Detrazioni lavoro dipendente: magari è la prima volta che ne senti parlare anche perché è la prima volta che hai un contratto di lavoro subordinato oppure hai dato un’occhiata alla tua busta paga e vorresti capire quanto influiscono sul netto. Qualunque sia la tua motivazione, cerchiamo di fare chiarezza su cosa sono le detrazioni, in cosa si differenziano dalle deduzioni, a cosa servono e come si calcolano.
Detrazioni lavoro dipendente: cosa sono
Per detrazioni da lavoro dipendente si intende un importo fiscale riconosciuto dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (il cui acronimo è TUIR) che consente al lavoratore dipendente, con regolare contratto (indifferente se contratto a tutele crescenti o tempo determinato), di ridurre l’imposta annuale lorda dovuta allo Stato nella dichiarazione dei redditi. Tale detrazione viene fatta attraverso la busta paga e non ha una cifra stabilita a priori, ma varia in base al reddito percepito nell’anno solare e va rapportata al periodo di lavoro prestato nell’anno.
Tali detrazioni, dunque, permettono ai lavoratori dipendenti che hanno un contratto di lavoro subordinato di pagare meno tasse proprio in virtù del fatto di essere lavoratori dipendenti.
Detrazioni lavoro dipendente: a chi spettano
Chiarito cosa sono le detrazioni, è il caso di chiarire a chi spettano:
- a chi ha un contratto da lavoro dipendente – e per questi si intendono anche i lavoratori a domicilio quando sono considerati lavoratori dipendenti secondo le norme della legislazione sul lavoro;
- ai lavoratori soci di cooperative;
- a chi percepisce una somma di denaro come borsa di studio;
- a chi ha una pensione (che è comunque sempre un reddito da lavoro dipendente);
- a chi è impegnato in lavori socialmente utili.
Non spettano invece a coloro che hanno un reddito superiore ai 55 mila euro. Sono interessati, inoltre, dalle detrazioni per lavoro dipendente anche coloro che percepiscono un reddito assimilato come l’indennità NASPI o altre indennità di disoccupazione.
Detrazione e deduzione: qual è la differenza
Prima di continuare a parlare di detrazioni da lavoro dipendente è importante conoscere la differenza che c’è tra deduzione e detrazione che spesso vengono erroneamente confuse.
Per detrazione si intende, come abbiamo accennato prima, l’importo che puoi sottrarre all’imposta lorda, ossia al totale delle tasse che devi pagare allo Stato. Andando ancora più nel dettaglio: la detrazione fiscale non abbatte il reddito su cui calcolare l’imposta, ma abbatte, di una percentuale o di un numero assoluto, direttamente un’imposta come può essere l’Irpef.
La deduzione è invece una somma che viene calcolata direttamente sul reddito imponibile (è il reddito complessivo al netto delle ritenute previdenziali e assistenziali e detratti anche gli altri oneri deducibili) e fa sì che questo venga ridotto. È dunque un’agevolazione che consiste nel sottrarre alla base imponibile un determinato valore facendo sì che appunto il reddito su cui vengono calcolate le tasse sia più basso.
Formula calcolo detrazioni lavoro dipendente
Ma come si calcolano le detrazioni da lavoro dipendente? Intanto, c’è da dire che i giorni per cui spetta una detrazione coincidono con quelli che vengono considerati per il calcolo della retribuzione assoggettata a ritenuta quindi sono comprese le festività (che, come sappiamo, appunto vengono pagate), i riposi settimanali e altri giorni lavorativi eccetto quelli per cui non spetta nessuna retribuzione (esempio: giornate di permessi non retribuite).
Devi inoltre sapere che non viene fatta nessuna riduzione della detrazione in caso di lavoro part time orizzontale, verticale o ciclico e neanche in caso di sciopero. Vale a dire: anche se il tuo orario di lavoro è ridotto, la detrazione che ti spetta è sempre la stessa, ovviamente rapportata in base al reddito che percepisci per il tuo lavoro part time. Se hai un contratto a tempo determinato che, per esempio, ti scade il 15 settembre, verranno calcolati ai fini della detrazione i giorni effettivamente lavorati.
Da ricordare: il calcolo viene fatto sempre su 365 giorni anche in caso di anno bisestile.
Stando a quanto stabilito con la Legge di Stabilità 2017, che segue le indicazioni dell’articolo n.13 del TUIR le detrazioni vengono per i lavoratori dipendenti così calcolate:
Prima fascia: per redditi fino a 8 mila euro
In caso di reddito fino a 8 mila euro spetta una detrazione dell’imposta lorda di 1.880 euro. Da tenere in considerazione che l’ammontare della detrazione non può essere meno di 690 euro. Nei casi di rapporti di lavoro a tempo determinato l’ammontare della detrazione effettivamente spettante non può essere inferiore a 1.380 euro.
Per sapere quanto sarà la tua detrazione dovrai usare questa formula:
1880 x (giorni lavorativi ÷ 365) e avrai così la tua detrazione.
Seconda fascia: per redditi fino oltre 8 mila ed entro 28 mila
In caso di reddito che va dagli 8 mila euro ai 28 mila la detrazione spettante è di 978 euro aumentata del prodotto tra 902 euro e l’importo corrispondente al rapporto tra 28.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 20.000 euro. Detta così, è davvero difficile, ecco come calcolare la tua detrazione seguendo queste due formule matematiche.
Dovrai dapprima trovare il quoziente moltiplicatore da applicare alla detrazione. Ecco come:
Quoziente moltiplicativo = 28 mila – reddito netto ÷ 20 mila.
La detrazione sarà invece = 978 + (902 x quoziente) x (giorni lavorativi ÷ 365)
Calcolo detrazione seconda fascia: un esempio concreto
Facciamo un esempio: se tu percepisci un reddito netto di 15 mila euro e hai lavorato 200 giorni il primo calcolo sarà così:
28 mila – 15 mila (reddito netto) = 13 mila che diviso 20 mila fanno 0.65 che sarà il tuo quoziente moltiplicativo.
La detrazione sarà data da:
978 + 586,3 (che è il risultato da 902 x 0,65 che era il tuo quoziente) = 1564,3 x 200 (i tuoi giorni lavorativi) =312860 ÷ 365 = 857
857 euro sarà l’importo della tua detrazione.
Terza fascia: per redditi oltre 28 mila ed entro 55 mila euro
La detrazione dell’imposta lorda spettante è di 978 euro, se il reddito complessivo è superiore a 28.000 euro ma non a 55.000 euro; la detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 55.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 27.000 euro. Anche qui ci chiariamo con la formula per cui dovrai – e sì pure in questo caso – calcolare prima il quoziente moltiplicativo.
Ecco come:
quoziente = 55000 – reddito netto ÷ 27000
Detrazione = (978 x quoziente) x (giorni lavorativi ÷ 365)
Calcolo detrazione terza fascia: un esempio concreto
Facciamo anche questa volta un esempio con un contratto a tempo indeterminato, un reddito netto di 35mila euro e giorni lavorati 120.
55000 – 35000 (reddito netto)= 20000 ÷ 27000 = 0,74 (quoziente)
978 x 0,74 = 723.72 x 120 (giorni lavorativi) = 86846.4 ÷ 365 = 237,93. Questo è l’importo della deduzione.
Due cose importanti: se hai percepito dei redditi misti, ossia alcuni derivati da contratti a tempo indeterminato e altri da determinato, puoi scegliere quale deduzione è per te più favorevole.
Inoltre per il calcolo dell’ammontare della detrazione da lavoro dipendente, la legge vuole che ci si rifaccia al reddito complessivo del contribuente che richiede le detrazioni.
Il reddito complessivo è da:
- somma dei redditi percepiti dalla persona al lordo degli oneri deducibili
- reddito imputabile (ossia la rendita catastale) della casa adibita ad abitazione principale e delle sue pertinenze.
Nel secondo caso tale reddito va dichiarato tra i fabbricati e sommato appunto ad altri redditi quindi per l’articolo 10, comma 3-bis, del TUIR, dal reddito complessivo si sottrae l’importo della rendita catastale dell’abitazione principale e delle sue pertinenze, affinché venga dalla base imponibile Irpef.
Calcolatore automatico per le detrazioni
Nonostante le varie formule, per te è più comodo calcolarle in modo automatico? Ti rimandiamo allora a questo calcolatore.
Detrazioni lavoro dipendente: cosa sono, calcolo e moduloClick To TweetA cosa servono le detrazioni
Le detrazioni, quindi, come abbiamo detto sopra, servono a ridurre l’ammontare di tasse come l’Irpef che, come sappiamo, seguono determinati scaglioni. Sono dunque delle somme che, in base a reddito, giorni lavorati e tipologia di contratto fanno sì che la pressione fiscale possa essere inferiore rispetto a quanto previsto dagli scaglioni.
Detrazioni lavoro dipendente busta paga
E fin qui ci siamo, abbiamo capito come si calcolano, ma qual è il rapporto delle detrazioni con la busta paga? Be’, se hai avuto modo di vedere il dettaglio della tua busta paga avrai visto che si trovano nel cosiddetto piede e che sono operate mensilmente dal tuo datore di lavoro.
In che modo? Generalmente il datore di lavoro, in qualità di sostituto d’imposta, applica la detrazione per lavoro dipendente in via automatica, e questo secondo il reddito presunto nell’anno ossia considerando quello che guadagni con lui.
Modello detrazioni lavoro dipendente
Se invece tu hai un reddito di lavoro diverso, perché magari svolgi qualche altro lavoro, devi presentare al tuo datore di lavoro un modulo in cui indichi un maggiore reddito su cui vuoi fare applicare la tassazione in busta paga. Ti conviene farlo per evitare importi molto alti quando ci sarà il conguaglio fiscale di fine anno che altro non è che il ricalcolo delle imposte e dei contributi dovuti dai lavoratori dipendenti sulla base del reddito percepito nell’anno. Così come il conguaglio per le bollette, anche in questo caso tale operazione serve per correggere ed adeguare eventuali importi trattenuti nella busta paga.
Quando compilarlo
Per quanto riguarda il modello_detrazioni_imposta questo va comunque compilato all’inizio del rapporto di lavoro per indicare, in generale, qual è la tua situazione perché il datore di lavoro, in qualità di sostituto d’imposta, applica la detrazione per lavoro dipendente in base al reddito presunto per l’anno che è appunto quello che percepisci con lui. Su tale modulo puoi inoltre indicare se per esempio non vuoi che vengano applicate le detrazioni in busta paga.
Cosa succede se il tuo reddito annuo è invece superiore a quello presunto applicato dal datore di lavoro? In tale caso hai diritto a meno detrazioni e in base al reddito percepito a pagare una maggiore imposta Irpef. Ecco perché conviene comunicare al datore di lavoro il calcolo della tassazione in busta paga evitando il salasso del conguaglio Irpef quando presenterai il 730.
Bonus Renzi e detrazioni
Quanto detto sopra è importante anche per il cosiddetto bonus Renzi. Perché ad alcuni capita di doverlo “restituire”? Questo perché il bonus spetta a chi possiede dei redditi complessivi (ossia totali, derivanti da altri lavori, affitti ecc…) compresi tra gli 8 mila e i 26 mila euro lordi annui.
Se dunque percepisci qualche altro reddito che non è noto al tuo datore di lavoro, può succedere che superi la soglia prevista e che tu debba restituirlo del tutto o parzialmente.
Detrazioni e Naspi
E cosa succede se invece stai percependo una indennità di disoccupazione Naspi? Sappi che in quel caso, in quanto l’indennità è percepita come una sostituzione del reddito dipendente, di fatto “fa reddito”.
Pertanto è assimilabile al reddito da lavoro dipendente e come tale, l’Inps che fa da sostituto d’imposta vengono applicate le ritenute Irpef e le eventuali detrazioni fiscali per reddito e carico di famiglia. Vale a dire che anche per chi percepisce la Naspi, ci sono le stesse detrazioni di un lavoro dipendente.
Quante? Dipende dalla fascia in cui rientrerai (vedi le fasce sopra), ma in ogni caso la detrazione non potrà essere inferiore ai 690 euro.
erasmo valerio di cola
per il 2016 ho usufruito di pernsione da invalidita’( sara’ disattivata nel prox. anno) per un totale di € 9300 per gg. 306 ( gg. per i quali spettano le detrazioni, ottenuto dal CUD), e reddito da lavoro dipendente per € 27200, per 365 gg… Quando vado a riportare i gg..365 e 306 nel 730 Precompilato, il sistema mi segnala l’errore…gg 671 superiore ai 365 ..anno solare..
Questo errore mi porta ad un calcolo di restituzione di €3300 c.ca
Piergiorgio Bonafede
finalmente una spiegazione chiara ed esaustiva !
molte grazie
Piergiorgio Bonafede
virginia
Buonasera, sono neofita della materie, non capisco cosa vuol dire esattamente che la detrazione non può essere inferiore a 1.380 euro. Io ho lavorato solo 91 giorni nel 2017 con un trattamento da dipendente a tempo determinato e ho avuto la trattenuta IRPEF, mi spetterebbe in base al calcolo poco più di 400 euro di detrazione, essendo inferiore a 1380 non la riceverò?
Grazie per l’articolo e anticipatamente per la risposta.
Virginia
antonio
salve io sono dimissionario ,e quindi da questo mese inizio un nuovo rapporto di lavoro,vorrei sapere nel modulo da compilare x le detrazioni quali sono i campi che mi interessano e quindi da compilare?grazie
AlbCvl
Buongiorno,
nel 2017 ho avuto due rapporti lavorativi: il primo dal 1 gennaio al 30 giugno e il secondo dal 8 luglio al 31 dicembre.
Il secondo CU indica correttamente il periodo lavorativo di riferimento (casella 8 e 10) riportando però un numero di giorni pari a 146 (casella 6), invece dei 177 che pensavo dovesse riportare. Ho chiesto spiegazioni e mi è stato detto che i giorni mancanti sono relativi a pagamenti effettuati nel 2018.
E’ corretto quanto indicato nel CU? Il numero di giorni per i quali spetta la detrazione da lavoro dipendente sono quelli effettivamente lavorati o quelli retribuiti nel 2017?
Grazie anticipatamente per la risposta.
Alberto
Raffaele
Salve, sono un lavoratore dipendente ed ho due cud per lavoratore dipendente per 12.080.000(199gg) e cud inps per
Naspi 6.416.00(178 giorni) poichè nel 2017 hanno inviato in ritardo l’ultimo mese e quindi a carico nel 2018. Per quanto riguarda il numero dei giorni da imputare in tal caso dovrebbe essere maggiore di 365 e cioè 377 per il calcolo dei giorni? Cioè mica per un errore dell’INPS posso non usufruire delle detrazioni per i giorni giusti?