Il 4 dicembre 2016 sei invitato a votare al referendum costituzionale 2016 che potrebbe cambiare tutto. O forse niente. C’è chi è già arrabbiato, chi sfiduciato, chi disinteressato, chi motivato, chi ancora non sa nulla. Ma siamo tutti chiamati a esprimere il nostro “insindacabile” giudizio. Anche perché si tratta della più grande modifica della Costituzione Italiana da quando è entrata in vigore: la riforma prevede infatti la modifica di più di un terzo degli articoli della costituzione (47 su 135). Ora capisci perché è importante?
Referendum Costituzionale 2016: sì o no?
Se vincono i sì viene modificata la Costituzione Italiana, se vincono i no rimaniamo esattamente con la versione attuale. Se vincono i sì, si passerà da 945 parlamentari a 725 e vengono chiuse le Province come enti costitutivi della Repubblica e… Se vincono i no, be’, rimane tutto uguale a oggi. Ma non è possibile parlarne in maniera così riduttiva, per capire a cosa stiamo andando incontro: stiamo parlando di una riforma epocale per approvare o respingere la riforma della carta costituzionale. Per approfondire in maniera analitica cosa andremo a votare, consiglio la lettura dell’articolo di Sara Bolzani: “Referendum costituzionale e riforma: cosa andremo a votare“. Qui troverai informazioni, un confronto e forse un po’ di polemica. Ti va?
Che bisogna dirlo: la polemica al riguardo è incandescente da mesi, tra i partiti politici e addirittura tra amici e in famiglia. Proprio ultimamente mi sono ritrovato a discutere durante un pranzo e ho preferito glissare su alcune considerazioni, dal momento che non mi pareva il caso di trasformare un momento di condivisione in una famiglia (non mia) in un incontro con salsicce al posto di bastoni e pasta trasformata come stelline ninja. Sto esagerando? Si vede che non hai ancora parlato apertamente con qualcuno di questo referendum!
Referendum in Italia: ma ha senso votare?
Ma siamo fatti così, noi italiani, no? Anzi, la discussione potrebbe accendersi già alla prima domanda: ha senso andare a votare? Con la disaffezione politica ai massimi storici c’è chi liquida tutto con un “Solito magnamagna, tanto alla fine non cambia nulla” e chi invita a esercitare il diritto di voto, come obbligo etico e sociale. Per me ha senso informarsi il più possibile, poi decidere cosa voler fare. Non ce lo ordina il dottore, eh. Però in questo modo abbiamo la possibilità di scegliere. “Il destino dei popoli è determinato dal loro carattere e non dai loro governi“, diceva Gustave Le Bon, psicologo e sociologo francese. Avere carattere significa saper scegliere: oggi abbiamo una grande possibilità per farlo, che sia un “sì” o che sia un “no”.
Referendum costituzionale 2016: data, testo e spiegazione
Torno all’argomento principale: mi sembra il caso di approfondire cosa ti chiederà il Referendum Costituzionale 2016 fissato al 4 dicembre: è bene conoscere la domanda che siamo tenuti a rispondere con un sì o con un no.
Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?
Ecco, di fatto con la tua risposta andrai a fare parte di un quorum che indicherà i prossimi passi dell’Italia. Questa semplice richiesta implica quindi modifiche importanti a istituzioni e non solo: la riforma in oggetto è stata approvata tre volte da Camera e Senato, mentre ora tocca alla “sovranità popolare“. Le principali modifiche introdotte dalla riforma costituzionale sono fondamentalmente:
- Riforma del bicameralismo;
- Modifiche legislative pertinenti alla Camera dei Deputati;
- Rappresentazione di Regioni e Comuni al Senato;
- Cambiamento della procedura di elezione del Presidente della Repubblica;
- L’eliminazione delle Province come enti di riferimento;
- La riduzione del numero dei senatori;
- L’abolizione del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel)
Ti diranno che c’è dell’altro ancora sì, come ho detto, questi rappresentano i grandi “snodi” del referendum costituzionale 2016 confermativo. A proposito, questo significa che il voto prescinde dal quorum, come osservato sul sito del Ministero dell’Interno:
Nel referendum confermativo, detto anche costituzionale o sospensivo, si prescinde dal quorum, ossia si procede al conteggio dei voti validamente espressi indipendentemente se abbia partecipato o meno alla consultazione la maggioranza degli aventi diritto, a differenza pertanto da quanto avviene nel referendum abrogativo.
Questo referendum costituzionale 2016 è importante perché?
Attraverso il “sì” potrebbero verificarsi notevoli cambiamenti, primo fra tutti quello della Costituzione. Non è detto che siano tutti positivi: chi vota sì pensa evidentemente che lo siano, chi vota no preferisce forse altre strade. Ma detta come va detta: chi vince porta la palla a casa e non ci sono rivincite.
Referendum Costituzionale 2016: cosa cambia con il sì?
Per comodità d’ora in poi parlerò dei cambiamenti che potrebbero verificarsi votando sì e votando no. Dico “potrebbero verificarsi” perché i promotori del sì si augurano e desiderano che ciò succeda, quelli del no si differenziano ora chi vuol cambiare le cose ma reputa questa proposta non valida e chi semplicemente va contro chi l’ha proposta. È normale.
Bicameralismo: cambia il Parlamento
Al momento il Parlamento è composto da due camere uguali (camera dei deputati e senato della repubblica) che approvano tutte le leggi. Con il sì, i due rami parlamentari continueranno a esistere, ma avranno funzioni diverse. Il superamento di questo bicameralismo paritario prevede la velocizzazione dell’iter legislativo – che nella maggioranza dei casi spetterà alla camera dei deputati, responsabile anche della fiducia al governo – e delle attività del Parlamento stesso.
In questo caso il Senato rimane a rappresentare principalmente Comuni e Regioni. I sostenitori del no vedono in tutto questo il rischio di un Esecutivo troppo forte, con uno sbilanciamento dei poteri democratici. I promotori del sì esultano: con il referendum costituzionale 2016 “Finalmente l’Italia cesserà di essere l’unico paese europeo in cui il Parlamento è composto da due camere eguali, con gli stessi poteri e praticamente la stessa composizione”. I promotori del no temono un deficit della democrazia, qualcosa che “crea conflitti di competenza tra Stato e regioni, tra Camera e nuovo Senato”.
Numero dei parlamentari ridotto e leggi più veloci?
Come detto, i due rami del Parlamento cambiano e solo alcune leggi verranno approvate insieme: le leggi costituzionali, le politiche europee, le elezioni del senato e quelle sull’ordinamento di regioni, comuni e città metropolitane. Questo significa che alla Camera spetta tutto il resto. Il Senato avrà inoltre “solo” 40 giorni di tempo per proporre modifiche, quindi il tempo dell’iter di discussione e approvazione delle leggi è notevolmente ridotto. Così come il numero dei senatori: invece dei 315 attuali, i senatori diventano un centinaio e saranno eletti dai consigli regionali e dal Presidente della Repubblica. Piccola curiosità: non ci saranno più senatori a vita. O meglio: lo saranno solo gli ex presidenti della Repubblica.
Chi vota sì vede in tutto questo velocità e tempestività, chi vota no pensa che la teoria non sarà seguita dalla pratica e che i cittadini non siano più partecipi diretti delle elezioni dei senatori.
I costi della politica saranno ridotti
Abbassando il numero dei parlamentari (e delle indennità parlamentari che non percepiranno più), diminuendo il tempo del lavoro e snellendo la “res publica”, di fatto si dovrebbe generare un circuito virtuoso che finalmente abbasserà i costi della politica italiana. Ma di quanto? Secondo l’atto parlamentare dell’8 giugno 2016 ci sarà circa un totale di 490 milioni di euro di risparmio. Riprendendo le parole dell’interrogazione sul referendum costituzionale 2016:
Per quanto riguarda la riduzione del 30 per cento, anzi 33 per cento per essere esatti, delle indennità parlamentari – perché avremo una riduzione sostanziosa del numero dei senatori: è la prima riforma democratica che porta una riduzione del 30 per cento delle indennità – avremo un risparmio di circa 80 milioni l’anno, che derivano dalle indennità e dai rimborsi dei senatori, a cui si aggiungono circa 70 milioni l’anno per il funzionamento delle Commissioni, per esempio, d’inchiesta, per la riduzione dei rimborsi ai gruppi al Senato. A questo possiamo aggiungere ovviamente la progressiva riduzione nel tempo di funzionari che saranno necessari grazie al ruolo unico, all’unificazione di Camera e Senato per quanto riguarda la gestione del personale. Dal superamento delle province, solo in termini di risparmio per il personale politico, si sono quantificati circa 320 milioni di euro all’anno. Inoltre, la soppressione del CNEL porta ad un risparmio annuo di circa 20 milioni.
Secondo il comitato del no, questa è una falsa interpretazione, poiché non sono spese accertate e soprattutto: ci sono altre strade per diminuire tali costi senza dover mettere mano alla Costituzione. C’è infatti chi sostiene che per ottenere lo stesso risparmio basterebbe decurtare del 10% lo stipendio di deputati e senatori. Proprio in questi giorni a Montecitorio si è acceso il dibattito sulla riduzione dei costi della politica, compreso il taglio degli stipendi dei parlamentari.
A proposito: che cos’è il CNEL
Il CNEL è il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro. Composto da centoventuno consiglieri, il CNEL è stato introdotto dalla Costituzione Italiana e istituito dalla legge n.33 del 5 gennaio 1957. La sua funzione è come organo di consulenza delle Camere e del Governo, “ha l’iniziativa legislativa e può contribuire alla elaborazione della legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge”. Per dirla con parole povere: il CNEL sono dei consulenti in materia economica e lavorativa. Il comitato del sì preferisce l’abolizione in quanto i costi di tale Consiglio sono troppo elevati rispetto al lavoro svolto. Il comitato del no vede nel CNEL un’utilità importante, fondamentale da ascoltare per il Governo quando deve trattare economia e lavoro.
Italicum: cambierà la legge elettorale?
In realtà, no. Il referendum costituzionale 2016 non c’entra un fico secco con l’Italicum. Il fronte del no sottolinea che l’accoppiata Italicum e referendum garantirà poteri troppo forti al governo e al Premier, perché la legge elettorale odierna attribuisce un grande premio di maggioranza (340 seggi su 630) alla lista che vince al primo turno. Ovviamente i promotori del sì vedono in questa dinamica una maggiore governabilità e quindi la fine del potere esecutivo “ballerino”, che cade ogni due per due per un voto di fiducia.
Al di là dei sì e dei no, c’è già chi propone un nuovo cambio della legge elettorale, un’ipotesi che però viene apprezzata da entrambe le tipologie di sostenitori.
Ma il referendum costituzionale 2016 è anticostituzionale?
Il perché è semplice: può un Governo considerato da alcuni “illegittimo” – perché Matteo Renzi non è stato votato, ma è subentrato in un chiamiamolo “vuoto di potere” – proporre un cambio della Costituzione? I promotori del no considerano la riforma sbagliata alla radice, “perché è stata prodotta da un parlamento eletto con una legge elettorale (Porcellum) dichiarata incostituzionale”. Quelli del sì pensano che questi cambiamenti siano necessari allo snellimento della politica italiana e non importa lo “storico degli avvenimenti”, quanto il “futuro dei cambiamenti”.
Penso che tutto si riduca alla fine alla solita questione: “Ma se alla fine non cambia mai nulla e noi non facciamo mai nulla perché le cose cambino… di chi è la colpa?“. Onde a evitare fraintendimenti, credo che l’unica cosa che la maggioranza degli italiani condividono è “Le cose non funzionano”. Allora c’è un modo per farle funzionare? Che al prossimo referendum costituzionale 2016 vincano i no o i sì diventa solo un pretesto per spronarci a fare qualcosa (e non lamentarci). Allora informiamoci, discutiamone e facciamoci un’idea chiara.
Iacopo Notari
Io Voto NO.
Solo così potremmo conservare la Democrazia in italia.
Nunzia
Non e mai cambiato nulla leggi sono state fatte solo a loro favore di noi povera gente non gliene frega niente a nessuno sono sfiduciata certo se governassero gente persone umili e capiscano veramente i problemi allora voterei si ma visto quello che vediamo tutto a sfascio a partire dalla legge fornero e dall’ eta pensionistica che volete mandarci in pensione quando la nostra vita e quasi alla morte, allora dico che dovrei votare no se cambiasse qualcosa per la povera gente e l’ eta’ della pensione a 63 e senza perdere nulla allora voteremo tutti si
Carlo
Mi dispiace il mondo gira male ….noi litighiamo e il potere economico c’è lo mette sempre nel solito posto….ma che furbi siamo !!!!!……meditate…meditate…
GENNARO ABBATE
IO PENSO CHE BISOGNA VOTARE NO, PERCHE’ LE COSE VE LE STATE GIRANDO A MOVO VOSTRO.
massimo
Siiiiiiiiiii siiiiiiiiii
Sergio De Julio
Si tratta di una presentazione apparentemente intesa a informare, ma sostanzialmente settaria e sbilanciata sulle ragioni del Sì. Anche 6sicuro è diventato surrettiziamente renziano? Sarebbe stato opportuno che mantenesse una sua neutralità!
Salvatore Russo
Ciao Sergio,
abbiamo pubblicato in precedenza questo articolo https://infonotizianews.it/news/referendum-costituzionale (citato anche in questo articolo) in cui abbiamo elencato quanto indicato nella riforma costituzionale. Matteo Bianconi lo dice subito in questo articolo: “Per approfondire in maniera analitica cosa andremo a votare, consiglio la lettura dell’articolo di Sara Bolzani: “Referendum costituzionale e riforma: cosa andremo a votare”. Qui troverai informazioni, un confronto e forse un po’ di polemica. Ti va?” insomma mette le mani avanti, perché esprimendo una sua opinione in merito è ovvio che possa piacere o meno. Alla fine dell’articolo c’è scritto “Che al prossimo referendum costituzionale 2016 vincano i no o i sì diventa solo un pretesto per spronarci a fare qualcosa (e non lamentarci)”. Ecco, non lamentiamoci e basta, indicami, se ne hai voglia, le tue obiezioni così da avere un confronto costruttivo. Lo diciamo da 16 anni: se confronti, sei libero. Ovviamente non vale solo per il prezzo delle assicurazioni 😉
Guido dell'oro
Questo non è approfondire, ma è una sviolinata per il si non prendiamoci per il culo…..
Se votate si diminuisco i parlamentari senatori, se votate si diminuisco i parlamentari e le spese…..
Non dice se votate si, date il via libera ad un articolo 70 che sembra una supercazzola, il problema è che alla fine non c’è una pernacchia ma è una cosa seria MA INCONPRESIBILE…
Fa sembrare chi vuole (giustamente o ingiustamente) votare no, un cretino!!!!
Questo articolo è di una faziosità che non si trova nemmeno sulla pagina di salvini…
Salvatore Russo
Io ho letto questo articolo e non mi sono sentito un cretino, tu si?
Nella comunicazione perfino il silenzio è un modo di esprimere un giudizio, quindi è impossibile, impossibile se si scrive un articolo esponendo un’opinione (ben indicata nelle prime battute) essere totalmente asettico. Ripeto, il post con tutte le modifiche toccate dalla riforma lo abbiamo scritto e pubblicato, con enorme successo di visite. Questo esprime un punto di vista. Scriverò a breve un articolo sulla questione dell’articolo 70, ma mi piacerebbe sapere la tua opinione, “supercazzola” è un po’ troppo riduttivo e per qualcuno risulti fazioso…
LeM
Pssst… ti informo che Salvini e’ per il no…
EDOARDO LUIGI CARRARA
dopo una vita a lamentarsi che sono troppi 1000 parlamentari che ci sono due camere uniche al mondo che fanno le stesse leggi che viene messo un tetto ai rimborsi dei consiglieri regionali ci mancherebbe anche di votare no, ho ascoltato le ragioni del nò,italicum non và bene, ma se abbiamo una legge elettorale che si chiama porcellum non possiamo che migliorare,troppo potere a un solo uomo?ma se berlusconi ha sempre detto che i piccoli partiti non gli lasciavano fare quello che lui voleva allora è giusto cosi,mi stà antipatico renzi?ma io adesso voto per il referendum alle politiche renzi non lo voto,e poi quando vedo certi personaggi che votano nò- dalema berlusconi monti cirino pomocino fornero ho capito che è meglio votare si
Salvatore Russo
Ciao Edoardo,
cambiamento non significa miglioramento. È normale, come in ogni richiesta di voto al popolo (vedi anche Brexit), che ci sia una parte che va contro solo perché la proposta è realizzata da una parte politica avversa, ma molti altri semplicemente perché valutano quanto proposto non valido.
LeM
Sono veramente pochi, glielo assicuro…
Nanni Coluccini
Ricordiamo che il dizionario non è stato riformato e allo stato attuale la parola “cambiamento” non è sinonimo di “miglioramento” – Trovo scorretta questa pubblicazione che non confronta, come da premessa, le due opinioni ma si limita spudoratamente e ingannevolmente a sostenere le tesi, peraltro incomplete ed alcune palesemente false, del SI – Mi basterebbe questo comportamento truffaldino per farmi scegliere il NO !
Salvatore Russo
Ciao Nanni,
aspetta che a questo punto qualcuno dirà che il post è volutamente scritto così per far votare tutti no 😉
Hai ragione, cambiamento non vuol dire assolutamente miglioramento. Cambiare solo per cambiare lo posso fare al massimo per un paio di scarpe, non certo per la Costituzione. Mi dici quali punti secondo te delle cose indicate da Matteo sono incomplete o addirittura false? In modo tale, se è il caso, di rivedere l’articolo
Dino Murgolo
Un altro esempio (ne vediamo tanti nei tg e nei talk di reti pubbliche e private ) di come una presunta informazione neutrale si risolva invece in uno spot elettorale, in questo caso per il sì (che in cuor suo Matteo Bianconi ben sa di votare), ma ne vediamo altrettanti dello stesso tipo anche per il no. Quando ci si confronta con tematiche a forte connotato ideologico-valoriale (che cosa di più di una legge costituzionale?) la parzialità, sempre a rischio e spesso impossibile da evitare anche in un qualsiasi reportage di cronaca spicciola, può dipendere non da intenzioni manipolative (quasi sempre purtroppo è così, quando l’informazione proviene direttamente dai politici direttamente coinvolti o dai loro portavoce interessati) ma dal pregiudizio inconsapevole. Che è anche peggio, perché trasmette la sensazione della buona fede dell’opinione e, quindi, della sua oggettività. Tanto vale, anzi tanto imporrebbe, che gli addetti alla comunicazione dichiarino apertamente ai propri destinatari gli assunti di valore (chi è capace di chiarirli a se stesso) che stanno alla base delle proprie valutazioni. L’unico metodo efficace, oltretutto, per educare alla riflessione autonoma piuttosto che all’accettazione passiva dell’opinione altrui. Che è esattamente, si voti sì o si voti no, l’atteggiamento mentale (si spera, anche, nei comportamenti collettivi conseguenti) da sostenere nell’opinione pubblica nei momenti gravi di crisi politica come quella che viviamo.
A proposito di obiettività (guarda caso anche di ampiezza e precisione di informazione) meglio, molto meglio il link citato da Bianconi (ne va a merito del citante) https://infonotizianews.it/news/referendum-costituzionale di Sara Bolzani. Non ho capito per chi vota (ottimo indizio di obiettività) e mi ha fornito parecchie informazioni utili da aggiungere a quelle che già possedevo per integrare la mia opinione.
Quale? Se non si è già capito dal lungo preambolo “epistemologico”, io voto no. Non ho problemi a dichiararlo, e sono prontissimo anche qui, come sto facendo in altre sedi forse meglio deputate allo scopo, a chiarirne le ragioni, se mi fossero richieste, di metodo, di principio e di fatto. Che, tra l’altro, per quella che è la mia opinione, consistono in una decisa prevalenza delle ragioni del no su alcune (poche) buone ragioni del sì, in un contesto politico dove, temo con poche eccezioni su entrambi i fronti, il posizionamento è dettato più da interessi di potere contingente che da spirito “costituente” super-partes. Solo questo la dice lunga sulla pena di dover essere richiamati con premesse del genere, ove siano tali, ad un referendum di rango costituzionale.
Altro ancora sarebbe se mi si chiedesse di informare, posto che ne abbia le competenze, sull’impatto tecnico comparato del sì e del no sull’efficacia e l’efficienza del sistema politico-istituzionale esistente. Compito gravissimo (per i motivi predetti) e che richiederebbe uno sforzo sovrumano di autocontrollo e, negli inevitabili passaggi implicanti giudizi di valore, l’inevitabile e gravoso dovere, ripeto, di dichiarare i propri assunti giudicanti.
Dino Murgolo (Gorizia)
Salvatore Russo
Ciao Dino,
l’articolo di Sara Bolzani (avvocato) è stato volutamente realizzato in quello stile, perché doveva il più possibile dare informazioni, senza nessun tipo di argomentazione personale. L’abbiamo riletto mille volte prima di arrivare a quella versione, eppure c’è stato qualcuno che ha polemizzato dicendo che i commenti del “SI” erano misteriosamente superiori a quelli del “NO”. In realtà è l’esatto contrario, ma ad ogni modo non manipolato da noi. Matteo Bianconi lo dice subito: “Per approfondire in maniera analitica cosa andremo a votare, consiglio la lettura dell’articolo di Sara Bolzani: “Referendum costituzionale e riforma: cosa andremo a votare”. Qui troverai informazioni, un confronto e forse un po’ di polemica. Ti va?” insomma mette le mani avanti, perché esprimendo una sua opinione in merito è ovvio che possa piacere o meno. Capisco le tue obiezioni. Tieni conto che fino all’ultimo ero indeciso se tenere questo articolo nella newsletter ma ho ritenuto in grado tutti noi di tenere una discussione costruttiva. Tu ne sei un grande esempio. Sono disponibile, se ti interessa, ad accogliere sul nostro blog il tuo punto di vista per il no. Scrivimi pure a info@6sicuro.it
Andrea
Il problema non è cambiare, ma cambiare in qualcosa di migliorativo. All’estero tutti ci invidiano il bicameralismo perfetto, perché allora dovremmo abolirlo? E la modifica ai quorum referendari, come dovremmo giudicarla? I risparmi ventilati da questa modifica costituzionale possono essere comunque fatti anche con l’attuale costituzione se esistesse la volontà politica di farli e comunque non sono le cifre stimate a spostare l’ago della bilancia dei debiti italiani. infine, mi domando: abbiamo davvero la necessita’ di fare nuove leggi in tempi più brevi o farne meno ma di qualità superiore? O meglio ancora, non basta applicare quelle esistenti? E poi, chi mi garantisce che un sindaco è migliore di un senatore (o viceversa)?
Antonio
IO VOTO NO!!!! la democrazia non si baratta.
giovanni
spiegare a noi italiani la differenza tra il si e il no sta diventando un vero rebus.molti di noi attualmente non hanno ancora capito un bel niente.il 50% è indeciso.voto si o voto no? Allora facciamo un salto nel passato,i padri fondatori della costituzione,posero le fondamenta in base ad un momento storico e politico.erano sotto un dittatura e dovevano uscirne al più presto.quindi elaborarono la più bella costituzione di libertà mai fino allora creata.Ora invece non siamo più soggetti ad un regime totalitario,ma nello stesso tempo con l’avvento della così detta globalizzazione,la nostra onorata costituzione non regge più.Alcuni articoli cardine non sono rispettati alla lettera ma intesi a secondo le varie esigenze.La legge è uguale per tutti.Ma è vero? Concludo,ora abbiamo la possibilità di correggere le disfunzioni che hanno portato a questo stato di fatto.FACCIAMOLO NEL BENE O NEL MALE.
AnnaPietrinferni
io voto si sperando che qualche politico vada via e che si cambino veramente le leggi che sono solo a favore dei politici. Si parla di diritti acquisiti solo per loro che non hanno bisogno e chi ha bisogno deve morire di fame E’ una vergogna quello che dicono alcuni in TV. Speriamo che siano i pochi ,ma non credo. comunque voto SI alla riforma alla faccia di tutti quei partitini che hanno paura di scomparire. Solo in Italia tutti questi partiti inutili e con persone incivili, guardate fuori e rendetevi conto che è ora di finirla di raccontare balle ai cittadini
GIANCARLO
la politica del “divide et impera” soffoca la nazione ed impedisce una chiara visione ai poveri italiani che sono portati a votare per conseguenze di cui presto si pentiranno sino a non poterne piu’. Allora si risvegliera’ in loro un odio verso una democrazia che non sa’ esprimere se stessa se non lasciando il passo a sistemi che non offrono alternative ma che finalmente sono piu’ chiari ma . ovviamente , piu’ difficili da digerire- TRANSEAT !!!!!!!!!!
Eliana
Voglio votare SI perché sono d’accordo sul cambiamento che propone il Referendum, ma non solo, perché trovo giusto garantire al nostro Paese una stabilita di governo, che lasci spazio a un premier di potersi esprimere fino in fondo e attuare cosi tutte le modifiche necessarie a una ripresa dell Italia! L opposizione vuole solo cogliere l occasione per insediarsi al posto di Renzi , del Referendum gliene frega poco e niente, e le motivazioni del no si riducono solo a un ” si potrebbe fare di meglio”…aspettate le prossime votazioni elettorali per proporre il vostro meglio!!!
francesco c.
Votare No alibi per i politici ma il popolo non VUOLE modifiche e la prendiamo in quel posto,senato non elettivo si può modificare addirittura cancellare,guardate oltre e lo dice uno che pur abitando in una regione a statuto speciale ritiene questa cosa un cancro, ma ci sono quelli che dicono che i nostri padri sono morti per questo eppure i loro figli guarda in che cloaca ci hanno messo.CAMBIARE NON È SEMPRE IL MALE PEGGIORE.
francesco vitalio
non andro’ a votare,perche’ non voglio essere preso per i fondelli per l’ennesima volta,ricordate il referendum sul finanziamento pubblico ai partiti?vinse il no ai finanziamenti,pero’ dopo poco ce la suonarono col rimborso eletterale e non solo non cambio’ niente,ma addirittura aumentarono le spese .hanno la faccia come il c….e non sanno piu’ cosa sia la vergogna.all’anima dell’onorevole,evidentemente non conoscono il significato della parola onorevole,meditate,meditate.