Se ne parla da tempo, ma l’aumento IVA 2019 non sembra essere stato mai così vicino. Le indiscrezioni e le smentite si susseguono, vediamo nel dettaglio cosa accade.
Aumento IVA: quando?
L’aumento dell’IVA è un tema ricorrente negli ultimi anni, a partire dal 2011 quando l’aliquota IVA ordinaria passò dal 20 al 21% e poi nel 2012 arrivò addirittura all’attuale 22%.
Questo aumento, infatti, è un impegno che il nostro Paese ha preso per via della cosiddetta clausola di salvaguardia, una previsione inserita nella Legge di Bilancio che comporta un aumento automatico dell’IVA in caso di sforamento degli obiettivi fissati su:
- deficit dello Stato, le uscite che superano le entrate;
- debito pubblico, quel debito che lo Stato ha nei confronti di individui singoli, istituti di credito, imprese, altri Stati e istituzioni internazionali, e che deve essere contenuto entro certi limiti.
Allo stato attuale, dunque se il Governo non riesce a trovare le adeguate coperture per gli obiettivi di cui sopra nella Legge di Bilancio 2019, che dovrà essere approvata il prossimo autunno, le aliquote IVA subiranno gli aumenti illustrati di seguito.
Aliquota ridotta (quella che riguarda i beni di prima necessità come cereali, carne, pesce, latte ecc.) del 10%:
- passerà all’11,5% nel 2019;
- al 12% nel 2020.
Aliquota ordinaria del 22%:
- passerà al 24,2% nel 2019;
- al 24,9% nel 2020;
- al 25% nel 2021.
Questa la tempistica se nulla accadesse da qui al termine del 2018, poiché come detto si tratta di aumenti automatici che non richiedono alcun provvedimento poiché previsti già dalle leggi di bilancio degli scorsi anni.
Quali sono gli effetti dell’aumento dell’IVA
Ma qual è l’effetto principale dell’aumento dell’IVA?
Facciamo un passo indietro.
L’IVA, imposta sul valore aggiunto, colpisce i consumi e dunque i consumatori finali che restano di fatto “incisi” dall’imposta. I consumatori finali sono quelli cioè che alla fine del ciclo di produzione e vendita di un prodotto/servizio, pagano l’IVA per intero.
Perché dico che i consumatori finali vengono colpiti mentre gli operatori intermedi no?
Perché l’IVA si determina sul solo valore aggiunto dei prodotti/servizi, nei diversi passaggi che li portano al loro ultimo acquirente. Gli operatori intermedi devono dunque versare al Fisco soltanto la differenza tra l’IVA delle vendite e quella degli acquisti (e soltanto nel caso in cui l’IVA delle vendite sia di importo maggiore rispetto a quella degli acquisti).
Di seguito un esempio:
- un negoziante acquista un prodotto a 10 euro più IVA e lo rivende a 12 euro più IVA;
- considerando l’attuale aliquota IVA ordinaria al 22%, il negoziante avrà comprato pagando 2,2 euro di IVA (22% di 10) e rivenduto incassando 2,6 euro di imposta (22% di 12);
- il negoziante verserà quindi al Fisco la differenza tra 2,6 e 2,2, dunque 0,4 euro;
- il consumatore finale invece pagherà il prodotto 14,6 euro (12 euro più 2,6 euro di IVA) rimanendo “inciso” dall’IVA per 2,6 euro avendo acquistato un prodotto che ne vale 12.
Ecco, considerando adesso un’aliquota IVA ordinaria che sale al 25%, il consumatore del nostro esempio, per un prodotto che vale 12 euro andrà a pagare al commerciante un totale di 15 euro anziché 14,6.
In sostanza l’aumento dell’IVA ha come effetto immediato l’aumento dei prezzi per i consumatori, a parità di condizioni di partenza.
Sarà possibile evitare l’aumento IVA?
Come detto in precedenza, l’aumento IVA è una sorta di promessa che il Governo dovrà mantenere nel caso in cui non trovi dei fondi alternativi, presumibilmente maggiori entrate o minori spese dello Stato.
Questo significa che per non avere un aumento dell’IVA, occorrerà dimostrare nella Legge di Bilancio che:
- è possibile ottenere le entrate necessarie attraverso altri canali, in passato si è attinto alla lotta all’evasione fiscale e al recupero delle imposte mai versate;
- si possono ridurre alcune spese, e qui si apre una voragine perché ovviamente a seconda dei tagli proposti possono essere colpiti negativamente alcuni soggetti, poiché al di là della lotta agli sprechi della Pubblica Amministrazione, potrebbero essere stabiliti dei tagli alla Sanità o alla Scuola. Ma è tutto da vedere.
Dal momento che nelle prossime settimane avremo maggiori dettagli, seguiremo da vicino questa vicenda per tenerti aggiornato in tempo reale.
FRANCESCO
Molto molto chiaro………………