tutela giudiziaria di più consumatori uniti di fronte ad un identico torto.
Class action: per chi è?
A promuovere l’azione collettiva deve essere ovviamente uno qualunque dei componenti della c.d. “classe”, purché sia un utente finale/consumatore, portatore di diritti individuali che siano stati lesi da un’impresa o produttore con cui hanno avuto contatto. Perché si formi la classe occorre che i diritti individuali siano dello stesso tipo e il soggetto di cui si vuole accertare la responsabilità ed ottenere la condanna deve essere il medesimo per tutti.
L’azione può essere promossa anche da un’associazione o un comitato di tutela dei diritti dei consumatori, a cui l’utente ha dato mandato ad agire nel suo interesse. Una volta azionata, la class action si può arricchire di altri partecipanti: gli altri consumatori interessati, i quali possono entrare nella causa semplicemente aderendo.
Una volta che si è aderito alla class action scattano una serie di prescrizioni:
- Stop alle azioni individuali: il consumatore facente parte della “classe” non può più promuovere azioni individuali contro lo stesso imprenditore/produttore;
- Una class action per volta: non è possibile aderire a più class action dello stesso genere.
A cosa serve la class action?
La class action deve essere avviata con atto di citazione notificato anche al pubblico ministero. Competente a decidere la causa è il Tribunale del capoluogo della regione in cui ha sede l’impresa contro cui si agisce. L’azione offre tutela nei casi di:
- Diritti contrattuali omogenei vantati da una serie di consumatori nei confronti di un’impresa. In questa categoria rientra anche la tutela contro le clausole vessatorie, cioè quelle clausole di cui nei contratti viene chiesta una specifica approvazione (doppia firma) in quanto determinano uno squilibrio di posizione e poteri a favore dell’impresa;
- Diritti omogenei dei consumatori finali di un prodotto o servizio: l’azione è diretta contro il produttore, anche se non esiste un rapporto contrattuale diretto tra questo e i consumatori finali;
- Diritto al risarcimento del danno in caso di pratiche commerciali scorrette e condotte anticoncorrenziali.
In tutti i casi gli obiettivi dell’azione sono: ottenere l’accertamento della responsabilità dell’imprenditore/produttore e ottenere da questo un risarcimento economico del danno e un’eventuale riparazione a quanto commesso.
È sempre possibile proporre la class action?
L’azione di classe è un procedimento speciale, come tale non è consentito farvi ricorso in ogni circostanza. Per questo, una volta che l’azione è avviata, il giudice effettua un preventivo controllo di ammissibilità , che dà esito negativo se:
- la class action è manifestamente infondata;
- esiste un conflitto di interessi;
- c’è mancanza di omogeneità  ed identità tra i diritti vantati, che quindi non sembrano essere rappresentativi di un interesse di gruppo;
- il consumatore o l’associazione che per prima ha proposto l’azione non sembra in grado di tutelare adeguatamente gli interessi dell’intera classe.
Se il controllo di ammissibilità non viene superato, il giudizio termina, il relativo provvedimento viene reso pubblico e chi ha proposto l’azione viene condannato a pagare le spese legali del giudizio. Se, al contrario, il giudice dà il proprio parere positivo, provvede a delineare gli interessi tutelati dall’azione, in questo modo fornendo i criteri per essere ammessi o esclusi dall’azione di classe.
La sentenza: il gran finale della class action
L’esito dell’azione di classe è una sentenza: un provvedimento del giudice con cui la domanda della “classe” viene accolta o respinta. In caso di accoglimento il giudice stabilisce la somma dovuta dall’impresa ad ogni consumatore oppure stabilisce i criteri per individuare quella cifra.
In questo caso, assegna alle parti il termine di 90 giorni per raggiungere un accordo sulla somma da liquidare. Se l’accordo non si trova, decorso inutilmente il termine, è lo stesso giudice a stabile l’importo.
L’azione di classe è una procedura semplificata, rispetto ai normali giudizi. Questo perché il Legislatore, tenendo conto della tutela che è necessario offrire al consumatore soprattutto nei confronti di grandi realtà commerciali, ha voluto garantire un sistema che fosse equo, efficace e sollecito.
Ci è riuscito? Raccontaci la tua esperienza o i tuoi dubbi, potrebbero essere utili a capire meglio questa azione così particolare e ancora poco conosciuta.
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