Magari hai un figlio che va alla superiori (o sei tu a frequentarle) oppure sei un libero professionista, lavori in un’associazione di categoria o sei proprietario di una piccola impresa. Qualunque sia il tuo ruolo, è molto probabile che tu abbia già sentito parlare di alternanza scuola lavoro e che ti abbiano detto che questo programma può riguardarti da vicino.
In che senso? Cerchiamo di capirne di più partendo intanto da cosa si intende per alternanza scuola lavoro, a chi si rivolge, come si attua e quale beneficio ci possa essere sia per gli studenti che per le imprese, associazioni di categorie e altro.
Alternanza scuola lavoro: cos’è
Si tratta di un programma, inserito nella cosiddetta Buona Scuola di Renzi che ha preso il via nell’anno scolastico 2015/2016 con la Legge 107/2015 e che prevede per i ragazzi delle scuole superiori un periodo di “apprendimento in situazione lavorativa” – così lo definisce il Miur – fuori dalle mura della scuola.
In altre parole, un tot di ore obbligatorie per gli studenti che, grazie a percorsi progettati, attuati, verificati e valutati sotto la responsabilità della scuola o di altra istituzione scolastica, hanno la possibilità di conoscere da vicino delle realtà lavorative. Come dice la parola stessa: alternando le ore di studio a ore di formazione e a periodi in cui possono vivere delle situazioni di ufficio o di vita in azienda o in altro contesto assimilabile a quello lavorativo.
Attenzione: la parola apprendimento non è da trascurare perché, come sottolineato dall’art. 4 art.4 D.Lgs. 15 aprile 2005, n. 77 questi periodi non costituiscono in nessun caso un rapporto individuale di lavoro e sono differenti quindi dall’apprendistato e dagli stage.
Tale apprendimento in situazione lavorativa può essere svolto, grazie ad apposite convenzioni all’interno di:
- imprese;
- associazioni di rappresentanza, camere di commercio, industria artigianato e agricoltura;
- o enti pubblici;
- società del terzo settore.
Obiettivo è quello di far superare il gap che le aziende attribuiscono ai giovani: essere troppo formati dal punto di vista teorico e poco dal punto di vista pratico, aiutandoli a inserirsi in maniera più agevole nel mondo del lavoro senza subire troppo il passaggio dalla scuola all’azienda.
Alternanza scuola lavoro: come funziona
Le ore per i licei e istituti tecnici
Ma quante ore sono previste dall’alternanza scuola lavoro e chi ne beneficia? L’alternanza scuola lavoro prevede un percorso di orientamento di 400 ore per gli istituti tecnici e 200 ore per i licei, rivolto a tutti gli studenti del secondo biennio e dell’ultimo anno.
Il percorso è obbligatorio e si realizza con attività dentro la scuola e fuori. Per quanto riguarda l’anno scolastico 2015/2016 l’alternanza scuola lavoro ha riguardato solo gli studenti del terzo anno, mentre nell’anno in corso è obbligatorio per gli studenti del terzo e quarto anno, con l’obiettivo per l’anno scolastico 2017/2018 di arrivare a coinvolgere tutti gli studenti del triennio.
Attività previste dentro la scuola: orientamento, incontri formativi con esperti provenienti dal mondo del lavoro e da settori specifici. Attività fuori dalla scuola: periodi presso le strutture ospitanti e formazione in aula.
A corollario dell’alternanza scuola lavoro, sono previste diverse figure: tutor aziendali, docenti che seguono l’attività didattica in aula, insegnanti che sono incaricati del rapporto con le strutture ospitanti e consulenti esterni. Il che, come si può, immaginare, non ha aiutato fin da subito le scuole già oberate per conto loro: tanti insegnanti si sono lamentati del fatto che l’alternanza scuola lavoro nelle sue fasi iniziali ha rappresentato una mole di lavoro non indifferente.
Alternanza scuola lavoro: come funziona
Ok tutto chiaro, ma come funziona con esattezza? L’alternanza prevede diverse fasi che iniziano appunto dalla scuola.
La scelta del progetto e della struttura
Lo studente che sarà stato informato a inizio anno sull’obbligo di partecipare all’alternanza scuola lavoro si incontra con il tutor – ossia il professore delegato ad assisterlo in questa esperienza – e cerca di capire con lui quali competenze vorrebbe sviluppare. A questo punto si consulta il Registro Nazionale per l’alternanza al lavoro e si vede quali enti, aziende e strutture danno la possibilità di fare presso di loro un percorso di alternanza studio lavoro che risponda alle esigenze dello studente e quanti posti sono disponibili. Sempre dal registro, è possibile consultare che tipo di apprendimento la struttura ospitante offre, per quale tipo di professione e per quale periodo. A quel punto si contatta l’azienda.
L’incontro con l’azienda o struttura
L’incontro è ovviamente importante perché lo studente entra per la prima volta in contatto con l’azienda e con il tutor esterno che lo seguirò nel suo percorso, oltre ad approfittarne per visitare il contesto che lo ospiterà. In questa fase lo studente firma il Patto formativo, un documento con cui si impegna a rispettare norme antinfortunistiche, di comportamento, in materia di privacy e di sicurezza sul lavoro.
Alternanza scuola lavoro: cos'è, come funziona e registro impreseClick To TweetLo svolgimento
In questa fase lo studente inizia il suo periodo di apprendimento sul campo. Quanto alle ore, possono essere svolte sia all’interno del monte ore delle lezioni o durante la sospensione delle attività didattiche, dipende appunto dal progetto formativo valutato dalla scuola. In questo proposito, la Guida operativa per le scuole emanata da questo Ministero mette in evidenza che “sulla base del progetto, messo a punto dalla scuola in collaborazione con i soggetti ospitanti, l’inserimento degli alunni nei contesti operativi può essere organizzato, tutto o in parte, nell’ambito dell’orario annuale dei piani di studio oppure nei periodi di sospensione delle attività didattiche”.
La valutazione
Una volta terminate le ore, sia la scuola che la struttura valutano lo studente e gli danno un Certificato delle competenze che riconosce i livelli di apprendimento raggiunti e se sono in linea con il piano formativo. E lo studente? Anche lui valuta il piano formativo cliccando sull’area modulistica.
I moduli
Proprio a proposito di moduli, cliccando sul sito dedicato all’alternanza è possibile trovare fac-simile di:
- scheda di presentazione progetto formativo;
- modulo di adesione ai percorsi;
- modulo di convenzione tra scuola e struttura;
- scheda di valutazione dei rischi;
- scheda di valutazione dello studente da parte dell’azienda;
- scheda di valutazione dell’azienda da parte dello studente. quali livelli di apprendimento ha raggiunto rispetto a quelli; indicati nel Piano formativo.
Alternanza scuola lavoro: registro imprese
Questo per quanto riguarda scuola e studenti, ma le imprese? Devono iscriversi, come abbiamo accennato sopra, al registro imprese suddiviso appunto in due parti:
- Parte prima: aperta e consultabile al pubblico gratuitamente dove aziende ed enti indicano il numero degli studenti ospitabili, il periodo e le “mansioni” che faranno apprendere agli studenti.
- Seconda parte: è la sezione speciale cui si devono iscrivere le aziende coinvolte nei percorsi suddivisa in: informazioni relative all’anagrafica, all’attività svolta, ai soci e ai collaboratori, al fatturato, al patrimonio netto, al sito internet, ai soci e tanto altro.
Nel dettaglio: l’impresa dovrà collegarsi al sito scuolalavoro.registroimprese.it, gestito dalla Camera di Commercio, selezionare la voce “profilo”, presente nella home page, dopodiché indicare il codice fiscale dell’impresa e quello del titolare se ditta individuale così come risulta dal registro delle imprese. Una volta che il sistema lo avrà verificato si potrà procedere inserendo tutte le informazioni di cui dicevamo sopra.
Vantaggi per l’impresa
Le imprese, aderendo all’alternanza scuola lavoro, diventano un punto di riferimento e hanno un ruolo più attivo nei confronti della scuola e degli studenti. Va da sé che aiutarli gli studenti a formarsi può servire all’azienda in seguito per scegliere degli stagisti o dei lavoratori, anche per periodi occasionali e disporre così di persone che conoscono già la realtà da vicino. Altri vantaggi:
- contribuire ad avvicinare il mondo della scuola alla realtà economico-produttiva e ai fabbisogni di professionalità e competenze espressi dal mercato del lavoro del territorio;
- migliorare le relazioni con il territorio circostante, anche in termini di ritorno e visibilità;
- accrescere la consapevolezza in termini di responsabilità sociale d’impresa.
Alternanza scuola lavoro: requisito per l’ammissione alla maturità
Notizia recente: per quanto riguarda gli esami di maturità, nel 2018 avere fatto il periodo di alternanza scuola lavoro sarà determinante per essere ammessi alle prove d’esame. All’orale, infatti, la commissione verificherà le competenze raggiunte durante il periodo di alternanza scuola lavoro.
Alternanza scuola lavoro: le fonti di finanziamento
A finanziare il progetto è per la quasi totalità il MIUR e lo stanziamento dei fondi è differente in base alle regioni: alcuni Uffici scolastici regionali hanno finanziato tutti gli ordini di studio, altri hanno destinato l’importo ricevuto solo agli istituti professionali. Altre forme di finanziamento riguardano i fondi d’istituto, i fondi regionali, i fondi FSE, privati e quelli previsti dal PON (Programma Operativo Nazionale).
Le risorse prevedono tra l’altro che i tutor scolastici possano essere retribuiti per le attività prestate oltre il proprio orario di servizio secondo le modalità definite nella contrattazione d’istituto, anche in forma forfettaria. Non sono previsti, invece, prevedere compensi per i tutor aziendali nell’esercizio della loro funzione tutoriale.
Alternanza scuola lavoro: i pro e i contro
Se sulla carta, l’alternanza scuola lavoro dovrebbe aiutare i ragazzi a fare un’esperienza lavorativa prima del titolo di studio, c’è da dire che non sono tutti d’accordo e che di recente, in merito, ci sono state diverse polemiche.
A denunciare infatti una situazione di sfruttamento è stato di recente il sindacato Uds (Unione degli Studenti) che ha condotto un’inchiesta a carattere nazionale dal titolo “Diritti non piegati”. Il campione preso in esame è di 15mila studenti e sono emersi diversi aspetti negativi.
Ecco i contro:
- alcuni studenti sono stati costretti a pagare di tasca propria tutti gli spostamenti per andare nell’azienda e svolgere il periodo di alternanza lavoro;
- molti di loro lamentano “di essere essere sfruttati” dalle aziende senza che ci sia un vero e proprio piano per la loro crescita personale e professionale;
- mancanza di un tutor che controlli la situazione;
- problemi a scuola e con il recupero delle lezioni;
- partecipare al progetto alternanza-lavoro per molti studenti vuol dire essere molto più impegnati e avere poco tempo per sé;
Questi, invece, i pro del programma se viene rispettato in tutte le sue fasi e secondo chi l’ha provata:
- permette la riduzione del divario, da sempre esistito, tra le competenze che dà la scuola e quelle che sono richieste dal mondo del lavoro;
- consente ai ragazzi di avere a che fare direttamente con le aziende e di capire quali sono le professionalità richieste in un determinato territorio così come di avere un primo approccio con quanto si è sempre pensato di fare per capire se corrisponde davvero a ciò che si aspettavano
- valorizza la capacità formativa delle imprese, le avvicina alla scuola e fa sì che tra questi 2 importanti attori si crei una sorta di “alleanza educativa”;
- crea un rapporto diretto tra territorio e imprese;
- dà la possibilità ai ragazzi di capire meglio i processi aziendali, ma anche aspetti della loro formazione su cui puntare.
Alternanza scuola lavoro: le novità
Le polemiche hanno fatto sì che il Ministero intervenisse proponendo una nuova piattaforma che è stata presentata il 16 dicembre 2017. Ci si accede sempre dal sito dell’alternanza scuola lavoro, ma sono state introdotte nuove funzioni per rendere più agevole la gestione delle attività e far sì che gli studenti possano dichiarare eventuali incongruenze.
Nel dettaglio, la nuova piattaforma punta su 5 aspetti:
- matching: vengono collegati i sistemi informativi del Ministero con il Registro Nazionale dell’Alternanza scuola-lavoro, semplificando l’incontro tra domanda e offerta, rendendo tracciabile il processo di contatto, dando l’opportunità alle scuole, ma anche alle strutture ospitanti, di sapere chi è e che cosa fa il partner con cui co-progettare percorsi di Alternanza e di dialogare in modo più facile;
- produzione e gestione documentale: i sistemi del MIR e il Registro Nazionale dell’Alternanza scuola lavoro saranno collegati e ciò consentirà il recupero automatico delle informazioni presenti nelle banche dati. Si potranno, inoltre, salvare modelli di convenzioni e progetti formativi per futuri utilizzi in modo che la gestione dei processi sia più semplice;
- formazione sulla sicurezza: visto che è stata una delle lamentele da parte degli studenti, grazie a un protocollo di intesa con INAIL la nuova piattaforma erogherà gratuitamente a tutte le studentesse e a tutti gli studenti che stanno per iniziare percorsi di Alternanza la formazione sulla sicurezza generale nei luoghi di lavoro in formato e-learning.
Ogni studente potrà accedere con le proprie credenziali, seguire il corso e una volta concluso con successo, superando il test finale, ottenere la certificazione di partecipazione;
- valutazione: si potranno valutare i percorsi, sia da un punto di vista delle esperienze in sé che per le competenze acquisite. Potranno farlo sia gli studenti stessi che le scuole e strutture ospitanti;
- bottone rosso. una novità è il cosiddetto “bottone rosso” che rappresenta uno strumento per gli studenti per segnalare i casi di criticità, attivando gli Uffici Scolastici Regionali e il Ministero centrale a supporto delle scuole. Come si tiene a precisare sul sito, non è un servizio di segnalazione di casi di insoddisfazione, ma uno strumento da utilizzare per far in modo che si capisca se il progetto di alternanza non è formativo o si discosta significativamente da quanto previsto dalla scuola e dalla struttura.
Lucia Russo
Ottima idea! Che riconferma, se ce ne fosse bisogno, che in Italia siamo indietro di decenni rispetto ad altre nazioni industrializzate. Questo tipo di formazione – con percorso alternanza lavoro – l’ho fatto il Germania dal 1970 al 1973 (!!!), e già allora era un sistema ben consolidato che ha dato sempre ottimi frutti.
Ci guadagnano le imprese e anche lo studente. Solo così non suona come una presa in giro quando certe aziende, negozi ecc. cercano “apprendista con esperienza”, cosa che fin’ora – in Italia – è una contraddizione in se!