Le Banche del Tempo sono associazioni che promuovono il concetto di “aiuto reciproco” a livello locale: dai quartieri alle città, dai luoghi di lavoro alle abitazioni. In pratica si risponde ad una necessità con una risorsa: l’unità di misura è data dal tempo e non dal denaro.
Una rete amica per uno scambio di prestazioni alla pari (senza differenze d’età, istruzione, ceto sociale). Analizziamo insieme origini e funzionamento di questa interessante realtà.
Storia delle BdT
Le Banche del Tempo, nate nei primi anni Novanta, utilizzano il tempo come “moneta”, il cui valore è dato dalla collaborazione stessa tra i vari iscritti.
Alla fine del 1995 “Il Cittadino ritrovato”, organismo nato da un accordo con l’Università di Siena e la CGIL (Sindacato), costituisce l’Osservatorio Nazionale Tempomat con scopo divulgativo e promozionale (diffusione delle BdT in Italia, raccolta delle esperienze, organizzazione di convegni, attività formative).
La maggior parte di queste banche nascono al centro-nord: alla fine del 2002, quando l’Osservatorio in CGIL chiude, se ne contano circa 250. Per recuperare tutto il lavoro e i contatti creati, nasce nel 2007 l’Associazione Nazionale BdT, che attiva una rete tra cittadini ed enti locali anche al sud. Al momento esistono circa 300 BdT in tutta Italia.
Rispetto agli esordi, in cui a fruire dei servizi delle BdT erano prevalentemente le donne, oggi quasi il 40% degli iscritti è composto da uomini e anche l’età media si è abbassata notevolmente: a causa della crisi socio-economica anche i giovani hanno deciso di sfruttare questa opportunità, vista inizialmente solo come punto di riferimento per anziani o madri lavoratrici.
In realtà, le Banche del Tempo rappresentano un importante spazio di socializzazione, apprendimento e sostegno (senza per questo sostituirsi alle Istituzioni).
Come funzionano: domanda e offerta
Chi sceglie di aderire ad una BdT, decide in piena autonomia quali attività e/o servizi mettere a disposizione nella propria comunità di riferimento, aprendo un conto corrente. La particolarità? Non si depositano euro, ma ore.
Se il signor Fabrizio aiuta la signora Anna a riparare l’auto o fare la spesa, e impiega 2 ore del suo tempo, potrà recuperare il suo credito chiedendo in cambio un servizio “di pari importo” alla Banca, che avrà il compito di incrociare domanda e offerta nel modo migliore possibile.
Le BdT, infatti, permettono a tutti gli aderenti di aiutarsi per incombenze quotidiane o per scambiare conoscenze (organizzando corsi di computer, di lingue, di pittura ecc.): si dà per ricevere, a costo zero. Crediti e debiti non hanno scadenza e possono essere spesi/recuperati ovunque, proprio come si farebbe con un conto corrente tradizionale.
Come creare una BdT
L’adesione è volontaria e l’unico “obbligo” è quello di rendere il tempo ricevuto, mantenendo il proprio conto corrente tempo in pareggio. I crediti rappresentano le ore spese, i debiti le ore ricevute: una volta iscritti, si ottiene un libretto assegni tempo (per tener nota degli scambi) e si consulta la lista offerte/richieste degli associati. Non si tratta di volontariato perché la prestazione non è unilaterale, ma presuppone un ritorno, e non si tratta di un’attività lavorativa: il meccanismo richiama piuttosto le cosiddette cortesie di “buon vicinato”.
Chiunque può fondare una Banca del Tempo, sono sufficienti 4 – 5 persone motivate, che siano in grado di coinvolgerne altre (una ventina circa). Si costituisce il gruppo Promotore, si nomina un coordinatore (non un capo!), si pubblicizza l’iniziativa e si cercano nuovi soci. In tal senso, è molto importante una capillare attività di formazione in merito al funzionamento e alle finalità di una BdT. Come qualsiasi altra associazione sono necessari un Atto Costitutivo e uno Statuto. A sua volta, il Comune può supportare i suoi cittadini mettendo a disposizione uno sportello informativo per tutti gli interessati.
Alessandro
Ho sempre apprezzato la cosa che in sostanza è un “baratto” di tempo, ma ……. e il fisco ?
Un dentista che pulisce i denti a un idraulico in cambio della sostituzione di una guarnizione, 1/4 d’ora contro 1/4 d’ora commette un’evasione fiscale (manette agli evasori!) se non fattura.
Peggio: qualche BdT ha proposto lo scambio di bigliettini per valorizzare differentemente il tempo del dentista da quello dell’idraulico (ovviamente 2 a 1 per l’idraulico 🙂 !), ma il bigliettino non è moneta?
Mi sembra sia vietato … o no?
Scusate le domande ingenue ….. ma sarebbe bello rompere l’assedio.
Chiara Casablanca
Buonasera Alessandro, le Banche del Tempo sono associazioni senza scopo di lucro, create da persone che si auto-organizzano e scambiano il loro tempo per fronteggiare piccole necessità quotidiane: fare la spesa, riparare una mensola, cucinare… Non si tratta di prestazioni professionali vere e proprie, e l’unica “moneta” prevista è rappresentata dalle ore donate. Rispetto delle regole, correttezza e buona fede fanno il resto. Tra l’altro, ogni associazione ha sia uno Statuto che un Regolamento.
andrea
salve. 2 domande.. per ottenere i crediti , quindi bisogna prestare tempo solo a qualcuno già iscritto a un banca del tempo? poi, se nella lavorazione richiesta fosse necessario anche del materiale? grazie
Pierpaolo
La vedo una buona cosa, specialmente in questo periodo di crisi ! Dico ottimo.-
Chiara Casablanca
Buon pomeriggio Andrea. Sì, tutte le attività devono essere svolte all’interno di una BdT. Maggiori info sono presenti sul sito dell’Associazione Nazionale BdT.