Fuorigioco: la quarta giornata oltre Inter-Juventus
Copertina al Derby d’Italia, Inter – Juventus, e non potrebbe essere altrimenti. Sentiment altissimo sui social, con gli interisti che interrompono un digiuno di 6 anni e gli juventini che se la prendono con Allegri, reo di aver sbagliato un paio di scelte tecniche, tra queste quella di lasciare in panchina Higuain.
Bravo invece De Boer, finalmente motivato, ma mai isterico (come l’ultimo Mancini, per intenderci). Anche dopo il gol dello svantaggio ha mantenuto la lucidità delle sue scelte. Ma non è stata solo la giornata di Inter – Juventus, anche questa volta la Serie A ci ha offerto diversi spunti, sopratutto per quanto riguarda i bomber, vediamoli:
- Il centravanti del Napoli. Apriamo con la capolista. Perché se è vero che Inter – Juventus è la partitissima, è altrettanto vero che la classifica dice Napoli, e non a caso. Ho parlato del “centravanti” e non di Milik perché non è un caso che Cavani (Uruguay), Higuain (Argentina) e Milik (Polonia), in tre periodi diversi, e con due allenatori differenti, si siano ritrovati cuciti addosso l’etichetta di bomber. Forse perché il centravanti migliore del Napoli, è il Napoli stesso.Puoi essere uruguaiano, argentino o polacco, ma al San Paolo diventi napoletano. Dovesse accorgersene anche Gabbiadini, il meno napoletano di tutti, Sarri avrebbe trovato un tesoro. Per il momento si gode lo stato di forma di Milik e il primo piccolo broncio di Higuain entrato a 15 minuti dalla fine a San Siro. La verità è che il paragone non è Higuain – Milik, ma Higuain e tutti i giocatori, tra cui Milik, che il Napoli è riuscito a comprare con quei 90 milioni. Perdendo sì qualcosa negli undici, ma guadagnandoci eccome a livello di squadra. Panchina compresa.Â
- La clausola di Icardi. Prima di iniziare questo campionato Mauro Icardi ha concordato con l’Inter una clausola rescissoria da 110 milioni (per l’estero). Ok, Mauro i gol li ha sempre fatti, ma quello visto a San Siro contro la Juventus è un attaccante completo, che gioca anche per la squadra e si batte facendo girare la testa a Chiellini, Bonucci e Barzagli. Una novità insomma.Per la prima volta, davvero, vederlo con la fascia di capitano è sembrata la cosa più giusta del mondo. Ora, non sappiamo se il merito sia o meno di De Boer, sappiamo però che con le cifre che girano, un’offerta potrebbe arrivare molto presto. Questo per dire che l’Inter si trova in casa uno degli attaccanti più forti (e giovani) del mondo. E che con Candreva, Banega e Joao Mario, Icardi riesce persino a ricevere qualche pallone pulito. Da spedire in porta.
- Le scelte di Allegri. Chiariamo subito un punto: Allegri vince, per cui ha ragione. Allegri fa le sue mosse non solo in vista di una partita, ma di un intero campionato. Ergo, il passato ci insegna a rivalutarle alla luce dei trofei che arrivano a fine stagione. Detto questo, non mi è piaciuta la scelta di considerare la partita con l’Inter una come le altre. Perché non lo è. Sicuramente Mandzukic in questo momento è più in forma di Higuain (I gol dicono altro, ma Allegri li vede ogni giorno in allenamento), ma un giocatore pagato 90 milioni, nella partita più sentita del campionato, deve giocare. Che sia la quarta, la quindicesima, o l’ultima giornata. Questa scelta, insieme a quella di piazzare Pjanic in cabina di regia, ha dato inevitabilmente fiducia a Frank De Boer, che ancora non ha imparato l’italiano, ma potrebbe già dire “mica sono un pirla“.
- Il tormentone Paloschi. Una settimana a menarcela con il rigore che doveva tirare Paloschi e che invece ha battuto Kessie. Scuse al compagno, scuse al mister, scuse alla stampa da parte del giocatore della Costa d’Avorio, che per la cronaca aveva battuto un rigore perfetto. Pronti via e calcio di rigore per l’Atalanta a Cagliari. Indovinate chi tira? Paloschi. Per la cronaca è il quinto sbagliato su sette, dal pur bravissimo attaccante cresciuto nel Milan. Ma forse è ora di cambiare rigorista.
- Il gol della Fiorentina. La rete con cui Badel batte la Roma è molto dubbia, per via di una posizione di fuorigioco di Kalinic che allarga le gambe per far passare il pallone. Premessa: la posizione di fuorigioco non costituisce, di per sé, un’infrazione. Fino a qualche anno fa questa rete sarebbe stata annullata, oggi bisogna valutare quanto il salto di Kalinic influisca sul tentativo di parata di SzczÄ™sny. Sembrerebbe per nulla. Per l’IFAB (International Football Board Association) questa rete è regolare, perché l’attaccante viola si trova sì sulla linea del pallone, ma non su quella del portiere. Che può vedere il pallone nel momento in cui viene calciato e buttarsi. Invano. E la Roma perde l’occasione di agganciare il primo posto.
- Chiamarsi Bomber. Ho detto di Icardi, uno spesso criticato per la sua vita privata (che in realtà è quella di un ragazzo del ’93, sposato con figli, non solo suoi), credo sia arrivato il momento di parlare di Borriello. Un altro di cui si parla troppo poco. Per quello che fa in campo. Borriello è un attaccante fortissimo. Segna di testa, segna di potenza, segna su punizione. Ha già fatto gol a tutte le sue ex squadre (attenzione perché sono 11 in tutto), ma soprattutto ha trovato un ambiente perfetto, per lui, a Cagliari. “Non ti basterà il mancino esplosivo, né la spallata prorompente: il bilancio della tua carriera, se sei Marco Borriello, verrà inficiato – come accade ormai da circa un decennio – da alcuni fatti extra-calcistici che renderanno il tuo essere centravanti un dato del tutto secondario” – afferma Alessandro Fabi. Superato tutto questo, si potrà iniziare a parlare di pallone. E forse possiamo addirittura sperare che parlino dei suoi gol, e non delle sue donne. Dell’ariete e del bomber. Con meriti sportivi.
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