Partiamo da un assioma, da un dato di fatto assunto ed innegabile: Apple è una delle più grandi aziende che questo pianeta abbia mai visto sotto il sole, da diversi punti di vista. Ha innovato, rivoluzionato e cambiato il modo di vivere ed il modo di intendere la tecnologia.
Che piaccia o meno è stata la prima azienda ad interpretare i bit e i case e le CPU come qualcosa di estetico, di bello, di moda: e l’ha fatto con sistemi estremamente evoluti, che a loro volta hanno cambiato il modo di interfacciarci con i device.
Prima dell’iPhone esistevano le tastiere touch?
Certo che si, ma erano all’ordine del giorno? No, non lo erano. Erano usabili? No, non lo erano (non come oggi almeno). Erano funzionali ed ergonomiche, ovvero studiate per le dita? No, non lo erano.
Prima di Apple tutti i device erano pensati per essere delle macchine a cui doversi interfacciare attraverso delle macchine (mouse, tastiere, pennini ecc). Dopo le stesse macchine (i sistemi operativi, le interfacce e tutto il resto) sono divenute a misura di mano, a misura di dito. A misura d’uomo.
Apple ha cambiato il modo che abbiamo di comunicare tra noi, ha inventato mode dove c’erano solo nerd, e ha fatto qualcosa che non si era mai fatto prima, ovvero ha reso “emozionale” un insieme di chip di di circuiti elettrici.
Adesso i detrattori potranno dire che i prodotti Apple non sono buoni, che Jobs era un pazzo e che tutto quello che ha fatto la casa di Cupertino era già stato fatto da altri, prima, e forse è tutto vero. Ma è anche vero che è una delle aziende con maggior capitalizzazione del mondo ed è la prima azienda (ed in parte l’unica) che ha reso di moda qualcosa che è sempre stato da sfigati. La tecnologia, appunto.
Ora, questo “filone” fortunato (o magico) è da imputare a Jobs? O a qualche altra alchimia? E può durare per sempre?
Qualche anno fa Apple presentò l’iPad, una tavoletta che faceva circa quello che faceva l’iPhone, ma più in grande: in molti si chiedevano a cosa sarebbe servita e a chi. In molti dicevano che non era necessaria, che era un iPhone grande, che era una via di mezzo, un ibrido mal riuscito tra un computer e un telefono. Morale? Un successo planetario senza precedenti, la nascita di una nicchia di mercato prima inesistente, e la costruzione di un nuovo ramo di azienda (e della altre aziende tecnologiche a traino) che non si pensava nemmeno esistesse.
Innovazione. Innovazione. Innovazione.
Queste le tre parole sulle quali Apple ha puntato tutto, da sempre ma specialmente dall’iPhone in poi.
Poi cosa è successo? E’ successo che è uscito l’iPhone 4S, uguale al 4, è uscito l’iPhone 5, simile a quello precedente ma più grande, poi è uscito l’iPad mini, uguale all’iPad ma più piccolo.
È successo che Apple sembra avere esaurito il proprio sbuzzo, la propria magia, con la morte di Jobs ma forse anche per una questione fisiologica dovuta al principio che non si può essere sulla cresta dell’onda ed innovare per sempre. E’ successo che ha iniziato a produrre i device maxi, i device mini ma nessun nuovo device.
In questi giorni ha annunciato una versione da 128GB dell’iPad con display Retina di quarta generazione. I modelli da 128GB offrono il doppio della capacità di archiviazione rispetto ai modelli da 64GB, per memorizzare una quantità maggiore di contenuti preziosi come foto, documenti, progetti, presentazioni, libri, video, musica e app.
Le nuove versioni da 128GB di iPad di quarta generazione saranno disponibili a partire da martedì 5 febbraio, in nero o bianco, a un prezzo suggerito di €799 per il modello iPad Wi-Fi e di €929 per il modello iPad Wi-Fi + Cellular.
La mela sostiene la propria scelta dicendo che “Le aziende che utilizzano regolarmente grandi quantità di dati, come per esempio file CAD in 3D, radiografie, tagli per il montaggio dei film, tracce musicali, piantine dei progetti, video formativi e manuali d’uso, possono trarre tutte vantaggio dalla maggiore scelta di opzioni di archiviazione per l’iPad”. (Fonte)
Quasi 1.000 euro. Quasi 1.000 euro per un iPad a 128GB. Ne vale la pena?
Questo è il punto vero: se con gli stessi soldi posso comprare 10 mini hard disk portatili allo stato solido per un totale di 5 terabyte, come mai devo comprare un Apple iPad?
L’iPad non è una memoria di massa, è un Apple iPad: non deve soddisfare delle necessità di spazio oggettivo, ma di usabilità di altro genere, non necessariamente legate allo spazio.
Signori, con gli stessi soldi si compra un Mac Book Air, o un Sony Vaio con disco solido da 256 giga, il doppio dell’iPad, ed un processore notevolmente più performante. Per un chilo e mezzo di peso.
Insomma, ne vale davvero la pena?
A mio parere no. Apple ha perso, o sembra stia perdendo, la spinta innovatrice: non inventa ma migliora, non partorisce ma cresce (o diminuisce, dipende dal device) e sembra non essere più in grado di fare uscire qualcosa dal cilindro che ci faccia dire “si!! Finalmente qualcosa che non serve a nulla ma che volevo fortemente!”.
Che sia davvero dovuto alla mancanza di Jobs? Che fosse davvero lui il vero e straordinario (e a questo punto unico) motore di Cupertino?
Vedremo 😉
Elio rossi
Infinitamente daccordo