Il presidente dell’INPS Tito Boeri ha presentato oggi il rapporto annuale dell’istituto di previdenza “l’INPS al servizio del Paese”. Nel suo discorso ha toccato diversi punti e in particolare ha sottolineato l’importante ruolo svolto dagli immigrati per sostenere il sistema di assistenza e di previdenza nazionale.
Senza gli immigrati l’Italia perderebbe 38 miliardi entro il 2040
Chiudere le frontiere rappresenterebbe un enorme danno per il sistema economico italiano. Tito Boeri, il presidente dell’INPS, lo afferma con chiarezza mentre presenta i dati contenuti nel rapporto annuale dell’istituto di previdenza nazionale.
In base allo scenario elaborato dall’INPS, se chiudesse le sue frontiere, l’Italia perderebbe 38 miliardi di euro di contributi da qui al 2040. Gli immigrati contribuiscono infatti al sistema previdenziale versando 73 miliardi di euro di contributi. Al netto dei 35 miliardi di euro che riceverebbero a titolo di prestazioni sociali e previdenziali, la perdita netta per il sistema nazionale sarebbe di 38 miliardi di euro.
Il blocco degli ingressi dei lavoratori stranieri nel nostro Paese (in media 150.000 nuovi contribuenti ogni anno), sommato con la perdita dei contribuenti dovuta ai trasferimenti degli italiani all’estero (circa 80.000 persone ogni anno) porterebbe alla distruzione del sistema di protezione sociale. Secondo Boeri, il contributo degli immigrati evita all’Italia di dover fare una manovra aggiuntiva all’anno per tenere sotto controllo i conti pubblici.
I lavoratori immigrati compensano il calo delle nascite
I numeri presentati da Tito Boeri sono inequivocabili: la presenza degli immigrati è una risorsa per il presente e per il futuro del nostro Paese. Molti dei lavoratori stranieri sono giovani – più di uno su tre ha meno di 25 anni – e coloro che rimarranno in Italia matureranno il diritto alla pensione solo dopo il 2060.
Tenendo conto dell’aspettativa di vita, del fatto che la quasi totalità dei lavoratori stranieri percepirà una pensione calcolata con il sistema contributivo (a differenza degli italiani che stanno percependo nell’85% dei casi pensioni calcolate in base al sistema retributivo), del fatto che una quota degli stranieri se ne andrà dall’Italia prima di raggiungere i requisiti minimi per richiedere la pensione e che una parte degli stranieri che ha maturato il diritto alla pensione poi non ne fa domanda all’INPS, il saldo tra quanto versato dai lavoratori immigrati e quanto ottenuto in cambio è a vantaggio dei lavoratori italiani. Boeri ha quantificato questo “tesoretto” in 300 milioni di euro all’anno, cifra destinata ad aumentare nei prossimi anni.
La presenza dei lavoratori stranieri è importante anche per il suo ruolo di bilanciamento del calo delle nascite. Senza il loro apporto, il progressivo invecchiamento della popolazione italiana creerebbe evidenti difficoltà per il sistema previdenziale.
C’è bisogno di più occupazione femminile
Nel suo discorso Boeri ha puntato i riflettori anche sull’occupazione femminile, ancora a livelli troppo bassi. In futuro, per poter sostenere il sistema della previdenza e dell’assistenza sociale c’è bisogno di aumentare i tassi di occupazione femminile e di aumentare il numero di donne che contribuiscono al sistema del lavoro italiano.
Secondo i calcoli fatti dall’INPS, se il tasso di occupazione femminile rimanesse invariato, entro il 2040 ci sarebbe una perdita di 67 miliardi nel gettito contributivo. È quindi importante incentivare l’occupazione delle donne, anche prevedendo delle misure di sostegno alla genitorialità . In questo senso, Boeri suggerisce di allungare il periodo di paternità obbligatoria, estendendolo a una o a due settimane.
Sono essenzialmente due gli ostacoli che impediscono un aumento concreto del numero delle donne lavoratrici: da un lato un problema culturale, che condiziona le donne e che spesso impedisce loro di conciliare lavoro e maternità e, dall’altro lato, un problema di atteggiamento dei datori di lavoro che sono ancora restii ad assumere giovani donne.
L’ipotesi di un reddito minimo garantito
Boeri ha parlato anche dell’ipotesi di avere un reddito minimo garantito per chi si trova in uno stato di necessità . Per il presidente dell’INPS il reddito di inclusione introdotto dal governo Gentiloni è un primo passo importante, ma non è sufficiente. Il reddito di inserimento è fissato attualmente a 340 euro al mese, ben al di sotto della soglia di povertà che è di 600 euro al mese.
Di fronte a questo scenario l’Italia non può pensare di poter chiudere le frontiere:
Un sistema di protezione sociale che sia in grado di affrontare le sfide imposte dal cambiamento strutturale, dalla globalizzazione e dal progresso tecnologico è un sistema che deve garantire dei minimi e quindi deve essere davvero in grado di fornire un reddito minimo alle persone, senza imporre delle condizioni restrittive categoriali di diversa natura e di livello adeguato ed è necessariamente più costoso. L’unico modo per poter gestire e per poterci permettere di avere un sistema di protezione sociale di questo tipo è ampliare la base contributiva. Noi abbiamo avuto un forte calo delle nascite, l’andamento demografico è peggiore anche di quello degli scenari su cui si è lavorato fin qui, quindi abbiamo drammaticamente bisogno degli immigrati in Italia per sostenere la nostra protezione sociale. E abbiamo bisogno anche di avere più donne che lavorano.
L’INPS cambierà nome?
Infine, Boeri ha richiesto al Parlamento di approvare il cambio di denominazione dell’istituto. Il presidente dell’INPS ha proposto il passaggio da “istituto nazionale di previdenza sociale” a “istituto nazionale di protezione sociale”.
Per Boeri la nuova denominazione sarebbe maggiormente coerente con la missione e con le attività quotidiane svolte dall’istituto. Delle prestazioni erogate dall’ente, infatti, solo una minima parte riguarda le pensioni. In particolare, le prestazioni pensionistiche sono 150 su 440.
Sempre di più l’INPS, oltre alle pensioni, eroga prestazioni di sostegno alle famiglie, ai lavoratori e alle persone che si trovano in uno stato di povertà e di indigenza, come nel caso del reddito di inclusione, del bonus mamma o dell’anticipo pensionistico.
Stefano
Se Boeri ha ragione, significa che in tutti gli altri paesi europei sono scemi (a partire da Austria, Francia e Spagna).
L’errore di fondo, che offende l’intelligenza di Boeri, è mettere tutti gli immigrati sullo stesso piano. C’è una certa differenza tra il ricercatore statunitense (anch’esso immigrato!), e il disperato che attraversa il Mediterraneo su un barcone.
E’ chiaro che bisogna distinguere tra immigrati che possono essere assorbiti dal nostro sistema economico, e che quindi lavorano e creano ricchezza, e immigrati che arrivano allo sbaraglio e che inevitabilmente finiscono a far nulla, o peggio, tra le braccia della malavita organizzata.
Dichiarare che “abbiamo bisogno degli immigrati” senza fare questa distinzione significa essere cretini oppure in malafede.
Valerio
Sicuramente in malafede!
E può, lui come tanti altri, offendere impunemente l’ intelligenza degli italiani i cui contributi regolarmente versati sono letteralmente svaniti per la delinquenziale gestione politica del Bel Paese.
Renato
Sono perfettamente d’accordo con Stefano.
Propendo più per un “furbetto”.
Dispiace che la nostra “classe dirigente” pensi di poter ancora rivolgersi con qualche favoletta al popolo come negli anni 70-80 del secolo scorso.
Se questa è la sua preparazione sono preoccupato per la mia pensione..
SERGIO
A parere mio il Presidente dell’INPS ipotizza un mancato realizzo di contributi per circa 38 miliardi da qui al 2040 considerando che tutti gli extracomunitari entrati o che entreranno in Italia paghino, se messi inforza dai datori di lavoro, regolari contributi. Mi sembra un dato allarmistico ed illusorio anche se in linea e nel rispetto della attuale politica governativa e clericale.
Penso che l’INPS potrebbe mantenere la sua funzione di ” previdenza sociale” (perché cambiare nome? non ci basta la costosa buffonata di “Equitalia”?) solo sollecitando il governo a fomentare il lavoro legale, con meno chiacchere e più fatti concreti, in favore di tutti i disoccupati italiani incassando cosi i contributi sociali dalla gran massa di disoccupati e non solo da quei citati lavoratori extracomunitari se messi “totalmente” in regola .
paolo mitri
Cominciamo col trattenere in Italia i giovani costretti ad andare all’ estero e a dare lavoro a quel 11% di disoccupati e poi, ma solo allora, penseremo a quanti immigrati abbiamo bisogno.
Ugo
Bravo! Un abbraccio in senso morale!
Oscar Romanello
Ma di chi parla Boeri ? Degli immigrati regolari che vengono assorbiti dall’asfittico mercato del lavoro italiano ( spesso a scapito di cittadini italiani ) o delle decine di migliaia di clandestini ( cosiddetti migranti economici ) che sbarcano sulle nostre coste e che ospitati temporaneamente nelle strutture territoriali poi spariscono nel nulla ? E del costo della cosiddetta accoglienza e dell’imponente dispositivo militare della ns. Marina senza dimenticare l’enorme costo sociale determinato da tanti sfaccendati dediti all’accattonaggio molesto nelle ns. città il ns. fine intellettuale Boeri ne ha tenuto conto ?
paolo mitri
Cominciamo col trattenere in Italia tutti i nostri giovani costretti ad emigrare e a dare lavoro a quel 11% di disoccupati e allora, ma solo allora, avrà senso pensare di quanti, e soprattutto quali immigrati abbiamo bisogno.
giorgio
è necessario che chi scrive o parla sappia a cosa realmente si vuol riferire perchè i posti di lavoro coperti non sono un merito extracomunitario ma solo svolti da persone che se non fossero queste , sarebbero state altre che avrebbero fatto lo stesso
Ugo
Condivido anche sio stesso discendo in parte da immigrati (e da emigranti in rientro in patria per sfuggire alla Rivoluzione Russa)
Tizio.8020
Malafede, e bella grossa!
Non dimentichiamo mai che questo signore si è ridotto lo stipendio di 12 volte.
Ma non dimentichiamo nemmeno che la stragrande maggioranza degli “immigrati” che arrivano non solo non lavorano, ma costano soldi per prestazioni assistenziali e mantenimento.
Secondo lui , questi pagano 73 miliardi di €, e ne costano “solo 35” è una menzogna enorme.
Per versare contributi bisogna avere un lavoro (se non c’è per noi, perchè mai dovrebbero averlo loro?) , invece i 35 miliarid di € li stiamo spendedo “adesso”, e sono sicuri.
Quindi la verità è l’esatto contrario: stiamo spendendo 35 miliardi di € per gente di cui non abbiamo nessuna necessità , perchè “potrebbe darsi” che fra qualche anno questi verseranno dei contributi!
Sembra l’atteggiamento di chi prenota un’auto solo perchè “ha acquistato” un biglietto della Lotteria, che “potrebbe fargli vincere xxxx €”.
Questo è insultare l’intelligenza dei cittadini.
Remo D'Addino
Per dirla alla Fantozzi è una “cagata pazzesca” : 1) l’ Italia nei prossimi 22 anni spenderà per l’ accoglienza dei migranti circa 144 miliardi di euro, a cui bisognerà sottrarre la cifra indicata dal grandissimo megapresidente dell’ INPS cioè euro 38 e, quindi, fanno un attivo un attivo per le casse dell’ INPS di circa 106 miliardi ! Senza dimenticare che adesso in Italia vi sono circa 2 milioni di extracomunitari che avranno diritto ad una pensione sociale, pur non avendo versato alcun contributo previdenziale nè tanto meno tasse, in quanto lavoratori in nero o “vù cumprà ” . A questo si aggiunge che l’ INPS già eroga circa 81.000 pensioni a lavoratori stranieri.
mile
perché non dice che i lavoratori extracomunitari ritirano i propri contributi previdenziali una volta che tornano al loro paese? Comunque i dati relativi ai contributi versati mi sembrano deliberatamente falsi quanto la stragrande maggioranza dei lavoratori extracomunitari lavora in nero. Ma chi vuole prendere in giro….
roberto
tipico esempio di analisi falsa finalizzata alla giustificazione di interessi terzi. Ed è vergognoso poi che alcuni blog lo ripetano senza mostrare alcuna capacità di critica. Perchè? I calcoli sono presto fatti. L’analisi si basa sugli immigrati di lungo corso “operosi” come filippini, cinesi, sudamericani, etc verso i quali (chissà come mai) nessuno ha mai detto ne “ma” ne “bah”. Se invece andiamo ad analizzare l’immigrazione araba o nera scopriamo che per ogni nucleo familiare il numero di “lavoratori” è inferiore ad 1 su 5. Quindi il costo sociale è TUTTO a carico della comunità e non si tratta di spese indifferenti in quanto si parla di casa (sempre in cima alle liste delle case popolari), sanità , scuola.
Perché invece Boeri non dice che gran parte coperti dall’INPS hanno versato molto ma molto ma molto meno di quello che ricevono. E che in nessun altro paese europeo questo avviene in quanto è da anni che le pensioni sono basate sul contributivo?
Benito
È chiaro che l’Inps (e gli Italiani) non hanno bisogno di Boeri. Ma chi lo ha eletto Presidente visto che non sa fare i conti? Visto che ignora che ogni anno perdiamo migliaia di giovani laureati e importiamo migliaia di analfabeti che nel migliore dei casi si riducono a chiedere l’elemosina?
Ivan
Ma ci prendete per dei deficienti ? Il dato evidenziato è l’ammontare dei versamenti previsti da parte degli immigrati, ma se questi per un qualsiasi motivo non ci fossero più, secondo voi i lavori che svolgono attualmente, rimarrebbero vacanti ? Se io avessi un operaio extracomunitario, e da domani per assurdo tutti gli extracomunitari venissero rimpatriati, io non assumerei un altro operaio ? O extracomunitario o niente ? Siamo al delirio.
Franco Gasparotto
L’Italia ha bisogno di una corretta politica sul lavoro che privilegi i giovani, sopratutto di talento, faccia riposare gli anziani con una pensione degna di questo nome, tolga dai piedi le sanguisughe e i corrotti, premi l’onestà . Nella mia vita lavorativa la mia azienda ed io abbiamo versato allo stato solo di trattenute (senza contare gli interessi maturati e l’I.V.A) ben € 430.000,00 sufficienti a mantenermi per i miei ultimi anni di vita. Perché debbo sentirmi in colpa e chiedere come un’elemosina ciò che mi spetta?
Mario
Se il dott. Boeri avesse ragione i Presenti di 25 stati dell’UE avrebbero torto, cosa poco probabile. Facesse pagare la CASSA INTEGRAZIONE dalle casse della Camera e del Senato. Vedrà come quadrano i conti.
Paolo
C’è da chiedersi il perché di questa dichiarazione fumosa e approssimativa proprio in questo momento (domanda retorica…). Messa così ha tanto senso come auspicare che non smetta di piovere durante un’alluvione motivando con il rischio della siccità …
Angelo
Prima della fusione con l’INPDAP (grazie, Monti!) l’INPS andava bene, o sicuramente stava molto ma molto meglio, il sig. Boeri dovrebbe ricordarlo prima di tentare di influenzare la gente sugli immigrati con queste uscite. Per chi non lo sapesse, l’INPDAP era l’istituto pensionistico dei dipendenti pubblici, quello che sta ancora pagando le pensioni a chi è andato in pensione con 19 anni di contributi.
remo
Fermo restando che il Sig. Boeri fa giustamente il suo lavoro che vuol dire visto dal “suo” punto di vista.
Recentemente sono andato all’estero e non ho fatto a meno di notare il numero notevole di “pance” e famigliole con due o più figli. Ecco questo è il problema incentivare le nascite in un Paese che possa garantire serietà e serenità alle nuove famiglie e si fa con programmazione decennale guardando al bene del Paese che governi, ahh già parlavo non della povera Italia, per cui il “povero” Boeri giustamente dice mi serve materia prima non me la date voi italiani bhe mi serve da altri Paesi.
Mario
Io ero immigrato i n Germania nel 1980 dopo che avevo appena subito un intervento chirurgico alla testa, poi per motivi un po’ lunghi da spiegare sono dovuto rientrare in Italia e (non l’avessi mai fatto) ma in Germania non sono ne andato sperando di trovare i salami appesi solo da prendere e neanche a chiedere l’elemosina fuori dai supermercati ma a lavorare sodo facendo il montaggio e smontaggio degli stand per le fiere in Europa ed è solo così che percepivo un ottimo stipendio.
Oggi ho più di quaranta anni di lavoro di cui quasi trenta a fare l’autista internazionale dove dopo aver raggiunto il luoghi di scarico ti devi anche scaricare i mobili e nonostante le ormai condizioni fisiche precarie è più giusto pensare agli altri e non a noi Italiani, Boeri prima di parlare per conto mio farebbe più bene (1°) a portarseLi a casa sua e mantenerseLi (2°) provare a intervistare se possibile tutti coloro che in passato han dato la vita per salvare l’Italia E DOPO MA SOLO DOPO SIA LUI CHE TUTTI GLI ALTRI VEDANO DI FARE IL GIUSTO BENE PER IL POPOLO ITALIANO. GRAZIE