Il periodo a dir poco turbolento del settore bancario pare non essere affatto superato, incombendo sui risparmiatori italiani ed i loro conti. Le avvisaglie di possibili rischi erano partite con le crisi delle quattro banche italiane (Banca Marche, Etruria, CariFerrara e CariChieti) per poi proseguire con l’approvazione del bail-in e la crisi del Monte dei Paschi di Siena. La risposta del settore bancario? Un prelievo forzoso sui conti correnti.
Prelievo forzoso per supportare le banche in difficoltÃ
L’incubo di molti correntisti pare essere divenuto triste realtà . La fine dell’anno porterà infatti con sé un prelievo forzoso, una tassa sui conti correnti finalizzata a finanziare il salvataggio delle banche in difficoltà . La spiacevole novità avrà il compito di supportare economicamente il fondo salva-banche promosso da Bankitalia e prevederà , per i clienti di alcuni Istituti, una maggiorazione di 25 euro sui costi del proprio conto.
Una doccia gelata comunicata alle filiali interessate solo pochi giorni fa e che vedrà coinvolti tre banche. La prima, il Banco Popolare, applicherà un aumento pari a 25 euro che riguarderà “tutti i rapporti di conto corrente e assimilati dei clienti privati e imprese”. Contributi che sono quantificati in 152,1 milioni di euro per l’anno 2015. I correntisti troveranno segnalata la tassa con la voce “Spese fisse di liquidazione”.
Anche UbiBanca va nella medesima direzione. È di questa estate l’aumentato di 12 euro annui per i costi riguardanti il conto corrente. Un incremento che la banca lega ad un aumento “dei costi di produzione” (circa 60 milioni all’anno) e soprattutto all’applicazione di due direttive europee, tra cui appunto il fondo di risoluzione.
Ritocco del canone mensile di alcuni conti (MyGenius Silver, Gold e Platinum) per Unicredit. Due euro in più 2 euro al mese, che paiono fortemente legati alla volontà di ripianare parte dell’esborso destinato al fondo di Bankitalia.
Il prelievo, sommando i correntisti dei tre Istituti, toccherà a ben 12,4 milioni di famiglie e imprese clienti. Una cifra importante, pari a circa il 20% dei cittadini italiani.
Prelievo forzoso: la natura del fondo Salvabanche
Nato nel rispetto delle direttive europee (2014/49/UE e 2014/59/UE), il fondo Salvabanche raccoglie le risorse necessarie affinché, nel caso in cui si verifichi problemi gravi per una banca, sia costantemente certo il rimborso delle somme depositate entro il limite di 100 mila euro.
Una risorsa preziosa, nata con l’intento di dare sicurezza e prevenzione nei confronti dei correntisti. Risorsa sostenuta da tutte le banche operanti in Italia proporzionalmente alle dimensioni dei singoli istituti di credito. Una spesa rilevante quindi per le banche già sottoposte al forte stress del periodo e che spiega la volontà delle tre banche di cercare un modo per bilanciare tale esborso.
Sarà interessante capire se anche altre banche decideranno di seguire l’esempio dei tre Istituti coinvolti, “democratizzando” questa tassa non prevista. Il fondo, per sua stessa natura, non prevedeva che i suoi costi fossero scaricati sui clienti finali.
Prelievo forzoso: come difendersi
Difficile per i risparmiatori potersi tutelare da questo tipo di attività , concentrandosi esse non su nuove incombenze economiche quanto su aumenti legati alle spese di gestione, spese a cui non è possibile sottrarsi. Il consiglio è quindi analizzare con attenzione i costi dei conti correnti, valutando tempestivamente eccessivi aumenti. In tal caso l’unica possibile via è il cambio di Istituto e quindi di conto, sfruttando soluzioni più economiche. Non mancano infatti proposte e conti nati per far risparmiare i cittadini.
Un’opportunità che potrebbe ben presto svanire se anche le altre banche sceglieranno di incrementare le spese al fine di bilanciare l’esborso dovuto al fondo salvabanche.
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