“Fare le cose vecchie in modo nuovo – questa è innovazione.” Così diceva l’economista austriaco Joseph Alois Schumpeter, un’affermazione che nella sua semplicità racconta perfettamente il senso ultimo dell’innovare. Perché l’innovazione è tale quando rende migliore la nostra vita, soprattutto nei suoi aspetti quotidiani.
L’home banking si rispecchia bene in questo concetto, avendo negli anni semplificato in modo netto il modo di vivere la banca da parte degli utenti. Evitare parcheggi, code, interminabili attese, ti pare poco? Una novità, l’home banking, che partita lentamente è negli anni diventata certezza, parte fondamentale dei principali Istituti. La diffidenza, comprensibile per una news ai tempi tanto lontana dai soliti schemi, ha lasciato spazio ad un uso sempre più ampio e ormai indispensabile per molti.
Home Banking: di cosa si tratta
Per home banking si intendono i servizi bancari utilizzabili online attraverso il web (sito e web app), che permetto, senza la necessità di andare fisicamente in una filiale della propria banca, di accedere e utilizzare i principali servizi bancari. Tra i servizi di home banking più diffusi e conosciuti:
- Controllo dell’estratto conto;
- Bonifici bancari e pagamenti on-line;
- Operazioni di ricarica del cellulare;
- Gestione carte di credito.
Un nuovo modo di intendere la banca che permette risparmi ingenti sia per il cliente che per l’Istituto (minori costi rispetto all’offline). È quindi facile comprendere perché si sia così affermato negli anni. Oltre che migliorare il servizio delle banche già esistenti, tale novità ha reso possibile la nascita di banche esclusivamente on-line.
Le operazioni bancarie possono essere effettuate esclusivamente in rete, anche se in molti casi queste realtà hanno realizzato alcuni punti fisici aperti al pubblico. Oltre ai minori costi di gestione, queste banche propongono spesso condizioni d’interesse migliori rispetto a quelle “tradizionali”, risultando perciò convenienti.
Home Banking in Italia, qualche data
Il binomio banca e web iniziò a fare capolino nella seconda metà degli anni ’90. Pioniera in questo senso fu Cariplo nel 1995, prima realtà a proporre un servizio diffuso. Le complicazioni erano certamente maggiori di oggi: era necessario infatti installare un client sul proprio PC e soprattutto, in totale contrasto con quanto accade oggi, i costi per l’utente erano considerevoli.
Con il finire del decennio, nel 1999, iniziò a figurarsi l’home banking classico. Diversi Istituti iniziarono a proporlo abbattendo i costi e soprattutto rendendo accessibile il sistema da browser, semplificandone notevolmente l’uso. Le condizioni altamente favorevoli delle prime banche online ne sancirono un discreto successo, spingendo gli Istituti “tradizionali” ad investire anch’essi in questo nuovo campo.
Un fenomeno sempre più in crescita
Secondo i dati della prima edizione del CheBanca! Digital Banking Index l’home banking in Italia è in costante crescita: gli italiani con un conto online sono infatti ben 16 milioni. Ma c’è di più. Il 57% dei correntisti dichiara di accedere frequentemente a servizi bancari tramite internet. L’accesso avviene per lo più via web (76%) ed in particolare tramite PC (81%), toccando una media di 2,5 volte mensili.
Cresce considerevolmente però il mobile: il 21,8% (circa 3 milioni) utilizza l’app della propria banca. App che in molti casi fungono da ponte tra online e offline. Il 32% permette infatti il trovare filiali o bancomat vicini mentre il 37% integra servizi di customer care. La filiale mantiene comunque un ruolo fondamentale: il 70% di chi ha un conto vi fa visita ogni 3 mesi.
Molto indietro rispetto all’estero è l’uso dei social media come canale di contatto: l’80% degli intervistati non segue ne interagisce con la propria banca. Per quei pochi, la piattaforma più utilizzata è Facebook con il 13%.
Home Banking e sicurezza
La forma stessa dell’home banking ha da subito palesato la necessità di ingenti sistemi di controllo e sicurezza. I dubbi legati a tali fattori furono nei primi anni di vita della stessa tra gli elementi più critici ad una sua affermazione. Il tempo ed il miglioramento tecnologico hanno però saputo rendere i sistemi ed i servizi online sempre più sicuri.
Tra i principali ci sono, oltre che l’adozione di password e PIN, il possesso di token, dispositivi fisici in grado di generare numeri pseudocasuali ad intervalli regolari secondo un algoritmo. Un sistema che combinando questi diversi elementi garantisce un buon livello di sicurezza. Sono in studio strumenti di identificazioni ancora più innovativi basati su impronte digitali, riconoscimento facciale, voce, sistemi che nei prossimi anni potrebbero migliorare sensibilmente l’utilizzo ed il grado di protezione dei servizi bancari online.
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