Capita a tutti di saltare un pagamento nei confronti del Fisco. Una dimenticanza o una temporanea mancanza di liquidità ed è subito panico da scadenza, quelle scadenze che ormai ci perseguitano e sono talmente tante da perdere spesso il conto.
In caso di ritardi c’è però un istituto che consente di rimediare senza grandi esborsi in termini di sanzioni: il ravvedimento operoso. Su questo fronte abbiamo anche una novità , il ravvedimento lungo, e vedremo se si tratta effettivamente di un’agevolazione per i contribuenti.
Ravvedimento operoso
Il ravvedimento operoso rappresenta la possibilità di metterti in regola con il Fisco autonomamente, in caso di omissioni o dimenticanze. Attraverso il ravvedimento operoso, passata la famigerata scadenza senza versare alcunché, puoi versare il dovuto applicando sanzioni molto ridotte rispetto a quanto verseresti a norma di legge.
Questo istituto è stato rivoluzionato dalla Legge di Stabilità 2015, il che ha portato ad un ampliamento del periodo nel corso del quale era possibile ravvedersi. Inoltre se un tempo le sanzioni ridotte riguardavano i 30 giorni successivi all’omesso versamento e poi al massimo entro il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno nel corso del quale era stata commessa la violazione, adesso bisogna controllare bene il calendario per comprendere quale porzione di sanzione è corretto versare, come vedremo nel prossimo paragrafo.
Ravvedimento lungo
Vediamo le novità una per una considerando che il taglio delle sanzioni fa riferimento al minimo, in sostanza quando la sanzione va ad esempio da 250 a 2.500 euro, la riduzione va applicata ai 250 euro:
- un nono del minimo (nel nostro esempio poco meno di 28 euro), se la regolarizzazione degli errori e delle omissioni avviene entro il novantesimo giorno successivo al termine per la presentazione della dichiarazione, ovvero, quando non è prevista dichiarazione periodica, entro novanta giorni dall’omissione o dall’errore;
- un settimo del minimo (circa 36 euro nell’esempio), se la regolarizzazione degli errori e delle omissioni avviene entro il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo a quello nel corso del quale è stata commessa la violazione ovvero, quando non è prevista dichiarazione periodica, entro due anni dall’omissione o dall’errore;
- un sesto del minimo (circa 42 euro nell’esempio) se la regolarizzazione degli errori e delle omissioni, anche incidenti sulla determinazione o sul pagamento del tributo, avviene oltre il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo a quello nel corso del quale è stata commessa la violazione ovvero, quando non è prevista dichiarazione periodica, oltre due anni dall’omissione o dall’errore;
- un quinto del minimo (50 euro nell’esempio) se la regolarizzazione degli errori e delle
omissioni, avviene dopo la constatazione della violazione, in sede di accertamento insomma.
Comunicazioni del Fisco
Sempre nell’ambito di una ricerca della maggior collaborazione possibile con i contribuenti, l’Agenzia delle Entrate ha deciso di utilizzare mail ed SMS per invitare a ravvedersi i soggetti sottoposti ai famigerati studi di settore, croce della quasi totalità delle partite IVA del Belpaese.
Arriveranno via mail ed SMS infatti, gli inviti del Fisco a fornire chiarimenti sulle anomalie contenute negli studi relativi al triennio 2011-2013.
Un Fisco insomma che tenta di venire incontro a contribuenti ormai esasperati e che spesso faticano a regolarizzare le proprie pendenze per oggettiva mancanza di liquidità . Un tentativo lodevole ma che solo in parte attenua le difficoltà di cittadini e aziende nel districarsi tra imposte e tasse che si moltiplicano e adempimenti sempre più pressanti.
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