Le Regioni sono sempre più a secco di denaro da investire sul territorio, ma ci sono realtà che analizzando i costi sostenuti dalle strutture tentano di trovare una soluzione al problema. È quello che sta tentando di fare la Regione Emilia-Romagna che, attraverso il “Programma regionale per le prevenzione degli eventi avversi e la copertura dei rischi derivati da responsabilità civile nelle aziende” e del relativo progetto di legge, tenta di tutelare la cassa regionale riducendo le uscite economiche annuali. Il progetto ha come obiettivo principale quello di passare nelle mani della Regione, più specificamente alle Asl, la gestione e l’eventuale risarcimento dei contenziosi derivati da problematiche riguardanti la Sanità. A oggi queste pratiche vengono affidate alle compagnie assicurative, che prevedono un costo per le franchigie previste dai contratti assicurativi. La Regione vuole annullare, almeno in gran parte, questa spesa milionaria annuale che dal 2006 al 2011 è costata al Servizio Sanitario Regionale (Ssr), tra premi assicurativi e franchigie, ben 260 milioni di euro mentre le assicurazioni hanno effettivamente liquidato risarcimenti per poco più di 40 milioni di euro. Secondo la Giunta regionale eliminando un “passaggio” nella struttura si potrebbe, non solo risparmiare una quantità di denaro pubblico da poter investire in altri mondi, ma anche rafforzare la fiducia nel Ssr da parte del cittadino.
Una “riappropriazione” di capitali pubblici che andrebbero a risanare le struttura sanitarie e nella costruzione di un sistema più solido e avanzato nella gestione e prevenzione del rischio, cercando di ridurre anche il differente trattamento tra le aziende e il comune cittadino. Differenze dovute essenzialmente dai diversi contratti assicurativi sottoscritti, che non avranno più un valore decisionale nelle scelte prese dalle Asl.
La proposta di legge, a breve valutata dal Consiglio regionale, prevede una casistica precisa da attuare in base all’importo previsto per il risarcimento. La gestione dei sinistri con un risarcimento previsto fino a 100 mila euro sarà affidata alle Aziende Sanitarie, che saranno chiamate sia a valutare le responsabilità che a erogare l’eventuale risarcimento. Nel caso il cui la gestione e/o valutazione risultasse complessa l’Asl potrà richiedere un parere al Nucleo regionale di valutazione, che verrà costituito e strutturato in modo da prevedere delle procedure standard di valutazione e risarcimento. I sinistri che prevedono un risarcimento compreso tra i 100 mila e 1.5 milioni di € saranno gestiti e valutati da un’unione tra Asl e Regione. In questo casa il Nucleo regionale di valutazione sarà obbligato a dare un proprio parere e sarà creata un “fondo regionale” adeguato alla liquidazione dei sinistri. Per i casi più gravi come a esempio le catastrofe ambientali, che prevedono un risarcimento superiore a 1.5 milioni di euro, verrà mantenuta attiva la vecchia modalità ovvero tramite copertura assicurativa che la regione provvederà a stipulare attraverso bando.
Una trasformazione che richiederà non solo un sforzo alla Regione, che dovrà costituire il Nucleo regionale di valutazione, formare professionalmente del personale e monitorare/controllare le attività sul territorio, ma anche alle aziende che saranno chiamate a costituire un Comitato di valutazione dei sinistri interno.
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