Tasse sulla casa: i dati di Corte dei Conti e CGIA di Mestre
La Corte dei Conti ha analizzato il prelievo fiscale sugli immobili rilevando, nel quinquennio 2011-2015, una continua crescita di tasse sulla casa. L’anno record? È proprio quella appena concluso, con una pressione fiscale che ha fatto incassare allo Stato quasi 44 miliardi di euro.La crescita delle tasse sulla casa, è innegabile, coincide con la fase convulsa che l’imposizione fiscale sugli immobili ha vissuto negli ultimi anni.
Dall’ICI all’IMU, dalla TARSU alla TARI, dalla TARES alla TASI; una girandola di sigle che non ha fatto che aumentare le aliquote e la base di contribuenti (si pensi alla TASI imposta sia ai proprietari che agli inquilini). Il tutto partendo dal presupposto che ben oltre il 50% degli italiani possiede un immobile, garantendo all’erario una notevole fonte per il prelievo fiscale.
La CGIA di Mestre, infatti, afferma che a fronte dei 9,6 miliardi incassati per l’ICI nel 2010, si è giunti ai 21,3 miliardi incassati nel 2015 per IMU e TASI, con una crescita del 120%.
Tasse sulla casa: i miglioramenti nel 2016
Il 2016 dovrebbe andare meglio e portare i livelli di tassazione sugli immobili a quelli rilevati nel 2013, con l’IMU e la TASI che non gravano più sulle prime case e “liberano” 16 milioni di contribuenti. La pressione fiscale sulle case dovrebbe dunque tornare a pesare per il 2,4% sul PIL, proprio come tre anni fa.
Il risparmio per le famiglie italiane ammonterà nel 2016 a 3,7 miliardi di euro. Confermato invece il prelievo fiscale su:
- seconde case;
- prime case che siano abitazioni di lusso o dimore signorili;
- immobili strumentali (e dunque non ad uso abitativo);
- seconde pertinenze dell’abitazione principale (se possiedi due garage di pertinenza della prima casa, su uno di essi devi pagare IMU/TASI).
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