Il sistema dello split payment si allarga, coinvolgendo nuovi soggetti. Nell’ultimo anno sono state apportate diverse novità , ma già si parla di abolizione.
Split payment: cos’è e quando si applica
Il meccanismo dello split payment si applica alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi effettuate nei confronti delle Amministrazioni Pubbliche. L’IVA presente nelle fatture emesse nei confronti dei soggetti della PA che rientrano nell’ambito di applicazione dello split peyment viene scorporata e versata direttamente nelle casse dell’Erario.
Chi emette la fattura nei confronti della PA incassa quindi solo l’importo della prestazione, mentre l’IVA viene liquidata direttamente allo Stato. In caso di applicazione del meccanismo di scissione dei pagamenti IVA è necessario ricorrere alla fatturazione elettronica e, nel caso in cui a emettere fattura sia un professionista, è necessario indicare sul documento la dicitura “Operazione assoggettata alla scissione dei pagamenti (split payment) con IVA non incassata dal cedente ai sensi dell’art.17-ter del DPR 633/1972“.
Il cosiddetto decreto dignità , in dirittura d’arrivo in consiglio dei ministri, porta tra le proprie proposte l’abolizione dello split payment e dunque l’eliminazione del meccanismo della scissione dei pagamenti.
Questo significa che i soggetti coinvolti dovranno pagare e incassare l’intero importo delle fatture, procedendo con le liquidazioni IVA ordinarie.
Mentre si scrive però tutto è ancora invariato, dunque continua a seguirci per ricevere gli aggiornamenti sul tema.
Vediamo dunque quali sono le regole da seguire attualmente.
Cosa cambia dopo la manovra correttiva
Il 1° luglio sono entrate in vigore le nuove norme stabilite dalla manovra correttiva. Le novità , contenute nel Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 giugno, estendono l’applicazione dello split payment ad altri soggetti inizialmente non previsti.
A partire dal 1° luglio 2017 il meccanismo dello split payment si applica alle operazioni che coinvolgono:
- le amministrazioni, gli enti e gli altri soggetti inseriti nel conto economico consolidato della PA;
- le società controllate direttamente o indirettamente dai ministeri e dalla presidenza del consiglio dei ministri;
- le società controllate direttamente o indirettamente dagli enti pubblici territoriali;
- le società quotate inserite nell’indice FTSE MIB di Borsa Italiana.
Un’altra novità rilevante è l’abolizione del comma che prevedeva l’esclusione dal meccanismo dello split payment dei fornitori che subiscono l’applicazione delle ritenute alla fonte sui propri compensi. Questo significa che d’ora in avanti anche i liberi professionisti, gli agenti e gli intermediari che lavorano con la PA dovranno applicare alle loro prestazioni il sistema di scissione dei pagamenti dell’IVA.
Le novità nella Legge di Bilancio 2018 in merito al split payment
All’ampliamento della platea di soggetti coinvolti avvenuto con la manovra correttiva della primavera 2017, si è aggiunto quello previsto nella Legge di Bilancio 2018.
La scissione dei pagamenti è stata estesa a tutte le società controllate dalla pubblica amministrazione, che dal 1° gennaio 2018 sono tenute ad applicare il meccanismo nei confronti dei propri fornitori.
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