I dati parlano chiaro: l’eCommerce è in costante crescita, anche in Italia. Siamo passati da un fatturato di 1,6 miliardi di euro nel 2004 ai 24,2 del 2014. E nel 2015 sono attesi nuovi traguardi. Amazon e eBay comandano il gioco, ma non è un caso che anche i social network quali Facebook e Twitter stiano già organizzando il proprio social eCommerce, ovvero la possibilità di comprare prodotti direttamente dalla piattaforma. E non è neanche un caso che addirittura il 76% delle aziende abbia intenzione di sviluppare un eCommerce diretto sui propri canali.
I vantaggi del mercato online sono molti, come i prezzi spesso più economici, la possibilità di scegliere senza muoversi da casa e l’opportunità di fare shopping in qualsiasi momento della giornata… O almeno, potenzialmente qualsiasi momento della giornata. Perché in Italia c’è un disegno di legge approdato al Senato che potrebbe costringere tutti i siti di eCommerce a chiudere 12 giorni l’anno.
Il Disegno di Legge al Senato
“Oh, in Italia hanno detto che dobbiamo chiudere 12 giorni l’anno”: già immagino i boss di Amazon e eBay osservare l’avvocato di turno. E cominciare a ridere. “Ma che davvero?”, direbbero, sicuro. Perché in realtà, se questo disegno di legge venisse approvato senza le dovute cautele, saremmo l’unico Paese al Mondo a costringere i portali eCommerce alla chiusura forzata, sebbene temporanea.
Il DDL in questione in realtà ha in oggetto la “Disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali” e segna un semplice ritorno al precedente Decreto Monti sulle Liberalizzazioni, quando si preventivava l’obbligo del riposo domenicale, infrasettimanale (mezza giornata) e la chiusura totale nei giorni festivi, che ora sono:
- il 1º gennaio, primo giorno dell’anno;
- il 6 gennaio, festa dell’Epifania;
- il 25 aprile, anniversario della Liberazione;
- la domenica di Pasqua;
- il lunedì dopo Pasqua;
- il 1º maggio, festa del lavoro;
- il 2 giugno, festa della Repubblica;
- il 15 agosto, festa dell’Assunzione della beata Vergine Maria;
- il 1º novembre, festa di Ognissanti;
- l’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione;
- il 25 dicembre, festa di Natale;
- il 26 dicembre, festa di santo Stefano»;
I siti eCommerce devono davvero chiudere 12 giorni?
In realtà: no. Però può essere. Sì, la situazione è abbastanza macchiavellica.
Come già riportano numerosi quotidiani e magazine, l’articolo 1 non prevede eccezioni sui portali di eCommerce basati sul territorio italiano. Mi spiego: Amazon, eBay e compagnia bella potrebbero anche farsi una bella risata (che tanto non sono interessati da tali obblighi perché “esteri”), ma tutti i siti di compravendita online basati sul territorio italiano in teoria dovrebbero rispettare le ordinanze di chiusura.
Giochiamo ancora una volta con il condizionale, perché la legge italiana spesso lascia dei baratri ingiustificabili di “libero arbitrio”, soprattutto quando si parla di Internet. Basti pensare al fatto che i concorsi online sono ancora disciplinati da provvedimenti degli anni ’70, quando il web era ancora un test tra i ricercatori americani. Il disegno di legge non fa eccezioni, quindi l’allarmismo è banalmente giustificato dalla politica del “silenzio assenso”. È come se in un condominio un giorno venisse inserito un cartello con “Vietato l’ingresso ai cani”, ma tu un cane già ce l’hai e ti viene da chiedere se devi tenerlo per sempre chiuso in casa, se è una regola che vale solo per i nuovi inquilini oppure se tu sei un caso speciale. Non esistono eccezioni, c’è solo questa scritta, che bisogna fare?
eCommerce: il rischio chiusura è – quasi – nullo
Possiamo fare le pulci e iniziare una lotta semantica per ogni parola del disegno di legge, ma probabilmente non riusciremmo a cavarne nulla. Se applichiamo però il buonsenso, vedendo nel DDL un semplice ritorno al Decreto Monti, possiamo ben sperare che tutti i siti di eCommerce – ubicati su server italiani – non debbano applicare alcun giorno di chiusura. Non ci vuole un genio per immaginare che nei giorni festivi le persone abbiano più tempo libero e possano anche comprare online: in caso di chiusura l’eCommerce perderebbe una fetta di fatturato considerevole e probabilmente non andrebbe a beneficio di nessuno.
La certezza non c’è, però. E qualche dubbio, seppur minimo, resta.
Te che ne pensi? Sei a favore o contro questo disegno di legge applicato agli eCommerce?
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