Nuove nubi sull’economia europea ed in particolare sul comparto bancario. Dopo le oscillazioni degli Istituti italiani arriva il terremoto della crisi di uno dei colossi del settore, la tedesca Deutsche Bank. Una situazione che non può far dormire sogni tranquilli alle istituzioni europee, data l’importanza e le possibili conseguenze che una crisi della banca tedesca posso portare.
Deutsche Bank e la multa del Governo USA
A scoperchiare il vaso di Pandora della crisi di Deutsche Bank è toccato alle istituzioni statunitense che nei giorni scorsi hanno sancito una multa da 14 miliardi di dollari per scorrettezze nel collocamento di titoli cartolarizzati. Una cifra certamente capace di segnare l’andamento della banca e che pare in oggetto di trattative. Indiscrezioni parlano già di una rilevante riduzione, ma questo non tranquillizza gli investitori che hanno risposto con più di un timore.
Pare comunque che il negoziato con l’amministrazione Usa possa essere molto breve. Una brevità che va senza dubbio a vantaggio di tutte le parti coinvolte. Una soluzione che andrebbe certamente a riportare tranquillità attorno al titolo di Deutsche. A complicare la già grave situazione è anche il portafoglio di derivati (oltre 600 miliardi) di cui la banca è portatrice. Un fardello pesante e preoccupante più che mai.
Il piano di salvataggio per Deutsche Bank
Sono di pochi giorni fa le indiscrezioni del noto settimanale tedesco Die Zeit che vedrebbero il Governo e le autorità pronte a presentare un piano di emergenza in caso di necessità di un aumento di capitale della banca tedesca. Un’azione, l’aumento di capitale, che pare sempre più doverosa per far fronte alla multa del governo USA.
Nonostante le continue smentite, l’ultima ad opera del Ministro delle Finanze, pare sempre più sia Berlino che Bruxelles siano già operative su questo fronte, certe dell’importanza di restituire, almeno in parte, stabilità al colosso tedesco. Il Governo tedesco parrebbe pronto addirittura ad acquisire direttamente il 25% dell’istituto. Dati che bisogna dire, ad oggi sono comunque, seppur attendibili, solo simulazioni.
Una situazione alquanto delicata per chi ha fatto del rigore e della capacità delle banche di sopravvivere senza aiuti un vero diktat. La posizione della Deutsche Bank è però troppo importante per rischiare ed è da questa certezza che si muovono le proposte di salvataggio. Non dimentichiamoci che parliamo del più grande istituto del Paese, un istituto la cui rilevanza difficilmente non porterebbe impatti nel resto d’Europa. L’ennesima occasione per andare oltre la singola banca e avanzare proposte per rinsaldare definitivamente la stabilità finanziaria della Germania, ma soprattutto dell’intera Comunità .
Una crisi che trova radici nel passato e nei numerosi scandali che hanno colpito l’istituto negli anni. Tanti anche i dubbi sulla direzione presa dalla banca, che non convince pienamente i mercati.
La cessione di Abbey Life
In questo clima non certo idilliaco arriva l’annuncio da parte di Deutsche Bank riguardo la cessione della sua filiale assicurativa britannica Abbey Life agli inglesi di Phoenix Life Holdings per circa 1,1 miliardi di euro. Una nota chiarisce che
“Secondo le condizioni della transazione, Phoenix Life Holdings Limited acquisirà il 100% di Abbey Life per 935 milioni di sterline (1,085 milioni di euro) basandosi sui tassi di cambio attuali”
Non è la prima volta che si verificano queste situazioni di instabilità : qualche mese fa si parlava di una nuova crisi per l’Eurozona, un monito che Mervyn King, sul libro “The End Of Alchemy: Money, Banking And The Future Of The Global Economy”, aveva lanciato sul mercato.
Banche in Italia: quali sono le più affidabili?
Fortunatamente alcuni istituti del nostro Paese hanno dimostrato, nonostante la crisi economica e i recenti scandali, di reggere bene il colpo e garantire fiducia ai propri clienti. Nell’articolo di agosto Banche sicure in Italia: l’elenco aggiornato abbiamo analizzato i dati di diverse ricerche per capire quale, tra i tanti nomi presenti sul mercato, possa garantire una salvaguardia duratura ai proprio risparmi.
In termini di solidità  Mediolanum si trova in testa alla classifica, seguita a distanza di quasi 6 punti da Credem, Mediobanca e Credito Valtellinese. Notevole il quinto posto per Intesa Sanpaolo che nei primi 4 mesi di quest’anno ha aumentato del 120% l’erogazione dei prestiti.
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