Tra le novità fiscali del 2013 è la più temuta: la TARES, ossia la nuova tassa che sostituisce, integra ed appesantisce quella che si chiamava TARSU.
Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e quali saranno le ricadute sulle nostre tasche.
Cos’è TARES
La TARES è il tributo sui rifiuti e sui servizi indivisibili che va ad accorpare TARSU (tassa sui rifiuti solidi urbani), TIA (tariffa igiene ambientale) e finanzierà anche il costo dei cosiddetti servizi indivisibili (l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade ecc.).
La nuova tassa, come già avveniva per la TARSU, non ricadrà sulle tasche del proprietario dell’immobile, ma su quelle del residente. In sostanza dovrà pagarla chi vive o lavora in quei locali anche nel caso si tratti di un immobile preso in affitto; questo poiché il tributo si applica a quei servizi ritenuti a domanda individuale, cioè quelli basati solo su chi usufruisce di un tale bene e non chi lo possiede.
Come funziona TARES
La TARES sarà determinata in base alla superficie calpestabile degli immobili (non quindi sul numero di abitanti nell’alloggio come accadeva in alcuni comuni per la TARSU), dato già in possesso dei Comuni. Questa base imponibile rimarrà in vigore fino al completo adeguamento dei dati catastali degli immobili alla toponomastica comunale. Se ne sta occupando la vecchia Agenzia del Territorio ormai assorbita dall’Agenzia delle Entrate.
Per il pagamento della TARES le modalità da seguire saranno le stesse previste dal modello F24 per l’IMU e quindi il bollettino postale F24.
Cattive notizie
Sulla base delle stime l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, la TARES costerà agli italiani quasi 2 miliardi di euro in più (per la precisione 1,9 miliardi). A titolo di esempio su una abitazione civile di 114 mq, l’aggravio sarà pari a 73 euro (+29,1%). Il gettito complessivo a carico delle famiglie e delle imprese sarà di almeno 8 miliardi. Il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi si dichiara stupefatto: “Come è possibile subire questi aumenti quando negli ultimi 5 anni di crisi economica la produzione dei rifiuti urbani è diminuita del 5% e l’incidenza della raccolta differenziata, che ha consentito una forte riduzione dei costi di smaltimento, è aumentata del 30,5%?”.
Buone notizie (anche se temporanee)
A partire dal 2014, la TARES sarà composta da quattro rate da pagare a gennaio, aprile, luglio e ottobre, ma anche in questo caso il calendario sarà definito a cura dei singoli Comuni. Per quest’anno si era già verificato un primo slittamento ad aprile, ma il Senato ha fatto scivolare la prima rata ancora di qualche mese: si incomincerà a pagare a partire da luglio.
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