Tra le varie tipologie di contratto per chi dà in affitto la propria abitazione, c’è anche quello di locazione turistica. Che, attenzione, non è un contratto come gli altri, ma, come si può intuire dal nome, prevede per l’appunto la concessione di un immobile per finalità transitorie, per andare incontro, cioè, a chi sta cercando una casa per le vacanze.
Vediamo nel dettaglio come funziona, da quali leggi è regolato e tutto quello che devi sapere sia che tu sia il locatore (ossia chi affitta la propria abitazione) che il conduttore (ossia chi prende iin affitto).
Cosa si intende per locazione turistica
Intanto, partiamo con la definizione. Come accennavamo, il contratto di locazione turistica è una tipologia di contratto che risponde alle esigenze di chi cerca una casa per un periodo breve, per motivi di villeggiatura o perché è alla ricerca di un’abitazione per un viaggio in particolare, o per un soggiorno di riposo o curativo, insomma per qualsiasi motivo che preveda il godimento temporaneo del bene.
Questo tipo di locazioni vengono definite “pure” perché regolano solo il godimento dell’abitazione e non la fornitura di servizi accessori o complementari, anche perché sono vietati dalle Legge.
A proposito di Legge, tale tipologia di contratto è regolato dagli articoli 1571 e seguenti del Codice Civile, dalle legge sugli immobili urbani, secondo come è stata modificata dal Codice Turismo (D.legs n.79/2001) e dal D.Lgs.50/2017, convertito in legge n.96/2017 sul regime fiscale delle locazioni brevi che ha introdotto diversi adempimenti a carico degli agenti immobiliari e degli affittuari.
Quest’ultimo intervento legislativo riguarda in particolare i contratti di locazione turistica di breve durata, inferiore ai 30 giorni, sottoscritti dai privati.
Nel contratto di locazione turistica, inoltre, c’è da fare una differenza: tra l’uso vacanze ossia una tipologia di affitto che si ripete negli anni (hai presente coloro che affittano la stessa casa per esempio tutti i mesi di agosto nella stessa località?) e affitto per uso turistico puro con cui si intende un periodo di affitto una tantum, ossia che non si ripete. Per esempio: dal 20 al 27 febbraio 2019.
Contratto di locazione turistica: perché è importante la forma scritta
Anche se tale tipologia di contratto è transitoria, questo non vuol dire che non sia necessario metterla per iscritto:; tutt’altro. Il contratto, per avere un valore legale, deve essere pertanto redatto in forma scritta.
La registrazione del contratto di locazione turistica: cosa devi sapere
E questo tipo di contratto dev’essere registrato? Non per forza: se ha durata inferiore ai 30 giorni non è obbligatorio. Se invece la locazione supera il mese, la registrazione deve avvenire entro 30 giorni da quando è stato firmato da entrambe le parti.
Contratto di locazione turistica: la durata, la forma scritta, la registrazione Click To TweetCosa deve contenere il contratto
Per essere, inoltre, un contratto valido è necessario che siano indicati:
- il tipo di immobile che viene dato in affitto così come è registrato al catasto
- il canone di affitto e come viene corrisposto. Di solito, come per il contratto di locazione a uso abitativo, viene indicato annualmente e poi frazionato, spesso con pagamento anticipato
- lo scopo di questo contratto: se l’immobile è per uso turistico, uso vacanze o eventualmente uso weekend
- la durata ossia il periodo entro cui il conduttore può usufruire dell’immobile
- l’arredamento: se il locatore sta dando in affitto un appartamento ammobiliato, cosa che è molto probabile per questa tipologia di locazione, devono essere indicati chiaramente i mobili inclusi. Cosa che di solito viene fatta in una lista a parte in modo che il locatore possa verificare che, al momento della consegna delle chiavi da parte del conduttore, ogni cosa sia al suo posto o cosa invece è stato danneggiato
- la cedolare secca ossia la possibilità di avere un regime fiscale agevolato alternativo all’IRPEF che prevede un’aliquota fissa agevolata al 21%, applicabile applicato esclusivamente al reddito generato dalla locazione
- il recesso: ossia la possibilità per il conduttore di rinunciare al contratto prima della sua scadenza
- la caparra: la somma che viene versata dal conduttore come garanzia della serietà dell’impegno da parte di entrambi. La caparra può essere
- eventuali altre richieste: come per esempio l’espresso divieto di fumare, di portare animali in casa, di ospitare altra gente o magari di dare delle feste oltre una certa ora. Sono tutte richieste che il conduttore può fare e mettere per iscritto nel contratto.
Lo sapevi che la caparra, che sarebbe più corretto chiamare cauzione, non è obbligatoria? È però consuetudine di chi affitta casa richiederla in modo da tutelarsi nel caso di eventuali danni. Quanto deve essere la caparra? Non c’è né un minimo né un massimo, ma viene lasciata alla libera contrattazione delle parti.
La caparra, inoltre, può essere penitenziale e si perde in caso di recesso o confirmatoria: si perde lo stesso in caso di recesso ma dà diritto al locatore di chiedere il risarcimento dei danni.
Contratti di locazione turistica e tassa di soggiorno
Per quanto riguarda gli affitti con durata inferiore ai 30 giorni, la legge n.96/2017 ha previsto che debba essere applicata la tassa di soggiorno anche da parte dei privati che danno in affitto la propria abitazione. Ogni comune può poi decidere in maniera totalmente libera se istituire o rimodulare la tassa di soggiorno che può arrivare massimo a 5 euro a notte.
Comunque sia i locatori – non solo chi ha un b&b ma anche chi affitta per esempio con Airbnb o altri portali – devono pertanto richiedere la tassa di soggiorno se appunto il comune lo prevede.
Gli importi, dunque, variano di città in città e il periodo di tassazione non supera di solito i 7 giorni: chi alloggia per un periodo superiore, non è costretto a pagarla per tutto il periodo ma sola la prima settimana. Per sapere con esattezza quanto richiedere, bisogna fare riferimento ai regolamenti locali. Attenzione: ci sono dei casi in cui i comuni prevedono una riduzione della tassa o un non pagamento come capita per esempio per i giornalisti nel comune di Cefalù (Palermo).
Quanto alla riscossione, spetta ovviamente al locatore e deve essere richiesta al momento dell’arrivo. Il locatore deve anche rilasciare una ricevuta che riporti: l’importo, il periodo di soggiorno e le persone che ne usufruiscono. Ci sono anche comuni che prevedono dei modelli prestampati, se non dovessero esserci, puoi usare il classico blocchetto delle ricevute.
Contratto di locazione turistica Airbnb
Per la tua locazione turistica utilizzi Airbnb? Come riporta il famoso sito americano, devi rispettare le leggi e i regolamenti previsti in Italia, ossia tutto quanto abbiamo detto sopra. Pertanto, anche se il tuo è un affitto che dura meno di 30 giorni, devi comunque stipulare un contratto di locazione breve con l’ospite al momento del check in.
Come abbiamo detto sopra, se si tratta di un periodo di tempo così breve non sei tenuto a registrarlo, ma sei tenuto comunque a redigerlo per iscritto. La piattaforma, infatti, non interviene in merito alla legislazione nazionale, ma dà consigli su come essere un host responsabile.
Affittare una casa per motivi turistici, alla luce di quanto abbiamo detto, non è meno impegnativo rispetto a una locazione per uso abitativo: ricordati pertanto di rispettare tutte le regole, di prevedere una forma scritta del contratto e che, superati i 30 giorni di permanenza del conduttore, dovrai registrare il tuo contratto.
Seguire queste semplici eppure importanti direttive, farà sì che la tua locazione turistica sia un modo per sfruttare al meglio una seconda casa, una casa al mare o in montagna e arrotondare le tue entrate.
abooch
articolo alquanto impreciso e incompleto. Alcune regioni hanno requisiti diversi per i contratti di locazione ad uso turistico (es in Lombardia : assicurazione obbligatoria, registrazione obbligatoria dell’attività per “case e appartamenti per vacanze in forma NON imprenditoriale”)
Cristina Maccarrone
Salve,
ovviamente il nostro articolo riguarda tutta Italia, non siamo andati nel caso specifico, ma grazie per il tuo commento che ci aiuta ad andare più a fondo 🙂
giuseppe stirparo
il fitto turistico non è soggetto alla comunicazione degli utenti alla questura?